Ma proprio nel deserto
raggelante
il Niente dall’alto risuona.
Gli ardenti occhi di
Fanciulla del Nord
il sentiero del sacro additano.
A chi smarrí il coraggio.
Per il cuore l’ora non scoccò.
Gli Dei son fuggiti.
Riposante fu
il religioso tempo
della disperazione
ma questa isola
quaggiú non v’è.
Traspropriammo
Io e Tu,
Noi,
nell’essenza del dolore?
Il sacro non s’abbevera
del risuonato rumore
dei tiepidi
ch’è anti-melodia.
Il Nulla degli Dei
d’Essere
è il suono.
Operano gli uomini infiniti
che al titanico anelito
rinunziano.
Nel sentiero additato
né forza né pace.
Oh,
inclito e maestoso
Víðarr
incenerisci, suvvia,
del fato terrestre
ciò che morir non vuole.
L’Io non può perire
Víðarr
Dio d’ogni piccolo soldato
nell’ora suprema del pericolo.
Solare il fuoco
che ama il conflitto.
Inestinto
il coraggio di soldato.
Smaterizza lo Spirito
ogn’ora crocifisso.
Un sacerdote
o un guerriero
ciò non Può.
Fanciulla tu non sei.
Fiorisci nell’impensato
tempo del Dio assente.
Nichilismo vorticoso
di stella immota
che Danza senza quiete.
Lí
Ti vai avvicinando,
nella vicinanza all’Essere.
Sole nero
estingui
memoria del dí di festa.
Banchetti di eroi
non offron piú
libagione divina.
La guerra non è piú sacra
nemmeno l’amore.
Onorano il sacro
i cigni ondeggiando,
le aquile guerreggiando:
l’uomo però
mondeggiar non sa.
Voi udite il sublime
la morte del mortale.
L’Oceano straripa
su ogni fortezza.
Divina
è tale gioia
e potenza d’apocalisse.
Nel silenzio,
Crepuscolo degli Dei,
solo del puro
si nutre il Dio:
sguardo cosmico di
Víðarr.
Fendere il baratro
densificando
il sangue traboccante.
Il passo di soldato
scava a fondo nella zolla,
cadenzato dal siderale suono
occultato in occhi inabissati.
Ché il sacro in te,
che nome di Dea fu donato
dal primo dei giorni,
agisce con mortal rutilare.
Celesti terrestri
azzerano ora
l’operante effetto dell’Entità
in silenzio di pianeti.
Dal celeste uccello
è annunziata
la spada rituale
che ha il nome di
Víðarr.
La sacra memoria
nella Soglia di Mortali
custodiamone devoti per l’oggi.
L’attesa del sacro suono d’armi
la Sua inclita gloria:
nella notte degli Io.
Aryuna
Víðarr (o Vidar) è la misteriosissima Entità di cui parla l’Iniziato solare nell’ultima conferenza del Ciclo La missione di singole anime di popolo tenuta a Oslo nel giugno 1910 – O.O. N° 121. In soli due o tre casi Rudolf Steiner ha ritenuto necessario soffermarsi sul cosmico significato della missione di Vidar. Occorre dunque letteralmente “fare tesoro” di quanto al riguardo ci è stato lasciato e farlo risuonare in noi, tale è la fondamentalità del compito.