Salve, a seguito del mio interessamento per l’agricoltura biodinamica, che sto iniziando a praticare, sono arrivato fino a Voi e da ottobre 2015 leggo la rivista, trovandola molto interessante. Nella posta dei lettori e in alcuni articoli sono richiamati gli esercizi di Steiner e le sue indicazioni sull’Iniziazione ai mondi superiori. Ho 61 anni e vi chiedo: è possibile anche alla mia età confrontarsi con tale tipo di crescita interiore? Se è sí alla mia domanda, è possibile avere delle indicazioni circa le letture, anche degli arretrati dell’Archetipo, e/o libri con i quali seguire un percorso di crescita per gradi?
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Pino B.
È sempre interessante venire a sapere per quali strade si verifichi l’incontro con la Via… In alcuni casi attraverso la medicina antroposofica, in altri attraverso l’euritmia, o la pedagogia Waldorf. In questo caso l’agricoltura biodinamica. Un bell’inizio! Quanto all’età, non c’è davvero limite per iniziare, anzi l’età rende piú maturi per non prendere la cosa – restando in campo vegetale – come un fiore particolare che ci incuriosisce e su cui posare per qualche tempo, per volare poi verso corolle dal polline piú eccitante! Questa è una disciplina seria, e non ci si aspetta un conseguimento rapido, facile e mirabolante. Ci vuole pazienza, volontà, disciplina, tenacia e soprattutto amore per la Conoscenza: quella che con il tempo porta alla Sapienza. Potremmo essere pronti per ottenerla, per aver lavorato, anche se in modo diverso, in passato o in una vita precedente. O potremmo mettere le basi di qualcosa che si otterrà in futuro, magari in una prossima vita. Quanto al consiglio sulle letture: di Rudolf Steiner i libri fondamentali, L’Iniziazione, La Scienza Occulta, Teosofia, La Filosofia della Libertà e l’autobiografia La mia vita. Di Massimo Scaligero, come inizio, Il trattato del pensiero vivente, Tecniche di concentrazione interiore e l’autobiografia Dallo Yoga alla Rosacroce. Riguardo all’Archetipo, sull’Archivio che compare in copertina, al link Archivio-Archetipo-AZ.pdf si può cercare per Autore, partendo dai due Maestri già nominati e soffermandosi in seguito su quelli che trattano argomenti a sé piú congeniali. Non resta che augurare buona lettura e soprattutto buon lavoro!
Vorrei sapere se l’Antroposofia specifica quali sono i limiti della proprietà privata nella società e in che modo le sue indicazioni possono aiutarci ad affrontare problemi come quelli attuali, ad esempio quello dei migranti.
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Augusto d. B.
Ciò che Rudolf Steiner ha detto a suo tempo in materia, in un’epoca di certo lontana dalla nostra, ma in previsione di quanto certamente sapeva che sarebbe accaduto, riconduce allo studio della Tripartizione. In questa, il problema della proprietà privata cessa di essere un problema, perché nessuno è padrone di quello che ha, e cosí nessuno ha ragione di insidiargliela: ognuno avrà quello che deve avere, secondo quanto stabilito e non secondo l’odierna legge dell’accumulo, per la quale chi ha, continua ad avere sempre di piú. Il fabbisogno economico deve giungere a tutti in maniera “equa e solidale”. Questo modo di dire, usato e abusato, può e deve divenire una realtà. Il pensare non è piú capace di afferrare la situazione secondo l’aspetto globale, e si limita alla soluzione matematica del problema economico, che è arimanica, ed elimina la possibilità di quell’intuito che è necessario sul piano economico. L’intuito che ha guidato alcuni grandi imprenditori del passato appare oggi finito, o impossibilitato ad esprimersi, e quindi il problema economico è diventato gravissimo. La soluzione arimanica ha portato l’uomo a non avere piú tempo per lo Spirito. Ogni giorno la società presenta sempre nuovi problemi, e i problemi si aggravano ogni volta di piú perché le soluzioni che man mano vengono approntate si dimostrano sempre meno utili. La soluzione matematica del problema economico è un falso, perché l’aspetto matematico è una minima parte del processo economico, e finisce con l’impoverire l’aspetto sociale. La classe politica e dirigente va diffondendo un continuo malessere, che come conseguenza spinge gli uomini verso una specie di disperazione economica, per cui uno non riesce piú a ricordare di essere un Io. Va rispettata l’individualità degli altri, di tutti gli altri, ma anche la propria. Il grande flusso migratorio dei Paesi del Terzo Mondo o dei Paesi sotto assedio preoccupa gli scienziati, che considerano impossibile entro breve tempo andare incontro alle necessità dei migranti e anche di gran parte della popolazione dei paesi ospitanti. Bisogna comprendere che questa è una grande prova per l’umanità. Si dovrà accettare il fatto che non si può essere l’uno contro l’altro. La soluzione non è matematica ma intuitiva, e deve partire da un ampliato senso di fraternità. La concordia mondiale è sicuramente un punto d’arrivo, ma ognuno deve conquistarla partendo da se stesso, dalle sue personali esperienze. L’Antroposofia può aiutare le persone che vi si dedicano ad affinare le proprie capacità intuitive attraverso gli esercizi fondamentali donatici da Rudolf Steiner e ribadite in ogni suo scritto da Massimo Scaligero. L’equilibrio cosí conquistato servirà d’esempio nella propria cerchia familiare, sociale e lavorativa, fornendo le soluzioni piú adatte che dall’ambito ristretto possono riverberarsi su quello piú esteso dell’intera società.
In quest’ultimo periodo le persone che seguono l’Antroposofia nel gruppo di cui faccio parte, stanno diventando, una dopo l’altra, tutte vegetariane. Io credo che si tratti solo di una moda, e vorrei sapere se veramente è cosí importante quello che si mangia o se invece non sia molto piú importante quello che si compie spiritualmente. Non vorrei che si confondessero i piani.
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Stella T.
Si tratta, è vero, di piani diversi, ma accade che nel cammino che si fa nella propria crescita spirituale si arrivi inevitabilmente a porsi la domanda se sia giusto e lecito sacrificare vite di animali, compagni dell’uomo sulla via del perfezionamento, per soddisfare il palato, quando invece il regno vegetale elargisce tutto quanto può appagare sia le necessità nutrizionali che quelle del gusto. La risposta ce la dà lo stesso Rudolf Steiner, che il 12 ottobre 1907, riguardo a questo argomento, cosí disse: «Nel senso realmente occulto esiste soltanto un motivo [per il quale scegliere la dieta vegetariana] ed è il seguente: non si può piú mangiare carne. Esiste un punto della conoscenza occulta dove si impara a conoscere la natura del divenir carne, e in quel momento non si riesce piú a mangiarne, essa provoca nausea, in quanto si riconosce ora che cosa sia la carne. Naturalmente si tratta di avere un gusto non rovinato. L’animale lo possiede. L’uomo deve tornare a conquistarselo. Benessere e piacere dovranno sorgere in lui quando si ciba di ciò che è sano per lui, sorgerà invece nausea quando si nutre di ciò che gli è dannoso». E aggiunge: «L’uomo imparerà a conoscere ciò che gli è necessario».