Sul mistero del "Fantoma"

Esoterismo

Sul mistero del Fantoma

Dice ancora Steiner: «In realtà, ciò che vive nell’uomo come rappresentazione si comporta, nei confronti di ciò che vive come forma nel mondo esterno, allo stesso modo della serie dei numeri positivi rispetto alla serie dei numeri negativi e viceversa. Diciamo pure: è come per i crediti e i debiti: ciò che è credito per gli uni è debito per gli altri e viceversa. Arriviamo qui al fatto che ciò che nel mondo esterno è forma, vive nell’uomo come negativo Se quindi dico: fuori, nel mondo esterno, vive un corpo che ha materia, devo anche dire: se rappresento la sua forma, devo rappresentare anche la materia in modo negativo. E in che modo si caratterizza la materia, per me come uomo? Si caratterizza per il suo effetto di pressione.

Positivo e negativoSe dalla materia che si manifesta come effetto di pressione passo alla mia rappresentazione della forma, devo trovare il negativo della pressione: l’effetto di aspirazione. Ossia, non possiamo rappresentare materialmente ciò che avviene nell’uomo come rappresentazione, se raffiguriamo simbolicamente la materia come positiva. Dobbiamo rappresentarci il contrario. Dobbiamo pensare che nell’uomo agisce qualcosa che è opposto alla materia, come il negativo al positivo. Dobbiamo rappresentarci ciò che agisce co­me un effetto di aspirazione. Se andiamo oltre la materia, arriviamo al nulla, allo spazio vuoto. Ma se andiamo ancora oltre, arriviamo al meno-che-nulla, a ciò che aspira (assorbe) la materia, passiamo dall’effetto di pres­sione a quello di aspirazione. E qui siamo arrivati a ciò che si manifesta a noi come rappresentazione.

E se osserviamo dall’altro lato gli effetti del calore, vediamo che vanno nel negativo, perché passano in noi, escono dallo spazio e ‒ per continuare l’immagine ‒ sono assorbiti da noi. Li possediamo nella loro immagine negativa. Non sono diversi, come una somma non cambia se è credito per gli uni e debito per gli altri. Il calore esterno non cambia, quando agisce in noi: anche se dobbiamo indicarlo con un nulla, con segno negativo, non cambia affatto.

Ma per la forza stessa dei fatti, vedete che siamo costretti a rappresentare noi uomini non come qualcosa di materiale, ma a premettere che esiste in noi qualcosa che non solo non è materia, ma che anzi si comporta, rispetto alla materia, come l’aspirazione rispetto alla pressione. E se pensate alla nostra essenza umana nella sua purezza, dovete immaginarla come qualcosa che assorbe, che annulla continuamente la materia».

 

Proseguendo, ancora una volta Steiner dimostra la reale essenza del calore, quale ponte che, attraverso e per mezzo dell’uomo, fa da mediatore tra subsensibile e sovrasensibile, evidenziando il tutto in uno schema riassuntivo presentato piú sotto.

 

«Non è possibile rendere questo pensiero accessibile come si vorrebbe oggi secondo la ricerca della cosiddetta evidenza. Per vedere queste considerazioni come considerazioni reali, dovete elaborarle interiormente, collaborando. E se continuerete il pensiero, troverete che esiste un’affinità tra solido e vivente, tra liquido ed effetto chimico, tra gas e luce, e che il calore sta in certo senso a parte, ma anche che questo rapporto non si esprime immediatamente nel campo terrestre. Questo rapporto ‒ come appare sulla Terra ‒ indica un altro rapporto, che vi fu un tempo e ora non è piú. I rapporti interiori tra le cose si fanno penetrare nella rappresentazione del tempo. Se guardate un cadavere, siete portati in rappresentazioni temporali. Il cadavere è là, dovete osservare tutto ciò che ne fa un cadavere, che gli dà quel­l’aspetto. Dovete osservare l’animico-spirituale, perché il cadavere di per sé non ha alcuna possibilità di sussistere. Non si darebbe mai un corpo umano senza la presenza dell’animico-spirituale. L’aspetto del cadavere vi costringe a dire: è come se fosse stato abbandonato da qualcosa. Ed è come se diceste: il solido terrestre è stato abbandonato dalla vita, il liquido terrestre dalle emanazioni degli effetti chimici, il gas terrestre dagli effetti irraggianti di luce. E se dal cadavere passiamo a guardare di nuovo la vita alla quale era legato per l’animico-spirituale dai corpi solidi della Terra, gettiamo uno sguardo nel passato e riportiamo questi corpi solidi a stati fisici precedenti, a quando il solido era legato alla vita, quando la Terra intera non era un solido come è ora, nello stesso modo in cui quel cadavere non era un cadavere cinque giorni fa, quando il solido non era dappertutto nel terrestre, dove solo il solido può apparire legato alla vita; dove solo il liquido può apparire legato ad effetti chimici e solo il gas legato ad effetti di luce. Dove, in altre parole, non c’era gas che non fosse interiormente illuminato, che non brillasse contemporaneamente per i suoi addensamenti e rarefazioni interiori, si oscurasse e fosse fosforescente come a ondate; dove non solo c’era il liquido ma anche un vivo e continuo effetto chimico. E alla base di tutto era la vita che si consolidava, come si consolida per esempio nelle formazioni delle corna dei bovini; dove la vita evaporava, si liquefaceva, e cosí di seguito.

Effetti dei campiIn breve, la stessa fisica ci sospinge nel nostro tempo a un tempo anteriore, a quando la Terra aveva campi diversi, quando ciò che ora è diviso ‒ i campi del gas, del liquido e del solido da un lato, e i campi della luce, degli effetti chimici e della vita dall’altro ‒ tutto ciò era riunito. Questi campi non si intersecavano, erano come ripiegati e il calore in mezzo. Apparentemente non partecipa all’appaiarsi di qualcosa di piú materiale e di qualcosa di piú eterico. Ma per il fatto che si trova nel mezzo, è evidente ‒ di una evidenza di cui non esiste maggiore ‒ che partecipa delle due nature. Se indichiamo i campi superiori come campi dell’etere e quelli inferiori come campi della ponderabilità, è naturale che il calore sia per noi qualcosa che, nella sua propria essenza, sia uno stato di equilibrio tra le due serie. Troviamo nel calore uno stato di equilibrio tra l’eterico e il materiale-ponderale: è contemporaneamente cioè etere e materia che, proprio per il fatto di essere duplice, ci spiega quello che troviamo sempre nel calore: le differenze di livello, senza le quali non potremmo fare nulla, né osservare nulla nel campo del calore».

 

Dopo aver esaminato, con un certo approfondimento, l’organismo di calore umano, si prosegue considerando che, oltre questo, fa parte del nostro corpo fisico-minerale anche un organismo d’aria, e questo è particolarmente sensibile a tutto ciò che nell’uomo si manifesta come moti del sentire, capaci di modificare il ritmo del respiro. Come l’Io agisce con la sua volontà fin nel corpo fisico, organizzando l’organismo di calore, cosí il corpo astrale opera con il sentire fin nel corpo fisico, organizzando l’organismo d’aria. Anche qui si ricorda che l’aria ha come causa l’etere della luce, ma come elemento appartiene al regno minerale. Lo stesso avviene per l’elemento liquido, del quale si è composti per piú del settanta per cento: si è anche una colonna d’acqua. L’Antroposofia insegna che quanto nell’uomo avviene come circolazione di liquidi, è sotto la direzione del corpo eterico. Non v’è azione del corpo eterico che non influenzi il fluire dei liquidi nel corpo fisico, e giacché fra questi c’è il sangue, si deve prendere atto che questo liquido cosí “peculiare”, per dirla con Goethe, è sí il supporto fisico dell’Io, ma è sempre sotto l’azione delle forze del corpo eterico. Ora, si ricordi ancora che i liquidi – l’acqua in senso occulto − hanno la loro causa nell’etere chimico o del suono, e questo, unito a quanto si sta per dire, dovrebbe far meditare molto. Con l’elemento acqua si deve prendere in esame l’etere chimico o del suono: tutto quanto avviene fuori e dentro l’uomo come chimismo, come aggregazione e disaggregazione di sostanze in svariatissime forme, è effetto proprio di questo etere: ora si dovrà considerare il pensare da questo punto di vista. Cos’è il pensare, infatti, se non tessere rappresentazioni, immagini in forme di pensiero? Il nostro pensare, in quanto forza eterica, è effetto dell’attività dell’etere del suono.

L'albero della vitaRudolf Steiner spiega che gli uomini dovranno riconquistare il dominio sui quattro eteri, il cui ordine interiore fu in loro scompaginato a causa del peccato originale. Infatti, all’uomo fu impedito di continuare ad usare l’etere del suono e quello, ancora piú potente, della vita: per dirlo con la Bibbia gli fu interdetto il godimento dell’Albero della Vita, per cui da allora non ha piú il dominio sia sull’etere chimico che sull’etere della vita.

Conseguenza molto importante di questi fatti, fu che l’uomo non poté sviluppare un pensare individuale ed il senso del linguaggio, per possedere i quali dovrà ridominare prima l’etere della vita; ma neanche il senso del linguaggio parlato, per godere del quale dovrà ridominare l’etere del suono. Il corpo eterico controlla tutta la fisiologia del corpo fisico, ma esso, per mezzo dell’azione dell’etere del suono, è anche alla radice dell’attività pensante, però sperimentabile solo come vivente corrente di forza eterica, non come risultato finale ‒ e quindi morto ‒ del pensare, ovvero i normali pensati quotidiani. L’etere della vita e quello del suono sono le vere forze che muovono e formano il pensare, e l’etere del suono, come muove i nostri liquidi formando e disaggregando sostanze, cosí forma e scioglie concetti e aggregazioni di concetti tessendo rappresentazioni e immagini. Dietro l’etere del suono si deve sempre scorgere l’onnipresente etere cosmico, in cui vibra l’armonia delle sfere di pitagorica memoria, ma, ancora piú dietro e come prima causa il Logos, il Verbo creante dal principio secondo il prologo del Vangelo di Giovanni. Considerando in sintesi i nessi tra l’organismo liquido del corpo fisico, l’etere del suono, il corpo eterico, l’etere cosmico, l’armonia delle sfere e il Logos, si deve avvertire un punto cruciale del divenire dell’essere, e tra poco si aggiungerà un ulteriore elemento di riflessione di particolare valenza.

Per terminare la disamina degli organismi che compongono il corpo fisico umano, rimane da osservare il vero e proprio organismo minerale, la parte piú densa e indurita del corpo fisico, quella che, specie con le ossa e i muscoli, dà la sua forma al corpo umano.

Quindi, riassumendo il tutto e partendo dal basso, si ha:

  l’organismo minerale organizzato dalle forze del corpo fisico, il quale permette l’agire all’esterno del nostro volere, sul quale agisce in particolare l’etere della vita;

l’organismo acqueo regolato dal corpo eterico, che per mezzo dell’etere del suono è a fondamento, tra l’altro, della forza pensante;

l’organismo d’aria controllato dal corpo astrale, che per mezzo dell’etere della luce genera in noi tutti i moti del sentire;

in ultimo, si ritorna all’organismo di calore attraverso il quale il nostro Io può agire, col volere, fin nei muscoli.

Si deve, però, differenziare l’organismo di calore dagli altri, perché questo, per la natura stessa del calore, ha la qualità unica d’interpenetrare, permeare tutte le sostanze del corpo fisico: può riscaldare l’organismo aereo, quello liquido, e persino, penetrandolo, quello minerale fin nelle ossa. Solo il calore ha questa facoltà, e ciò perché è lo strumento dell’Io nel corpo eterico, che per mezzo di quest’elemento, in parte fisico e in parte eterico/animico, può operare su tutto il corpo fisico. Da questo punto di vista si spiega come l’Io, avendo come supporto nel corpo eterico l’etere di calore, può, tramite il calore fisico, agire anche nel corpo fisico per mezzo del caldo fluire del sangue.

Ma si faccia anche un’altra riflessione, che come prima si accennava, si rivelerà pregna di nessi e sviluppi conoscitivi su come agisce lo Spirito divino nell’uomo: quanto si è descritto costituisce l’intero uomo durante lo stato di coscienza di veglia, ma cosa accade in quest’articolata compagine umana quando si addormenta? Si sa che la parte spirituale, il corpo astrale e l’Io, abbandonano il corpo eterico e quello fisico. Quando ciò accade, l’organismo di calore e quello d’aria non sono piú dominati, rispettivamente, dall’Io e dal corpo astrale umano; invece il corpo eterico, che tramite l’organismo acqueo rimane collegato al corpo fisico anche nel sonno piú profondo, continua a essere attraversato dalla corrente eterico-cosmica dell’etere del suono, ovvero dall’armonia delle sfere, dal Logos, dal Cristo, che lo alimenta costantemente della Sua essenza. Si distingua bene: il corpo eterico umano è composto dall’etere di vita, dall’etere di suono, dall’etere di luce e da quello di calore, ma è proprio per mezzo dell’etere di suono che, anche mentre dormiamo, è sempre attraversato dal Verbo creante, dalla Parola universale, dall’Armonia delle sfere che, senza posa, lo beatificano con le grazie del Cristo agenti, attraverso l’organismo acqueo, fin nel corpo fisico.

Figure di ChladniSi riesamini tutto da capo: il nostro corpo eterico − formato dall’etere della vita, dall’etere chimico o sonoro, dall’etere della luce e da quello del calore − e ai correlati organismi del corpo fisico, sono continuamente attraversati dai suoni creanti che, senza sosta, li beatificano ricostruendo quanto distrutto per la coscienza di veglia. Ciò, tra l’altro, sta a fondamento dell’attività pensante, e tanto piú lo diventerà, quanto piú si diverrà capaci di pensare vere immaginazioni sviluppando la coscienza immaginativa. Per accettare e comprendere ciò, si deve ricordare che il suono, anche sul piano fisico, crea immagini: Steiner ricorda sempre le famose “Figure di Chladni”. Questo scienziato le produceva cospargendo di una polvere finissima una sottile lastra, e facendola vibrare con suoni differenti. La polvere, sotto l’azione delle diverse vibrazioni sonore, si disponeva secondo forme univocamente correlate ai suoni. Seguendo questi pensieri si aggiunga che di notte, quando dormendo si sogna, ci si può rendere conto della fantasmagorica capacità di formare immagini di questo stato di coscienza. Se ci si innalza al livello superiore a quello di veglia, cioè allo stato di coscienza immaginativa, questo già testimonia che ci si trova di fronte a un enorme potere creativo, giacché quelle immaginazioni non saranno “mere immagini” prive di sostanza e vita, ma veri esseri viventi nell’uomo che se ne rivestono. A quanto detto finora, si aggiunga la rivelazione di Rudolf Steiner, nella quale ci spiega che se un uomo, mentre pensa un ideale morale, è capace di entusiasmarsi, di riscaldarsi animicamente per questo, allora induce un aumento di temperatura anche nel proprio organismo fisico di calore, aumento che sarebbe pure possibile misurare. Qui si tocca, quasi con mano, come un elemento ideale-spirituale − l’ideale morale − agisca, attraverso l’elemento animico, direttamente sul fisico, poiché l’organismo di calore del nostro corpo fisico fa parte del regno fisico-minerale come l’aria e l’acqua. Qui lo Spirito inizia ad avere il punto di presa sul fisico: cosa si vuole di piú? Quante volte ci si è chiesti: ma dove e come agisce in noi lo Spirito? Se ne parla tanto, ma dove si trova in noi? Ora ci si può rispondere, e se veramente lo si vuole, si riuscirà anche a sperimentarlo: basta riuscire a entusiasmarsi per un ideale morale. Le cose, però, non finiscono qui. Steiner insegna che questo organismo di calore, cosí modificatosi per effetto di un caldo pensare morale, diviene capace − influenzando e modificando l’organismo d’aria e il corpo astrale ad esso correlato − di generare in questi dei “germi di luce spirituale”. Steiner spiega ancora il seguito di tale fenomeno: i “germi di luce spirituale” cosí generati, a loro volta agiscono, modificandolo, sull’organismo liquido e sul corpo eterico ad esso legato, facendovi nascere dei “germi sonori spirituali”. Si ricorda di passaggio che questi “germi sonori”, permanendo nel corpo eterico e per mezzo dell’organismo liquido, possono agire con continuità sul corpo fisico anche quando dormiamo. Se si ripensa a quanto si è detto prima sull’armonia delle sfere e sul Verbo creante, si possono aprire molti temi di meditazione. Ma ancora non si è al termine di questo meraviglioso processo, che inizia a una conoscenza, a una Sophia fondata sull’Anthropos, a una vera Anthropos-Sophia operativa. I germi sonori spirituali, che essendo frutti di veri ideali morali sono cristicamente attivi nell’organismo minerale del vero e proprio corpo fisico − ovvero nei muscoli, nei nervi e nelle ossa − generano dei “germi di vita”. Questi germi di vita, cosí generati nel corpo fisico, tornano poi a depositarsi nel corpo eterico per tutta la nostra vita, in attesa di liberarsi quando quest’ultimo dismette il corpo fisico con la morte. Con l’attraversamento della porta della morte, ogni uomo offre al mondo animico-spirituale i germi di vita e le sorgenti sonore spirituali per quanto ha voluto moralmente, i germi di luce spirituale per quanto ha sentito moralmente, i germi di calore-amore per quanto si è riscaldato d’entusiasmo per i pensieri morali. Ogni uomo che muore, chi piú, chi meno, immette nell’universo spirituale questi nuovi frutti, che sorgono unicamente dal suo essere che sperimenta la vita sulla Terra, e non c’è altro luogo possibile ove tutto ciò possa ugualmente accadere. Nell’uomo incarnato avviene l’infinitamente importante processo, da cui dipende il futuro divenire di tutti gli esseri: l’annientamento di tutto il divenuto, di tutto il passato, e la creazione di tutto il divenire, di tutto il futuro. L’uomo del nostro tempo ha già iniziato a divenire un Graal, un Vaso in cui e da cui, grazie all’impulso del Cristo avviatosi con il mistero del Golgotha, genera e irradia continuamente nuova vita e nuova sostanza nell’universo.

Si sono pronunciate parole gravi, ma è proprio Rudolf Steiner a volerci dare la certezza di questa immane realtà, che deve farci riconoscere l’uomo come il luogo, unico e irrinunciabile, in cui tutto si annienta del passato e tutto si ricrea per il futuro; queste le sue parole in proposito (Il ponte fra la spiritualità cosmica e l’elemento fisico umano ‒ conferenze del 17,18 e 19 dicembre 1920, O.O. N° 202): «Chiedetevi: qual è la sorgente della vita che fluttua nell’universo? È l’uomo, l’uomo che è capace di riscaldarsi».

Un uomo capace di riscaldarsi per un ideale morale, attraverso il meraviglioso processo che si è tentato di descrivere, diviene il centro di creazione e d’irradiazione di nuova vita e sostanza vivente per l’uni­verso. E, si potrebbe pensare, cosí si potrà giungere a ridare vita anche a un particolare corpo fisico, morto ma non corrotto, come quello di Kashyapa: ci vorrà solo l’uomo capace di farlo…

Di fronte a queste rivelazioni si deve riuscire a provare, fra l’altro, un moto di vera meraviglia, altrimenti si rischia di divenire gretti farisei, o addirittura cinici, con la sola presunzione di sentirsi antroposofi. Un po’ di meraviglia deve sorgere, nella nostra anima, nel sentire che il futuro dei mondi passa, come per la “cruna” citata dal Vangelo, attraverso il divenire degli uomini come esseri individuali, e di tutta l’umanità come essere umano collettivo. Divenire un uomo di “buona volontà” è, in fondo, il piú giusto ideale, laddove “buona” deve valere per “cristica”. Qui ci si permette di segnalare il nesso di ciò con il detto Paolino: «Non Io, ma il Cristo in me», ovvero l’Io di un tale uomo, liberamente, ama pensare, sentire e volere con il suo Sé spirituale, cristificato dalla presenza dello Spirito Santo. Un altro nesso c’è, anche, con tutta la seconda parte dell’opera di Rudolf Steiner La Filosofia della Libertà, nella quale i ruoli dell’ideale morale e dell’individualismo etico, rivisti alla luce delle precedenti rivelazioni, assumono ben altra potenza di verità, e possono far comprendere quanto, sin dall’inizio dell’attività pubblica di Rudolf Steiner, i suoi pensieri fossero già del tutto michelianamente al servizio della misteriosofia del Graal. Se si ripercorre la fenomenologia descritta poco fa, com’essa s’intesse nei quattro organismi fisici e nei quattro arti umani, partendo dal calore per arrivare sino alla generazione di vita e sostanza novella, si inizierà a comprendere, in senso piú concreto, il divenire dell’uomo dall’antico Saturno fino al momento centrale dell’incarnazione Terra, fino a quel mistero del Golgotha da cui ha potuto avere inizio sia il futuro dell’universo sia la realizzazione del vero uomo, dell’Anthropos, dell’Essere della Libertà e dell’Amore.

 

Mario Iannarelli (6. continua)