Immagine – Riflesso
Quando alle prime luci
l’iride si schiude,
l’oro del mattino risorge
vivo dalle acque, e mentre s’alza,
portando con sé i suoi raggi
come veli di sposa,
il riflesso galoppa in superficie
e lo segue passo passo.
Come specchio su calme acque
o come ombra su campi arsi,
da sempre imita l’autentico
in un gioco di inganni e di parvenze.
Il tramonto allunga le ombre
verso est in un preludio
di timore e di incertezze.
Cosí la notte cela il pudore
e l’uomo si nasconde
dietro maschere di cera.
Senza luce, niente ombre.
Un rotismo perfetto regolato
da immutabili ritmi siderali.
Alla notte segue il giorno:
coscienza desta vivifica la mente.
Nuova luce, nuove ombre.
E ricomincia
l’irrefrenabile maratona
delle ombre e dei riflessi,
sulle bianche case
e sui pagliai di campagna.
Inevitabile coesistenza:
Immagine – Riflesso.
La luce riflessa è sempre piú fioca,
il calore riflesso non scioglie la cera,
l’amore riflesso non scrive poesie,
il pensiero riflesso non domina gli Eoni;
il pensiero solare è scettro tra Essi.
Pietro Sculco
Da troppo tempo, poesia, ti ho abbandonato,
cara compagna della mia solitudo.
Senza te, troppo duro il deserto del mondo.
Da te fluisce l’acqua di vita eterna,
la saggezza, e con essa l’amore che m’inonda.
Sorella, amica mia, madre che nutri
di musiche celesti le mie fibre,
scorri come ruscello lento, pacato,
che ardore di sole non prosciuga
e pioggia non ingrossa a dismisura.
Che tu non sia torrente che travolge,
ma fonte di continua ispirazione.
Ogni giorno cosí della mia vita
sarai presente. Delicata,
gentile guiderai ogni istante
alla meta celeste, perché il tempo
della vita umana non sia
perduto mai: tutto si volga,
sia tutto dedicato all’amore che tesse
di continuo il mondo.
Alda Gallerano
Canta usignolo,
perché tu sai.
Io che non so,
devo uscire nella notte,
sotto la pioggia,
che non può mentire
alle pozze d’acqua
e al vento freddo.
Devo uscire,
incontro alla macchia
chiara di calce,
sull’asfalto grigio;
incontro al maniaco
che mi passa accanto,
incontro all’artificio umano;
incontro all’uomo
che non ha coraggio;
incontro a colui
che ha il pensiero oscuro
e gli occhi bassi.
Vivo per quest’aria
innocente,
con l’anima aperta,
perché Dio venga dentro.
Lirica e dipinto di Letizia Mancino
Gennaio
Ho sentito la campagna parlare
non si vedeva niente
ma diceva:
io rinasco, questo vento freddo
porta la primavera.
Ho sentito la morte della terra
e ora
in questo vento
senza che nulla si vedesse
sento
la terra parlare.
Stelvio
Qualcuno non ci sta
Ricordate Nottingham, la città del prode Robin Hood, del vile principe Giovanni e del crudele Sceriffo? Ebbene, la città inglese ha rinverdito gli allori della leggenda cooptando una renna per uno spettacolo natalizio di dubbio gusto.
Un bizzarro edonismo
è quello che a Natale,
cedendo al consumismo,
ha messo un animale
per calcolo e dileggio
legato a una catena
nell’area di un parcheggio
senza vergogna o pena.
La renna incatenata,
sognando una lattuga,
rotti i ceppi si è data
a un’improvvisa fuga.
Ma non l’hanno imitata
l’aragosta e il cappone,
il dentice e l’orata,
il tacchino e il salmone,
tutte creature queste
conciate per le feste,
finite nel tegame
non per l’umana fame
ma solo per lo sfizio
di mandare al supplizio
tra mille patimenti
le anime innocenti.
Egidio Salimbeni