L’aquila
L’aquila vola piú in alto,
dove i venti sono eterni,
dove non giunge nebbia né nuvola
né grido di animale.
L’aquila da sola tutto il tempo vive
del ricordo di sé
che le dà il silenzio,
il silenzio che giunge
dal rumore del vento,
dal vento eterno dove vola l’aquila
che non sa cadere.
Quando l’aquila giunge in alto,
i venti sono carezze
da un unico soffio.
Quando i venti la stancano,
allora l’aquila scende.
Quando i venti la chiamano,
allora l’aquila va.
L’aquila
un giorno scese
dalle sue altezze
e prese casa qui,
sulla terra.
Stelvio
Desidero nuotare sulle cime dei monti,
quindici cubiti al di sopra di essi,
sorvolare le nubi del cielo
per vedere la luce che accende le stelle.
Desidero suonare le onde del mare,
decidere con che ordine infrangere la riva,
e accordare il rombo dei tuoni
con il fragoroso scrosciare della pioggia
per offrire un inno di pace.
La Terra è nostra e dobbiamo dominarla.
Nel suo grembo gravido di luce
e di antigravità
sorge un Sole che riluce nelle viscere,
mentre fuori dona frutti, vita e meraviglie.
E vi è l’uomo che lavora la campagna,
che scolpisce la terra per cercare la vita,
e vi è l’uomo che tradisce la natura,
che si incolla alla materia
e nulla vede fra le stelle.
Ma fra il gelo Artico del Nord
ed il tepido vento del Sud,
la parola si unisce in un unico canto
e ci parla in un’unica lingua.
Lí dove è desto l’orecchio
si prepari dunque ad intendere
che la preghiera è la vera arma,
l’unico vero modo per fare del bene.
Pietro Sculco
Fuggevole
come l’aria
quando si fa vento.
Melanconico
come la luna
in un campo
di stelle.
Silenzioso
come un gufo
a cui parlano
gli occhi.
Cieco
al mio sguardo
come il mare
nel buio della notte.
Freddo
come il marmo
in un inverno bianco.
Tenero
come le zolle
che spolpo
tra le mani.
Lirica e dipinto di Letizia Mancino
Da dove nasce la malinconia
continua e persistente
che m’invade?
È il dolore del mondo
che mi pesa
o è mia, soltanto mia?
È qualcosa
che sorge dall’infanzia
o nel destino stesso
è posto il germe?
Vorrei provare ancora
la dolcezza
che da Te
qualche volta mi proviene.
Quanto è soave la vita
in quegli istanti
troppo brevi
per essere fermati,
sottili, troppo,
per essere afferrati!
Alda Gallerano
Don Matteo
All’inizio di gennaio, la prima puntata della decima stagione della fortunata serie Tv dedicata al prete detective ha realizzato l’ascolto piú alto di sempre: 9,2 milioni davanti alla televisione, con il 55,7% di penetrazione tra gli anziani e 44% tra i bambini. Il paese si è ritrovato compatto davanti agli schermi per seguire le imprese dell’ex pistolero Terence Hill di Trinità, riciclato in coriaceo e risolutivo parroco di provincia.
L’Italia democratica,
libera e progressista,
e soprattutto laica,
atea e relativista,
per riparare i danni
di cronica disdetta
indossa tocco e panni
di un prete in bicicletta.
Ma questi, da italiano
volto alla vita eterna,
ha un cuore americano
che nell’accento esterna.
Siamo fatti cosí,
un po’ qui un po’ lí,
un po’ chiesa un po’ banca
un po’ a destra un po’ a manca.
Ci controllano fieri
rudi carabinieri
che per alzare gli indici
agiscono da comici.
Ciò nonostante va
la nostra società,
con l’aiuto divino,
i tarallucci e il vino.
Egidio Salimbeni