Quando le cose vanno male, è semplice:
si procede alla ristrutturazione.
Occorre un piano per ridisegnare
il gruppo del petrolio fit for failure,
che porterà risparmi per miliardi
e un’azione di tagli al personale
di quasi novemila dipendenti.
Si chiama “pulizia” l’operazione
dovuta agli alti e bassi del mercato,
dice tranquillo l’A.D. incaricato
del repulisti. Non si sente affatto
responsabile dei licenziamenti,
e sparge fumo intorno sciorinando
termini astrusi come “la forchetta”
di dodici miliardi già previsti
per l’anno in corso, razionalizzando
gli asset produttivi di processi
da cui verranno saving cumulati
di oltre due miliardi a breve termine.
Si otterranno ricavi per miliardi
e questo solo grazie alla forchetta,
malgrado un ebit negativo di
qualche milione d’euro solamente.
Occorre certo che la fluttuazione
dei cambi non produca uno tsunami
di una qualche anarchia speculativa,
causa ulteriore d’indebitamento.
Ma fondi, bond, aumenti al capitale,
prestiti a medio termine saranno
il master driver della strategia.
E che faranno i novemila esuberi?
Non hanno voce, sono solo numeri.
Attenti, giocolieri di pastette
che non mutino in forche le forchette!
Il cronista