In un corso esoterico, si tratta sempre di imparare come guardare le cose attorno a sé. Ognuno sente naturalmente qualcosa riguardo a un fiore o a qualunque cosa lo circondi. Tuttavia, si tratta di arrivare ad un punto di vista superiore, di immergere il proprio sguardo nelle cose piú profondamente, di collegare ad ogni cosa certe visioni. Ecco, per esempio, su cosa si basa la medicina cosí profonda di Paracelso. Egli sentiva, percepiva, vedeva la forza di una precisa pianta e l’affinità di questa forza con una forza corrispondente nell’uomo. Vedeva, per esempio, su quale organo umano agisce la forza della digitale purpurea.
Vogliamo chiarire questo modo di guardare le cose con un esempio particolare. Tutte le religioni hanno dei simboli. Attualmente si possono sentire molte cose a proposito di questi simboli, ma è spesso solo un’interpretazione arbitraria che vede esclusivamente il lato esteriore. Tuttavia, i simboli religiosi profondi sono attinti all’essenza stessa delle cose. Per esempio, parliamo del serpente, di come questo simbolo è stato comunicato a Mosè nelle scuole occulte d’Egitto. Evochiamo quindi ciò che lo entusiasmò e gli diede la sua intuizione.
Esiste una differenza fondamentale fra tutti gli animali che hanno una colonna vertebrale e quelli che, come i coleotteri, i molluschi, i vermi ecc. non ne hanno. L’intero regno animale si divide in due branche principali: i vertebrati e gli invertebrati. Ora, a proposito degli invertebrati ci si può porre la domanda: dove hanno i loro nervi questi animali? Poiché nei vertebrati il cordone nervoso principale passa per la colonna vertebrale! Ora, anche gli invertebrati hanno un sistema nervoso, che d’altronde si trova ugualmente nell’uomo e negli animali vertebrati. In questi ultimi, esso passa alla periferia, lungo la colonna vertebrale, e finisce per espandersi nella cavità addominale. Insieme al plesso solare si chiama sistema nervoso simpatico. È questo sistema che posseggono anche gli invertebrati, con la differenza che nei vertebrati e nell’uomo ha un ruolo meno importante. Esso ha un rapporto molto piú stretto con il resto del mondo di quanto avviene per il sistema nervoso che sta nella testa e nel midollo spinale dell’uomo, del quale, in stato di trance, si può interrompere l’attività, lasciando allora entrare in azione il sistema nervoso simpatico. È quanto avviene ai sonnambuli. La coscienza del sonnambulo è allargata a tutta la vita circostante: penetra negli esseri che ci circondano. I sonnambuli sentono in sé le cose.
Ora, l’etere di vita è l’elemento nel quale siamo immersi ovunque. È trasmesso dal plesso solare. Se potessimo percepire solo con il plesso solare, vivremmo in intima comunità con il mondo intero. Questa intima comunità esiste negli animali invertebrati. Per esempio, un animale di questo tipo sente in sé un fiore. L’invertebrato, nel sistema della Terra, è simile a quanto l’occhio e l’orecchio sono per l’uomo. È una parte dell’organismo. Esiste effettivamente un organismo spirituale comunitario che percepisce, vede, sente ecc. attraverso gli invertebrati. Lo Spirito della Terra è un tale organismo comunitario. Tutto quello che abbiamo attorno a noi è un corpo per questo Spirito comunitario. Cosí come la nostra anima si crea degli occhi e delle orecchie per percepire il mondo, questa anima comunitaria della Terra si crea gli animali invertebrati per avere degli occhi e delle orecchie per vedere e sentire il mondo.
Nel corso dell’evoluzione della Terra, venne il momento in cui, nella vita comune dove agiva lo Spirito della Terra, ebbe luogo una particolarizzazione. Una parte si isolò come in un tubo. È solo a partire da quel momento che certi esseri sono potuti diventare degli organismi nettamente separati. Gli altri fanno parte dell’anima unitaria della Terra.
È soltanto allora che comincia un grado particolare di separazione e la possibilità che qualcuno possa dire “io” a se stesso. Questo fatto che ci siano due epoche sulla Terra, dapprima quella dove non c’erano ancora animali con un sistema nervoso chiuso in un tubo osseo, poi l’epoca nella quale essi sono apparsi, questo fatto trova la sua espressione in tutte le religioni. Il serpente è il primo a rinchiudere in un tubo la facoltà di percezione dello Spirito della Terra ‒ facoltà che non conosceva né egoismo né isolamento ‒ e costituisce cosí il fondamento dell’egoità. Gli istruttori esoterici lo incidevano nella memoria dei loro allievi, affinché potessero sentirlo: «Guardate il serpente e vedrete il segno del vostro Io». Allora percepivano vivamente che l’Io autonomo e il serpente vanno di pari passo.
Si formò cosí quella sensibilità per il significato delle cose attorno a noi, in modo che gli allievi percepissero ogni essere della natura con il tipo di sensazione adeguato. Anche Mosè la possedeva quando uscí dalle scuole occulte d’Egitto, ed è cosí che istituí il simbolo del serpente. In quelle scuole, l’apprendistato non era astratto come oggi, ma si imparava ad afferrare il mondo con la propria esperienza interiore.
Esiste una descrizione dell’uomo basata sull’esame esteriore delle differenti parti del suo organismo. Nelle antiche opere mistiche ed occulte si possono dunque trovare anche delle descrizioni dell’uomo, ed esse si basano su tutt’altra cosa dagli esami anatomici. Sono anche ben piú giuste e precise di quelle che l’anatomista odierno descrive, perché quest’ultimo non si occupa che del cadavere. Le descrizioni antiche risultano dal fatto che, grazie alla meditazione, grazie ad una illuminazione interiore, gli adepti diventavano visibili a se stessi. È grazie a quello che si chiama il fuoco della Kundalini che l’uomo può contemplarsi dall’interno.
Ci sono diversi gradi di questa contemplazione. Quella giusta e precisa si manifesta dapprima sotto forma di simbolo. Se, ad esempio, l’uomo si concentra sul suo midollo spinale, vedrà in effetti sempre il serpente. Sognerà forse anche un serpente, perché questo è l’essere che, quando fu costituito il midollo spinale, fu posto esteriormente al di fuori, nel mondo, ed è rimasto a questo stadio. Il serpente è il midollo spinale esteriore, messo al di fuori, nel mondo. Questa maniera immaginativa di vedere le cose è la visione astrale (l’immaginazione). Ma è solo grazie alla visione mentale (l’ispirazione) che si accede al significato integrale.
Questa via della conoscenza portava l’uomo a comprendere il rapporto fra il microcosmo e il macrocosmo, affinché potesse collocarsi nella natura, potesse dirsi a quale parte del mondo appartiene ciascuno dei propri organi. L’antico mito germanico fa conoscere nel gigante Ymir una tale ripartizione. Il suo cranio diventa la volta celeste, le sue ossa le montagne ecc. Ecco la presentazione mitologica della visione interiore. Per ogni elemento del mondo, l’esoterista vede il legame con qualcosa in lui stesso. Si manifesta allora l’affinità interiore.
Questa facoltà di interpretazione deve essere coltivata intensamente. Tutte le religioni testimoniano una tale elaborazione. Anche i Vangeli la indicano. L’esoterista si dice: tutte le cose che mi circondano, le pietre, le piante e gli animali sono le pietre miliari della mia evoluzione; io non esisterei se quei segnali non ci fossero. Questa coscienza non ci riempie solo del sentimento di esserci elevati al di sopra di questi segnali, ma ci conferisce anche la conoscenza di non poter esistere senza di loro.
Ci sono sette gradi della coscienza umana: la trance, il sonno profondo, il sogno, la veglia, la coscienza animica, quella super-animica e la spirituale. A dire il vero ci sono dodici gradi di coscienza, gli altri cinque sono dei gradi di coscienza creatrice. Questi dodici gradi di coscienza sono quelli dei creatori, degli Dei creatori, che sono collegati ai dodici segni dello Zodiaco. L’uomo deve passare in successione attraverso questi dodici gradi. È salito, passando dalla coscienza della trance, del sonno profondo e del sogno fino all’attuale chiara coscienza diurna.
Negli stadi della futura evoluzione planetaria, raggiungerà dei gradi di coscienza ancora piú elevati. Egli ha in sé tutti quelli attraverso i quali è già passato. Il corpo fisico ha la coscienza attenuata della trance, che l’uomo ha acquisito sull’antico Saturno. Il corpo eterico ha la coscienza del sogno senza sogni, come quella che nacque sull’antico Sole. Il corpo astrale sogna, come durante il sonno. La coscienza di sogno proviene dallo stadio dell’antica Luna. Sull’attuale Terra, l’uomo raggiunge la coscienza di veglia: l’Io ha la coscienza chiara del giorno.
L’evoluzione superiore consiste nel fatto che ciò che è nell’essere si pone all’esterno, come l’essere umano ha espulso il serpente fuori di sé, mantenendo però il serpente ad un livello superiore nel suo midollo spinale. Al momento di un’altra ulteriore evoluzione, gli uomini espelleranno nel mondo non soltanto minerali, piante e animali, ma anche gradi di coscienza. In un alveare, per esempio, ci sono tre specie di esseri ç che hanno un’anima comune. Esseri apparentemente separati agiscono di concerto. Un giorno, avverrà la stessa cosa per l’uomo: egli separerà i suoi organi gli uni dagli altri. Bisognerà che diriga coscientemente a distanza ogni molecola del suo cervello. A quel punto, sarà diventato un essere superiore. E avverrà lo stesso per i gradi di coscienza.
Possiamo immaginare un essere superiore che ha esteriorizzato tutti i dodici gradi di coscienza. Lui stesso sarà il tredicesimo e si dirà: io non potrei essere ciò che sono se non avessi estratto da me quei dodici gradi di coscienza.
Questo caso lo abbiamo nel Cristo e i dodici Apostoli. I dodici Apostoli rappresentano i gradi di coscienza attraverso i quali è passato il Cristo. Lo si ritrova nel Vangelo di Giovanni nella descrizione della lavanda dei piedi, nel tredicesimo capitolo, e indica che il Cristo deve agli Apostoli di aver raggiunto un piú alto livello di coscienza: «In verità, ricordate che un servo non è piú grande del suo padrone». L’essere piú evoluto ha lasciato sul cammino gli altri, dietro di lui: è diventato allora lui stesso il servitore degli altri. Non ci sono molti uomini che capiscono il senso di queste parole, ma quando odono questo brano il sentimento li aiuta a comprendere. Per esempio, nel corso dei primi secoli dopo Cristo, siamo stati preparati da questi brani alla nostra sensibilità. Il nostro corpo causale non sarebbe altrimenti preparato a ricevere adesso la verità. L’anima è preparata dalla forma metaforica. Per questo una volta i grandi saggi narravano alla gente dei racconti, creando una grande prospettiva di avvenire.
Anche oggi i Maestri hanno già una nozione di quello che in futuro sarà operato dagli insegnamenti della Scienza dello Spirito. Oggi, l’uomo ha il bene e il male in lui. In avvenire, questo si manifesterà all’esterno: un regno del bene e uno del male. I concetti scientifico-spirituali di oggi creano nell’anima la disposizione per conoscere in avvenire come i buoni tratteranno i cattivi. Una volta gli uomini ricevevano delle immagini, adesso ricevono dei concetti e in futuro, nella pratica, agiranno di conseguenza.
Rudolf Steiner
Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner
Berlino, 26 settembre 1905 ‒ O.O. N° 93a. Traduzione di Angiola Lagarde.