Speranza…
Voce nel vento di limpide foglie,
sussurro dei monti in echi possenti,
lascito fertile di chi ci precede.
Come il vento che migra in un fascio di stormi,
e racconta segreti a chi lo ascolta,
porta con te i ricordi di tutti,
sogna con noi i desideri piú ambíti,
viaggia serena, o raminga straniera.
Speranza…
Dolce sibilo vibrante,
riverbero di remote armonie:
antico retaggio Saturnio.
Come il fuoco che schiocca impetuoso
e incanta chiunque lo fissi,
ardi nei piú intimi tabernacoli,
avvolgi di luce il respiro nel petto,
risveglia negli occhi un profondo mistero.
Tu che sei:
bagliore lunare per chi cerca la via,
serena spiaggia per chi cerca riposo,
sorriso vivente per chi trova l’amore.
Speranza…
Sogno bandito dai vinti
ma fuoco ardente per coloro che vinceranno.
Pietro Sculco
Prima che tu nascessi
eri una preghiera umile
tra le dita di tuo padre.
Lento il cammino
di chi cerca Dio
e lo trova in una donna
e quando la ama prega
e la donna accoglie
la sua preghiera
perché Dio è con lei:
è nel suo grembo.
Prima che tu nascessi
si è fatta una gran festa
cori di voci angeliche
e un verbo di solo suono.
Ed il suono
impresse se stesso
nel vangelo della luce
e la luce originò
in silenzio
tutto il mistero
profuso nelle forme.
E la forma
riconobbe il tuo sorriso
quale atto
dovuto alla creazione.
Su te
si chinarono gli elementi
e le trame del canto
e mentre ogni cosa
esprimendo se stessa
tornava a divenire,
anch’io
ebbi la mia origine.
Oleg Nalcoij
Una vita per amarti
bolla di luce
infinita ed infinitesima
non mi basta.
Troppo tempo trascorse
per correrti dietro,
con le mani bagnate
d’umano umore
a intrappolarti
tra fili di carne.
Troppo tempo
per tenerti stretta
modulando la mano,
con vago timore
di dipanarti nel cielo.
Te ne vai
piccola e solitaria,
riflettendo ovunque
il tuo candore
di ente diverso e divino.
Svolgiti come acqua di mare
intorno a me,
armatura di ferro
senza traccia di tempo.
Lirica e dipinto di Letizia Mancino
Come bozzolo duro nel cuore del mondo
il dolore attende esseri d’infinito amore
che ne dissolvano la triste consistenza
e trasmutato in mille aliti di vento
lieve, chiaro e sottile
possa confondersi alla gioia del cosmo.
Alda Gallerano
Ferri vecchi
La famigerata Colt va in pensione, anzi al Museo delle Armi Letali. Quasi commuove l’aggettivo “letale” pensando ai moderni sistemi usati per decimare l’umanità e imporre la legge globale: missili, droni, testate nucleari e bombe antimateria. Johnny Ringo ora impugna un taser cibernetico e tutta la Terra è Tombstone.
Non ha retto la botta
di Borsa e concorrenza
e ha fatto bancarotta
l’arma dell’inclemenza.
In mano a pistoleri
piú che svelti spietati,
ha reso cimiteri
i ranch e gli abitati
del West americano.
Questo strumento duro,
per quanto appaia strano,
non prenota il futuro
ma è roba di un passato
ormai dimenticato.
Oggi i nuovi congegni
piú letali ed indegni,
servono gli assassini
per altri loschi fini.
Fuorilegge e ladroni
usano tank e droni,
e la rapida Colt,
piú veloce di Bolt,
è ormai fra le anticaglie
di obsolete canaglie.
Egidio Salimbeni