Oggi San Michele Arcangelo, il nome, la Forza, la missione, la presenza christica: la sua connessione con il pensiero, perché operi nella volontà, dove noi siamo nel seno degli Elohim, ma inconsapevoli. Qui nel profondo volere, dal quale soltanto può nascere Amore come potenza, giunge la forza di Michele alla quale si unisce l’essere libero dell’uomo, il pensiero, con il fulgore di questa forza resurrettrice.
Nel segno di Michele tutto continua: il ferro sidereo opera nell’intimo della materia terrestre ed è alimento terrestre del pensiero che si sprofonda nella materia: si vincola per liberarsi, per divenire forza vincitrice della materia, cioè della morte: A-mors. Sempre il senso ultimo è l’Amore, una forza che va voluta, creata, irraggiata!
Ripreso il cammino, è veduta ancora piú limpidamente la mèta, il nobile sentiero della fedeltà, della lealtà, della consacrazione di sé, del coraggio e della creazione novella secondo il Sacro Amore. Non v’è un essere che vada perduto: finché rimane un essere da salvare sulla Terra, non cesseremo il combattimento contro le Forze infere.
Richiesta di fiamma-luce, bianca fiamma, dal centro del cuore, per vincere ogni assalto ahrimanico. La vittoria è sempre certa, è continua: la fede è la continuità della conoscenza. Assurgere a questa fiamma salva magicamente da ogni buio terrestre.
Là dove il pensiero si libera, diviene un impulso volitivo, che tende a tradursi in azione. Nell’esercizio della volontà, ci alleniamo a essere produttori dell’azione pura: con l’atto del pensiero puro incontriamo ciò che siamo ancora piú essenzialmente, incontriamo l’impulso puro del volere volto a esprimere se stesso come azione sulla Terra: l’azione pura è nostra, è il nostro stesso essere.
Massimo Scaligero
Da una lettera del settembre 1978 a un discepolo.