Solstizio d’inverno: adda passà ’a nuttata...

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

 

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

Andrea di Furia

Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf


 

Solstizio d'inverno: adda passà 'a nuttata...

 

Carissima Vermilingua,

non so mai se rallegrarmi o disperarmi per la tua idiosincrasia verso la storia delle nostre caramellate caviucce, sebbene a tuo discarico registro che anche da parte di tutto il nostro mediano Arcontato delle Tenebre si cade spesso in questo snobistico atteggiamento di sufficienza.

Quello di cui non mi capacito è quanto venga preso sotto gamba dalle nostre tribú infernali, quelle specificamente appartenenti alla Furbonia University. Con il non lieve risultato negativo, un vero demoníaco autogol, di cui dolorosamente dobbiamo prendere coscienza ad ogni Solstizio invernale.

Se ci pensi, stava filando tutto liscio come l’olio. Da millenni l’antica saggezza divino-spirituale andava scemando, e con essa la presa dei nostri colleghi avversari della Fanatic University sul nostro breakfast animico.

Ormai ‒ neppure trascorso un terzo del quarto piccolo eòne post-diluviano, e in via di affermarsi la nostra presa sul popolo guida del momento, quello Romano, anticipazione di quanto avremmo poi fatto con quello Angloamericano che attualmente guida il quinto piccolo eòne post-atlantídeo (come lo definiscono i Malèfici custodi, nostri alleati nella lotta contro le Coorti angeliche del Nemico) – eravamo pronti a intervenire a gamba tesa su quello che reputavamo il centravanti umano della squadra avversaria laggiú in Palestina… e siamo inciampati nei lacci della nostra tignosa sicumèra e prosopopèa.

Tutti, nonno Berlicche compreso ‒ pur se con vari distinguo che è sempre opportuno fare in sua presenza ‒ ci cullavamo nella certezza di aver individuato la linea genealogica corretta: il ceppo regale di Israele. Dei veri Re di Israele, che dalle reiterate deportazioni in Egitto e Babilonia venivano allevati e allenati lontano dagli occhi del mondo: sostituiti da fantocci depistanti su suggerimento di Agenti del Nemico infiltratisi tra le nostre ossificate formazioni difensive.

Erode e magiE pure di questi Re fantocci ci siamo puntigliosamente curati: fino a sfociare nella preparazione atletica di Re Erode per una sanguinolenta e libidinosa strage degli innocenti. Persino per il piú che dubbioso Draghignazzo – va detto a suo merito ‒ ormai era cosa fatta. Fiamme dell’Inferno, Vermilingua! Se rammento che ave­vamo pure dribblato i loro Re Magi… mi cominciano a girare vorticosamente le corna. Addirittura il suggerimento di una furbissima sosta depistan­te per un tagliando informativo da Erode, prima di arrivare a destinazione, era stato coronato dal successo!

E non parliamo poi del pressing sottotraccia che i nostri colleghi-avversari del­la Fanatic University mantenevano ininterrottamente sulla Madre del nascituro, intercettando i possibili pal­lonetti onirici disturbanti pro­venienti dalle retrovie avverse. Tutto, tutto rispondeva po­sitivamente alle nostre attese.

Fuga in EgittoVai a immaginare che l’Ar­cangelo del Popolo ebraico ‒ che reputavamo già nelle nostre unghiute grinfie e che tenevamo in panchina per l’eòne successivo ‒ intervenisse ad avvisare in sogno il Re-padre, tale Giuseppe, avviandolo alla fuga in Egitto con famiglia presso il santuario di Eliopoli. Dove i nostri segugi ossessi ne persero purtroppo le tracce, ritrovandole solo dopo anni a Gerusalemme, quando era ormai troppo tardi e la manovra a tenaglia degli Agenti del Nemico era riuscita in pieno a depistare noi Bramosi pastori: con l’occultare presso un gruppo isolato di Esseni presso Betlemme il centravanti umano vero della squadra del Nemico: quello proveniente dal ceppo sacerdotale nathanico.

Non aver curato come si deve, ossia non aver impedito quest’altra nascita, appunto nel Solstizio d’inverno di oltre due millenni fa, è il motivo delle feroci espiazioni a suon di nerbate contropelo cui siamo tutti tenuti in questa luttuosa giornata di sataniche lamentazioni.

A proposito. Se tu sei disposta a tutto pur di evitare come esecutore Faucidaschiaffi ‒ e fai solo bene, poiché il suo atteggiamento codino e ortodosso è quanto mai esibito in occasioni come queste ‒ debbo dire che la mia preoccupazione è quella di evitare il palestratissimo Ringhio.

E non parliamo poi di chi dovrà servirsi del nostro colossale tutor di macello-marketing al master in damnatio administration, di Frantumasquame…

Per questo, senza aspettare le rituali quattro settimane successive di compianto astrale, prenoto con grande anticipo (e abusivamente già la settimana dopo, da San Silvestro secondo il calendario in àuge sul paludoso fronte terrestre. Tiè!) uno smilzo Farfarello, preventivamente indebolito da un intruglione alloppiante che mi sono fatto abusivamente preparare da una nera Sibilla oracolare. Mi è costato assai, ma lo spiacevole prurito che ne deriva è, se lo paragono, assolutamente sopportabile.

Ho citato appositamente questa triste giornata del ricordo per dire, Vermilingua, che spesso noi cadiamo nelle stesse panie che costantemente strologhiamo per i nostri sformatini emotivi. Siamo o non siamo esseri del Chaos? Vogliamo produrre il Chaos e in quello stesso Chaos finiamo per cadere pure noi.

Ecco, con il fatto che nell’occuparci delle nostre caviucce aulenti dobbiamo anche stare attenti che i nostri alleati-avversari della Fanatic University non si prendano troppe libertà, ci dimentichiamo che le nostre animiche bomboniere sono “esseri in costante evoluzione”: di piccolo eòne in piccolo eòne.

Evoluzione che vogliamo arrestare. Come? Estraendo fino all’ultima goccia quanto deriva dal passato: fino ad ora gestito dai fanatici colleghi, infernali seguaci del paradisíaco Tentatore. Questa è l’origine del fatto che ogni tanto andiamo in caotica confusione: assist di cui gli odiatissimi Agenti del Nemico si approfittano subito. Dannazione!

Senza questa nozione di “essere in evoluzione” riferita all’abitatore di quel granulo terràcqueo, il fatto che instilliamo nelle nostre proteine emotive il dualistico concetto di Ordine e Chaos va benissimo… perché tertium non datur. Non dato perché da noi viene occultato ciò che piú conta per loro: l’evoluzione.

Con il pensare scientifico moderno… meglio, con il “pensato” scientifico moderno, non si accorgono della bellicosa fissità di questi due concetti in realtà dinamici. Dei quali noi della Furbonia ci sobbarchiamo l’aspetto Chaos, mentre i colleghi della Fanatic si accollano l’aspetto Ordine, l’aspetto Cosmos.

In realtà è cosí che estromettiamo il Nemico dall’uomo che evolve, dopo il suo beffardo ingresso sul paludoso fronte terrestre. Se infatti segui su Fàucibook i quadri rituali delle sadiche ordalie sulle masse infernali meno acculturate ‒ trasmessi anche sulla rete Infernet in video-strepiting ‒ masse naturalmente indegne di frequentare un master alla Furbonia University, ti rendi conto che le stazioni dolorose iniziano quando il Gesú sacerdotale natanico riassorbe in sé il Gesú regale salomonico, continuano fino al battesimo nel Giordano in cui il tertium non datur, il Nemico stesso, sostituisce quest’ultimo nella triplice compagine del Gesú natanico… fino a terminare con la via crucis sul Golgotha.

Naturalmente fino al venerdí, dato che sia il sabato della Sua discesa agli Inferi, sia la domenica di Resurrezione non possono essere sopportati neppure dal piú masochistico tra noi.

Una vendetta che va consumata con fredda lentezza Vermilingua, questa dell’estromissione del Terzo che è il detentore vero dell’evoluzione umana, e che non vogliamo goda ancora come “terzo incomodo” tra le nostre due litigiose Università infernali.

Ora su quel sassetto cosmico ‒ se vogliamo trasporci nell’attuale piccolo eòne anglo-germanico ‒ il pensare scientifico, su nostro preciso input, ha comodamente circoscritto il concetto di evoluzione al regno vegetale/animale. La loro scienza è orientata esclusivamente alla natura, a ciò che sivede-sisente-sitocca

È scienza (slap) negatrice dello Spirito – perdona il soddisfatto filino di semiliquida bava che cola dalle mie fàuci – e non può vedere l’uomo che come “superanimale”. Dunque, finale coronamento dell’evoluzione. Quindi, appunto, totalmente incapace di ulteriore evoluzione animico-spirituale. Ri-tiè!

Il corollario è che il tipo umano antico e quello moderno sono astrattamente resi uguali: al massimo si ritiene il primo dotato della qualità dell’infantilismo e della bambineria, se si paragona il mondo del Mito antico con quello della Tecnica moderna. E fa veramente impressione considerare la totale assenza di logica nella logica astratta degli abitanti di Tontolandia. Come può essere identico un essere che solo due millenni fa costruiva acquedotti capaci di durare millenni (un prodotto tecnico, no?)… con un essere che costruisce smartphone (un prodotto tecnico) che durano 6 mesi prima di diventare obsoleti? O se vuoi viadotti autostradali (un prodotto tecnico piú simile all’acquedotto) che cominciano a degradarsi dopo appena 30 anni, quando non dopo solo alcuni mesi?

Naturalmente per continuare questo vantaggio antisportivo e far giocare gli Agenti del Nemico sempre con l’handicap, dobbiamo tenere il nostro delizioso dessert emotivo nell’illogica di una dualità sempre piú ossificata: artefice di ogni scontro, anche sociale, moderno.

È evidente che ove si voglia passare dalla scontrosa dualità all’armonica polarità ci vuole un terzo elemento ‒ apparentemente prodotto dai due, ma in realtà concreta origine “quest’ultimo” degli altri due – con il quale effettuare il passaggio epocale dalla dualità alla polarità.

Nel momento infatti che un polo positivo si confronta con un polo negativo, polarmente appunto, un terzo elemento (l’elettricità, ad esempio) risulta dal ritrovato equilibrio tra i due poli.

Cosí quell’equilibrio che manca (slap,slap) nello scontro tra chaos-furbonico e ordine-fanatico è proprio l’uomo in evoluzione a doverlo, consapevolmente, cercare di attuare. Uomo, però, che sappia di essere… in evoluzione. Altrimenti quest’epoca dell’anima cosciente, che quel dilettante allo sbaraglio del Demiurgo ha inutilmente predisposto per loro, passerà utilmente solo per le nostre due Università infernali. Triplo-tiè!

Diavoletti boxeurTi faccio un esempio che necèssita di una premessa immaginativa: se è vero, come è vero, che l’immagine adeguata per la Dualità è l’incudine e il martello (o due boxeur con i guantoni che si affrontano), l’immagine adeguata alla Polarità è quella del pendolo (o degli ovali di Cassini immaginativamente messi in movimento) che ti fa percepire come l’impulso da un polo passi all’altro e di come, viceversa, una volta esaurita la propria forza accolga, di ritorno, la forza dell’altro polo.

Il rapporto tra Chaos e Ordine pertanto, se vogliamo attenerci alla realtà dei fatti e non alla logica dell’astrazione – e premetto che quanto dirò mi disgusta ferocemente, ma vorrei farti capire fino in fondo la questione perché è importante per gli obiettivi bellici della nostra Satanica Alleanza ‒ andrebbe visto cosí: dal Cosmos (dall’ordine inteso come armonia) nasce il Chaos e dal Chaos nasce il Cosmos. E quale perno di questo pendolo, in mezzo chi ci sta? Chi fa sí, ora, che l’un polo trapassi nell’altro e viceversa? In medio stat homo, come direbbe il gossiparo Gozzoprofondo per darsi un tono da erudito.

Qui sta la motivazione per quei muri di viltà e avversione verso il Mondo spirituale ‒ il mondo che guida la loro evoluzione tra questi due poli ‒ che erigiamo attorno alle loro animucce quèrule e che qualcuno vorrebbe inopportunamente evidenziare per renderli coscienti di questo ruolo.

 

Agente del Nemico: «È la paura dell’oggi, ma anche l’odio contro la vita spirituale attiva e vivace nella quale dobbiamo penetrare, se davvero si vuol tendere a un’evoluzione dell’Umanità. …Se ci si compenetra nell’anima con il “monismo” [la sostanziale unicità dell’Essere, che esclude dualisticamente il pluralismo dell’Essere], se ci si compenetra in generale con questo spirito della scienza moderna, in quanto uomini si diventa estranei per il proprio prossimo, si sviluppano impulsi antisociali nell’uomo».

 

E come dice bene, Vermilingua! Prendiamo infatti un assunto della scienza sociale moderna sponsorizzata da noi: nell’organismo sociale umano va trasferito l’ordine sociale che vediamo cosí ben attuato – ma dopo migliaia di anni ‒ nel mondo animale.

Cosí, ritengono gli scienziati moderni, portiamo ordine (Cosmos) nel disordine sociale attuale (Chaos). Se per esempio studiamo i formicai e vediamo che lí tutto fila perfettamente, non ci sono code nelle gallerie e al minimo problema interviene un gruppo espressamente dedicato al problema e lo risolve al volo… ecco che i nostri sorbettini emotivi scienziati ne traggono la conclusione che l’ordine presente nel formicaio (slap, slap, slap) va bene socialmente anche per l’uomo.

E che ti fanno? Progettano le città formicaio: metropoli impossibili da vivere per l’uomo, se le si pensa armoniche! Metropoli in cui convivono asocialmente anche decine di milioni di uomini-formica. Dunque, dato l’attributo, non piú uomini ma animali. Tiè!

Rifletti Vermilingua: città come Parigi o Bologna – la prima visitata con i tour del dopolavoro editoriale per assistere, tra il 23 ed il 24 agosto 1572 tempo terrestre, alla notte di San Bartolomeo in cui abbiamo potuto apprezzare la spietata strage degli Ugonotti; ma soprattutto indicativa è la seconda visitata insieme, súbito dopo, per assistere alla tecnologica strage ferroviaria della mattina di sant’Eusebio, il 2 agosto 1980 – si sono sviluppate in millenni, mentre ora si progettano agglomerati urbani da 2 milioni di persone e li si costruiscono in 3 anni (dícasi tre!). Per non parlare della società di costruzioni cinese che ha ultimato in 19 (diciannove) giorni un grattacielo di 57 piani e che conta di realizzare una città-grattacielo di 220 piani, un colossale Condominio-Ziqqurat da 300.000 abitanti, tanti quanto quelli di Bologna, in appena tre mesi!

Ebbene ‒ anche se questo ti fa ulteriormente capire quanto le nostre acciughine emotive di oggi, in questa incarnazione, siano ben diverse da come erano loro stesse nelle incarnazioni precedenti – che armonia sociale pensi possa sussistere in questi agglomerati urbani cosí vasti? Dove il nostro ammazzacaffé animico è costretto in habitat cosí inumani (slap) solo per andare incontro all’illusoria e insana idea astratta scientifica che i sani istinti animali vadano imitati anche nella strutturazione del sistema sociale umano?

La realtà dei fatti, per la quale fortunatamente sono ancora completamente ciechi nonostante le campagne avverse degli Agenti del Nemico, dimostra che portare l’istinto sociale animale nel­l’umano scatena feroci istinti antisociali nell’umanità: tutti da sedare nella costrizione e nel sangue.

Il che è logico se non si pensa l’uomo come il perno del pendolo che dal piatto dell’Ordine (siamo partiti dalla strutturazione sociale animale) va al piatto del Chaos (siamo giunti alla strutturazione sociale umana).

E qui la cosa si complica ‒ fortunatamente per noi, la loro mobilità di pensiero è piú simile all’incudine che alla ruota ‒ perché se il piccolo eòne greco-romano era socialmente molto ordinato, tanto da far nascere il diritto moderno, ecco che si sperimenterà per la forza dei fatti, evolutivamente, che dall’Ordine si produce il Chaos attuale nel piccolo eòne anglo-germanico successivo. Caratterizzato dal fatto ulteriore che ivi l’uomo fuoriesce definitivamente dall’ordina­mento istintivo dal gruppo etnico e popolare – se non ci mettiamo una pezza noi Bramosi pastori della Furbonia ‒ per entrare nella caotizzante fase che gli è necessaria per diventare individuo singolo coscientemente fondato sui suoi piedi.

E si complica ulteriormente poi, se procediamo secondo la realtà dei fatti Vermilingua. Poiché, anche se la scienza naturale moderna non se ne può avvedere (dato che guarda esternamente la natura e non interiormente l’uomo), la nostra ciliegina sotto spirito emotiva sta evolvendosi ulteriormente dall’animalità ancora legata alla corporeità – ma noi faremo di tutto per contrastare questa degenere volontà degli Agenti del Nemico – per diventare ahinoi sempre piú animico-spirituale: per diventare quell’Io che dice di essere, ma di cui fortunatamente per ora ha soltanto la forma fisica.

Il che comporta due cose: il passaggio inizialmente dall’antico Ordine gruppale al moderno Chaos individuale, per poi addivenire all’Ordine sul superiore piano animico-spirituale: dal­l’anima cosciente al Sé spirituale.

Le due cose vanno perciò afferrate non solo dal punto di vista esteriore, ma anche da quello interiore. Per cui, pur interpenetrandosi durevolmente nell’interiorità umana (attualmente nel conscio il disordine e nell’inconscio l’ordine), temporalmente sono state distribuite in due piccoli eòni contigui, secondo l’astrusa volontà del Demiurgo. Il quinto piccolo eòne, l’attuale, sarà dunque all’insegna dell’antisocialità dell’individuo, che sviluppa la sua anima cosciente interiormente e proprio per questo, per non sviluppare un’ulteriore e piú raffinato egoismo, ha bisogno esteriormente di una strutturazione sociale tridimensionale (Libertà nella Scuola, Eguaglianza nello Stato, Fraternità nel Mercato) che consapevolmente ne mitighi gli impulsi antisociali.

Viceversa il prossimo sesto piccolo eòne che va già preparandosi sarà all’insegna dell’armonia sociale. Tanto che alcuni Agenti del Nemico hanno già battezzato quella futura società umana col disgustoso nome di Filadelfia: amore fraterno.

E che il tipo umano del presente tempo terrestre abbia istintivamente nel suo DNA animico-spirituale il carattere dell’antisocialità (non della socialità), dimostra di averlo ben osservato quel­l’odiatissimo Agente del Nemico. Eccoti un veloce e sintetico copincolla dal mio inesauribile moleskine astrale.

 

Agente del Nemico: «Difficilmente si può parlare del problema sociale se non si ha l’inclina­zione a penetrare realmente l’intima natura dell’uomo, a penetrare il fatto che, per esempio la Borghesia è in sé portatrice di impulsi antisociali. L’essere borghesi consiste essenzialmente nel fatto di creare per sé una sfera di vita in cui essere tranquilli …nel creare un’isola di vita su base economica sulla quale dormire per quanto riguarda tutte le altre situazioni, salvo qualche abitudine di vita che egli sviluppi a seconda delle sue simpatie e antipatie. …Il possesso del Borghese addormenta, la necessità di lottare nella vita [del Proletario oggi precario, esodato-pensionato ecc.] sveglia».

 

In sintesi, Vermilingua, questo è uno scorcio psicologico molto importante: da una parte l’as­sopimento borghese a causa del possesso fa sviluppare impulsi antisociali perché non si desidera… il sonno sociale; mentre dall’altra parte la continua sollecitazione al guadagno per sopravvivere fa sorgere nelle relazioni sociali il desiderio di addormentarsi. Entrambi impulsi antisociali polarmente opposti, armonizzabili soltanto da una decisa strutturazione tridimensionale del sociale moderno… cui noi Bramosi pastori della Furbonia sempre ci opporremo tacciandola (slap) di utopia, inopportunità e complicazione… e preferendo ad essa persino la litigiosa bidimensione impulsata dai Malèfici custodi della Fanatic University, ove non potessimo imporre la distruttiva bacchetta magica, anche via Sqwitter e Fàucibook, della nostra prevaricante monodimensione sociale malata.

Come vedi, se noi stessi snobbiamo la conoscenza delle intenzioni del Demiurgo come sopra riportate ‒ e ci giustifichiamo per il voltastomaco astrale che sempre ne deriva ad ogni grintoso Top manager della tentazione infernale ‒ corriamo il rischio di inceppare la nostra azione offensiva o difensiva che sia nel momento tòpico. Esattamente come quella tragica notte del Solstizio d’inverno di due millenni fa.

Adda passà 'a nuttataDannazione, Vermilingua! Nessuno dei nostri era presente per rovinare l’annuncio ai poveri cuori dei Pastori nella fredda notte di Betlemme, quando l’oscurità notturna fu interrotta dall’irra­diare della Luce dei Cori angelici del Nemico, presaghi della nostra bruciante sconfitta.

Abbiamo colpevolmente lasciato campo libero al Nemico di coccolare quel Bambinello che in realtà è riuscito a riportare sul paludoso fronte terrestre quanto dell’originario Uomo spirituale le Coorti del Nemico erano riuscite a preservare dalla paradisíaca tentazione del Master Illusionis, del Perfido Rettore della Fanatic University.

Un autentico autogol, che è giustissimo far espiare ferocemente in questo rude format lacrimale delle nerbate contropelo. Adda passà ’a nuttata, Vermilingua… con le dovute precauzioni, però!

 

Il tuo penitentissimo                                                                        Giunior Dabliu