«L’ira è bensí un moto luciferico, in quanto sentimento, ma nasce dall’impulso d’avversione ahrimanico. Invero l’ira non può venire dall’Io, o dall’anima consonante con l’Io. Dall’Io e dall’anima può fluire unicamente l’obiettiva capacità di armonizzarsi con gli esseri e con le cose, una essenziale capacità di accordo: ma appunto una simile capacità è la forza guaritiva».
Massimo Scaligero, Guarire con il pensiero.
Il moto dell’ira scaturisce dai fondali della paura, su cui si aggrappa e ci avvinghia la freddezza dell’essere ahrimanico, tradotta in impulso successivo d’avversione.
L’ira è una stonatura degli accordi musicali, un’autentica stecca sonora.
La forza dell’Io, insita nel non-egoismo, riconduce l’astrale sotto l’ondeggiare ritmico della sua bacchetta d’orchestra, fino alla modulazione del suono, che ritrova l’affinità con la coscienza eletta ad autocoscienza.
L’Io funge da guaritore con l’acquisizione delle forze di conoscenza.
L’ira e la paura sono i serpenti tenuti in pugno dalla verga del Caduceo, dalla Terapia.
Angelo Antonio Fierro