Il Padre Nostro

Scienza dello Spirito

Il Padre Nostro

Strada verso il Sole

Gli adepti dei Turani erano molto avanti rispetto all’umanità, e conoscevano molte cose, ma il resto del­l’umanità era ancora estremamente primitivo. Si immergevano gli uomini in un sonno ipnotico per insegnare loro la saggezza. Quello che oggi non è giusto, era a quell’epoca del tutto normale. L’uomo veniva immerso in una specie di stato di sonno, che si utilizzava per illuminarlo nel modo che segue.

Precedentemente alla prima incarnazione dell’anima umana nel corpo, non c’era la notte, tutti gli uomini erano illuminati. Era allora dunque nel sonno senza sogni che gli uomini avevano delle percezioni. A quel punto però non le avevano piú. Avendo perso quello, ricevettero in cambio la facoltà di vedere gli oggetti nei loro contorni generali. Nella misura in cui avvenne un afflusso di percezioni esteriori, si perse la capacità di percepire quelle interiori. Gli adepti avevano tuttavia sviluppato alcune facoltà. Si era appresa quella che si chiama oggi la scrittura occulta, che adesso si chiamerebbe anche il parlare occulto. Sapete tutti che esistono i mantra, alcune forme originarie di preghiera nelle quali il suono della lingua nasconde una certa azione. È in questa maniera che sono state scritte le prime parole del Vangelo secondo Giovanni. Quando vi è detto: “lm Urbeginne war das Wort” [“In principio era il Verbo”] c’è nella sillaba “Ur” e in “Beginne” un certo valore, che si è trovato all’origine, in generale, nelle prime parole del Vangelo di Giovanni. Tutto questo è però inconsistente paragonato a quanto era adoperato come insieme di suoni nella scuola degli adepti. Sostituiva quello che l’uomo di allora aveva perduto in facoltà di Illuminazione.

Nel sonno ipnotico, egli poteva ancora ricevere questa Illuminazione dall’altro uomo che era un Iniziato, e cosí questi discepoli ricevevano dai loro fratelli piú progrediti una specie di illuminazione artefatta, grazie alla quale potevano vedere di nuovo all’opera gli spiriti nel mondo che li aveva sempre circondati, come una volta, prima che l’anima umana si incarnasse. È di questo che facevano l’esperienza i discepoli dell’epoca dei Turani, tali erano i primi insegnamenti religiosi, in questo modo erano loro insegnate le leggi dell’universo. In queste Illuminazioni, si ricevevano delle formule e dei disegni, perché anche con i disegni si poteva esercitare un’azione; ogni linea aveva una ragione d’essere del tutto precisa, e agiva in modo tale da poter insegnare all’uomo i grandi segreti dei mondi.

VorticeSe si disegnava ad un uomo un vortice, egli non lo avrebbe visto ad occhi aperti. Ma se gli si presentava questo vortice nel sonno ipnotico, oppure se lo si colpiva con esso, questo avrebbe suscitato dei sentimenti del tutto particolari, per esempio come una pianta si sviluppa fino al seme e come un seme diventa una nuova pianta. Formule e linee di questo tipo furono poi trasmesse da queste scuole di adepti e date piú tardi ai popoli dai diversi fondatori delle religioni.

Piú risaliamo i tempi, piú l’anima che fu ripartita fra i differenti uomini è un’anima unitaria. Le anime si sono diversificate per il fatto che furono isolate, ripartite e separate le une dalle altre. Durante il sonno, tutti i corpi astrali sono ancora oggi simili; di giorno, hanno un aspetto piuttosto differente. Succedeva la stessa cosa nello stato di sonno ipnotico durante il quale erano istruiti i corpi astrali che erano allora tutti piuttosto simili. Là si poteva comunicare a tutti una certa saggezza originaria. Ma quando l’uomo fu privato della facoltà di ricevere la saggezza in questo modo, si dovette insegnare nell’antica India come lo esigeva il corpo indiano, in Persia come l’esigeva il corpo persiano, e ugualmente in Grecia, in Egitto e presso i Germani. Era quanto esigevano i corpi fisici esteriori secondo le differenti influenze che erano state esercitate su di loro. Gli originari fondatori di religione avevano immesso tutto questo nelle forme che ci sono state trasmesse oggi dalla tradizione in quanto insegnamento egizio di Ermete, l’insegnamento di Zarathustra e cosí via.

Ma in tutte le forme fondamentali delle vere religioni vive quello da cui sono nate. Quella Illuminazione che l’uomo ha ricevuto in quei tempi è in effetti qualcosa di completamente diverso da ciò che potrebbe prodursi oggi. Si trattava di una comunicazione non grazie a degli insegnamenti, ma grazie alla vita. Il modo con cui il discepolo era di fronte al Maestro è qualcosa di molto piú intimo. Potete farvene un’idea dal fatto, per esempio, che il vortice suscitava direttamente dei sentimenti. Oggi si comunicano dei concetti, e i sentimenti devono infiammarsi soltanto a partire dai concetti. Ma è proprio da quel modo di agire attraverso la vita che sono nate le formule religiose. La natura dell’uomo, composta da sette parti costitutive, era qualcosa che veniva esattamente comunicata nella scuola degli adepti dei Turani. Ma esse sono ancora oggi nascoste sotto forma di pensieri nel Padre Nostro. Questo Padre Nostro è l’espressione della natura umana composta da sette costituenti.

Padre NostroAl discepolo degli adepti dei Turani lo si spiegava chiaramente facendo ascoltare loro una scala di suoni, come simbolo delle sette parti dell’uo­mo, unita ad alcune immagini di colori e ad una serie di aromi. Ciò che era insito nella gamma di armonia composta da sette parti, si elevava in lui sotto forma di esperienza interiore, per la quale ciò che era esteriore non costituiva che un mezzo. I grandi fondatori di religioni inserivano questo in determinate formule, ed è quanto il piú grande di loro ha fuso nel Padre Nostro: ogni uomo che recita il Padre Nostro riceve l’azione del Padre Nostro.

Il Padre Nostro è una preghiera che, in quanto tale, non è un mantra: avrà ancora importanza quando millenni e millenni saranno passati, perché è un mantra di pensieri. L’azione del Padre Nostro fu infuso nei pensieri, e come è vero che l’uomo può digerire molto bene senza dapprima farsi dire da un fisiologo in che cosa consiste il processo della digestione, altrettanto vero è che colui che recita il Padre Nostro risente dell’azione del Padre Nostro anche se non si fa dire in cosa consiste. L’azione del Padre Nostro si verifica, perché risiede nel potere dei pensieri stessi. Certo, un’altra conoscenza può aggiungervisi, a conferire al Padre Nostro un significato piú importante, e non ci si deve fermare ad essa. Questo è il cammino che hanno compiuto le verità religiose.

Le vostre anime, che vivono oggi nei vostri corpi, vivevano una volta nella sostanza divina comune dello Spirito, e furono illuminate in uno stato sonnambolico. Senza coscienza dell’Io, potevano percepire come le forze divine spirituali creano. Poi le anime furono inserite nei corpi. Per questo fatto, quella percezione si oscurò per loro sempre di piú, e fu tolta loro anche la possibilità di suscitare artificiosamente quello stato che si era potuto provocare nella scuola degli adepti turani.

Gli insegnamenti e le formule religiose, che sono tratti da quella saggezza originaria che ha creato il mondo stesso, sono solo un’eco dei sentimenti che potevano essere comunicati da uomo a uomo. La saggezza dell’Antico Testamento è per cosí dire trascritta dalle idee originarie, dalla saggezza originaria che costituisce il fondamento delle cose e che la vostra anima ebbe tanto tempo fa. In futuro, ma allora in una coscienza chiara e luminosa, a partire dalla loro anima, avverrà che gli uomini avranno di nuovo quello che hanno posseduto all’origine in una coscienza attenuata di sogno. L’uomo avrà la sua chiara e luminosa coscienza attuale e inoltre l’Illuminazione. Per raggiungere la coscienza di sé, l’uomo ha dovuto abbandonare la chiaroveggenza originaria, e piú quest’ultima si attenuò, piú aumentò la coscienza interiore dell’Io. Quando questa avrà raggiunto il vertice, l’uomo sarà arrivato alla sua ultima incarnazione, avendo in lui come frutto della sua vita l’antica chiaroveggenza e, inoltre, un altro elemento acquisito di nuovo.

Unità nel moltepliceSi sente continuamente questa frase fatta che gli uomini dovrebbero fondersi poco a poco in una coscienza universale. Se perdessero la loro attuale coscienza e si fondessero in una coscienza universale sarebbe per loro la liberazione. Ma le cose non stanno cosí. La coscienza dell’Io, che non era assolutamente presente una volta, sussisterà ancora dopo l’ultima incarnazione. Quello che si è separato dalla sostanza spirituale comune per formare un organismo si fonderà di nuovo nel tutto. Ma adesso, immaginatevi questo nel modo seguente: all’origine c’era dell’acqua chiara, essa è stata aspirata da numerose piccole spugne. Durante questa separazione è stato però assorbito tutto ciò che può essere assorbito dal­l’ambiente. Ogni goccia assorbita si colora di un tono ben preciso. Quando si strizzano le piccole spugne, ognuna rilascia il suo colore. È una diversità di colori cangianti, piú belli di quanto non sarebbero mai potuti essere prima. Cosí ogni uomo, quando ritorna nel tutto spirituale, porta con sé la propria colorazione particolare. È la sua coscienza in­dividuale, che non può andare perduta. La coscienza universale sarà un accordo di tutte le coscienze, un’armonia. Nella libertà, gli esseri che saranno passati attraverso l’umanità saranno una unità. Resteranno molteplici, e dato che vogliono essere una unità, ma non saranno costretti a formare una unità, saranno per questo una unità. Ognuno avrà conservato la sua coscienza e formeranno tutti insieme, per loro volontà, una coscienza unitaria. È cosí che dobbiamo rappresentarci l’inizio e la fine del nostro processo attuale dei mondi.

Non abbiamo il diritto di usare frasi fatte, dobbiamo al contrario considerare le cose come stanno. Parlare di “fondersi in una coscienza universale” è una frase fatta panteista. E se parliamo giustamente dal punto di vista dell’eternità, dovremo porre davanti alla nostra anima una frase che ci indichi che l’umanità non è vissuta invano, che ha avuto un’importanza nell’universo.

In altri termini, colui che si impegna nello studio dei fatti dei mondi si dice, per finire, che l’uomo è chiamato a contribuire un po’ anche lui, a dare un senso a questa vita. All’ultimo, deve depositare sull’altare della divinità la parte che lui stesso ha acquisito. Con questa sarà intrecciato, com’è detto in modo cosí bello, il tessuto che tesse ogni Spirito della Terra. Esso contiene tutti “gli Io” umani, e Goethe ha parlato da vero Iniziato quando nel Faust descrive questo come un processo reale:

Goethe «Evocazione dello Spirito della Terra»

Goethe «Evocazione dello Spirito della Terra»

«Nei flutti del mondo viventi

nel tempestar degli eventi

io salgo e discendo

tessendo, tessendo, tessendo.

Nascita e morte.

Infinita vicenda

un eterno mare,

un alterno operare.

Un rútilo fuoco di vita.

Io tesso, al telaio ronzante

del Tempo

la tunica viva di Dio».

La divinità porterà la veste immortale quando la Terra avrà raggiunto il proprio compito e gli uomini isolati avranno ordito questo tessuto nella loro evoluzione ascendente attraverso le differenti incarnazioni, durante il loro passaggio fra nascita e morte.

Rudolf Steiner (2.di 2)


Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner.

Berlino, 18 febbraio 1907 ‒ O.O. N° 96. Traduzione di Angiola Lagarde.