Sono molto colpita dal problema dei trapianti, in particolare quando si tratta di trapianto di cuore. Che ne pensa la Scienza dello Spirito?
Stefano B.
Abbiamo già tentato in piú di una occasione di dare una risposta a tale quesito. La Scienza dello Spirito è chiamata ad affrontare un simile tema dal punto di vista occulto. Possiamo dire che tutte le azioni dell’uomo che tendono a superare i limiti dell’epoca in cui si vive, prefigurando quanto sarà una conquista del futuro, fatta con ben altri metodi e conoscenze, siano azioni di stampo arimanico. Arimane spinge l’uomo a tutti i possibili raggiungimenti della fisica, della chimica, della tecnologia, della medicina, della chirurgia ecc., senza considerare le conseguenze che esse possono avere sull’uomo quando i limiti imposti dal livello evolutivo dell’epoca vengono superati. E attualmente è chiaro ed evidente a tutti che questi siano stati abbondantemente superati. Ad esempio, Arimane spinge a considerare attuale anche la socialità, la solidarietà, la fraternità ‒ persino la fraternità umana universale, per conquistare la quale suggerisce colpi di Stato, primavere e bombardamenti a tappeto… ‒ per giungere a ciò che in futuro dovrà avvenire come conquista interiore. Ma tale conquista deve avere a fondamento l’Io e le idee viventi che solo individualità altamente evolute dal punto di vista spirituale possono arrivare a concepire e a realizzare. Molte invece di queste realizzazioni anzitempo sono concepite e portate avanti da uomini con una natura del tutto particolare: senza quelle emozioni, angosce e forti passioni dell’uomo nella sua interezza quadripartita: fisico-eterico-astrale-Io. Essi sono, in realtà, privi di Io, sostituito da un’entità arimanica che vi si è installata. Tornando alla domanda sui trapianti di cuore ‒ e senza tralasciando il drammatico problema del donatore a cuore battente ‒ questi vengono effettuati per prolungare la vita di una persona. Prendiamo come ipotesi che per quella persona sia giunto, karmicamente, il momento di lasciare il piano fisico. L’operazione allora può anche riuscire, ma è probabile che chi si risveglia dall’anestesia non sia la stessa individualità che abitava prima in quel corpo, bensí un suo sostituto, in tutto, o quasi, simile all’originale. Possiamo dire dunque che l’uomo non ha ancora la controparte interiore di ciò che ha già conquistato sul piano esteriore. Non ha ancora meritato di usare nel giusto modo i mirabolanti mezzi di cui si serve in ogni campo, a cominciare dal computer e dallo smartphone. La sua mente concepisce prodigi derivati da algoritmi, sotto la spinta di un’idea di conquista fisica, matematica, tecnologica, mai morale. Dietro questa spinta si può dire che avanza una visione assolutamente anti-religiosa del mondo, distruttrice della visione sacrale della vita. Perché una sana realtà può essere costruita solo da un pensiero che diviene identità tra il fatto esteriore e la percezione interiore dell’Idea che ne è alla base.
Ho notato che quando faccio esercizi prima di dormire sento delle voci parlare. Se concentro la mia attenzione sulla laringe riesco a sentirle, altrimenti no. Nel momento in cui porto la coscienza nella gola inizio a udire di colpo a buon volume. La laringe dovrebbe essere collegata alla percezione delle forme, come possiamo spiegare il fenomeno? È usuale?
Emanuele T.
La laringe è collegata ai suoni, oltre che alle forme. Quando noi ascoltiamo una o piú persone parlare, per poter comprendere quanto viene pronunciato, la laringe ripete contemporaneamente le parole, conformandosi ad esse in maniera plastica, secondo quelle forme che artisticamente ci ha mostrato Rudolf Steiner nell’euritmia. Anticamente chi ascoltava, ripeteva le parole a voce alta. Noi oggi lo facciamo sommessamente, ma la laringe continua a compiere mirabilmente il suo lavoro. Questo avviene anche con i suoni, con la musica: cantiamo contemporaneamente al cantante che ascoltiamo, e la laringe ripete i suoni anche degli strumenti di un’orchestra. È per questo che Massimo Scaligero diceva che non dovremmo mai ascoltare il canto di una voce roca, talvolta persino forzata ad arte, o la “frantumazione originaria” della musica elettronica (vedi lo scherzoso articolo “Il mistero della ciriola elettronica” nel libro Il sorriso degli Dei), perché quel suono rovina la nostra laringe, costretta a ripetere sommessamente simili sgraziate intonazioni. Durante gli esercizi accade che possa attivarsi l’ascolto di quanto la laringe capta spiritualmente senza che il suono giunga anche all’orecchio fisico. Non si tratta di un “fenomeno usuale”, ma è uno dei raggiungimenti della disciplina interiore.
Vorrei mettere in guardia la vostra redazione per i temi occulti che diffondete via internet e che possono essere letti da tutti, anche da persone che potrebbero utilizzarle per fini opposti a quelli per cui sono stati dati da Rudolf Steiner. La responsabilità che vi prendete è grande e le conseguenze potrebbero essere nefaste. Pensate di tener conto di quanto io ho detto, con cognizione di causa?
Benedetto T.
Il tono apocalittico addensa su di noi bufere ultraterrene. Preferiamo perciò rispondere direttamente con quanto detto da Rudolf Steiner il 13 maggio 1921 durante una conferenza dal titolo “Dall’uscita al ritorno della Luna” (O.O. N° 204): «La nostra evoluzione umana sulla Terra non può però venir sempre coperta dal velo del mistero: quando gli ostacoli sono cosí grandi, le cose devono esser dette, ché si tratta per l’umanità di una seria decisione di fronte all’accoglimento o meno delle cognizioni scientifico-spirituali. …I piú invece vivono senza saperlo e, in sostanza, non sospettano neanche a quale orribile destino vadano incontro, collegandosi con ciò che una piú antica Scienza dello Spirito chiamava le sedici vie della rovina umana». Si tratta di un’importante conferenza purtroppo poco conosciuta, perché pubblicata solo nel 1948 sulla rivista «Antroposofia», e riportata nel 1966 nell’archivio storico della stessa rivista, ma da allora non piú disponibile. Di recente il valente antroposofo Enea Arosio, curatore in particolare dell’elenco cronologico dell’Opera Omnia di Rudolf Steiner, ha tenuto incontri in varie città d’Italia per far conoscere quanto trattato in quella conferenza riguardo alla libera scelta umana e alle sue possibili conseguenze. E dunque, non riusciamo a sentirci in colpa per aver divulgato conoscenze scientifico-spirituali, che invece riteniamo nostro compito rendere note al piú vasto pubblico.
Per circa dieci anni ho seguito il Circolo degli Amici di Bruno Gröning, avendo riconosciuto nella figura di Bruno un’alta individualità in grado di sostenere l’uomo e l’umano nascente nell’uomo. Io stesso posso dire di aver ricevuto guarigioni immediate da malattie che avrebbero richiesto un intervento chirurgico. Durante le notti precedenti e successive a un particolare evento, ho sperimentato particolari “movimenti” spirituali. Quel che prima l’individualità operante in Bruno Gröning dispensava motu proprio in termini di connessione con il Divino, adesso dovrà essere stabilito in modo autonomo e indipendente. Chi conosca l’insegnamento di Mâitre Philippe può comprendere come l’elemento di coscienza individuale non risulti “toccato” dall’intervento di tali individualità. Il lavoro che ho avuto modo di stilare di recente mi ha portato ad una considerazione (probabilmente già nota) per me straordinaria. In tale testo parlo del luogo ove il concetto incontra la sua realtà sovrasustanziale (…“L’universo dona all’uomo, attraverso le mani, la capacità di sperimentare la verità sul proprio corpo fisico). Tale Incontro non è un fatto automatico: si arriva all’Incontro per mezzo di un sentire purificato o per la strada magistra del pensare libero dai sensi. Le mani sono luogo d’espressione di volontà: non già volontà, ma imagine di volontà. L’Incontro realizzantesi dona l’effusione della superna volontà entro le regioni dell’umano. Questa è la mia riflessione. L’Incontro di cui parlo è l’incontro con quella realtà che Massimo Scaligero chiama Pane di Vita?
Oleg N.
Ogni pensiero pensato fino in fondo riscopre quanto già da altri è stato pensato e vissuto. Il pensiero libero dai sensi, il pensiero vivente, è il Pensiero unico, quello che tutti ci unisce, perché è nella Verità. Il pensare dialettico, spezzettato in pensati individuali generati dall’ego, è spesso solo elucubrazione mentale assai lontana dalla Verità, e finisce con il contrapporsi ad altri pensati, dividendo le individualità in gabbie mentali sempre piú diversificate. Ma questo era previsto, affinché ognuno di noi conquistasse la propria indipendenza persino dalla Verità, dal Divino e dal nostro stesso Io. Muovendoci, pensando e vivendo nell’ego, il nostro compito è riscoprire il nostro Io profondo, che è uno con il Logos. In ognuno di noi è la scintilla divina che ci rende simili ai Creatori dei mondi. Bruno Gröning è stato un grande discepolo del Verbo, come lo era Maître Philippe, come lo erano i grandi santi e mistici di cui conserviamo memoria e venerazione, come lo sono stati i nostri Maestri, Rudolf Steiner e Massimo Scaligero. È bene conoscere, e amare, queste grandi personalità, per comprenderne lo spessore interiore, con l’intimo convincimento che un giorno anche noi potremo, se metteremo in moto tutta la nostra volontà, raggiungere un tale altissimo livello. Se apriremo la nostra mente, superando la sterile dialettica con il pensiero libero dai sensi, potremo ricevere anche noi la fiammella pentecostale, che ardendo al centro del nostro cuore ci renderà capaci di dispensare il Pane di Vita. Diffonderemo allora il Verbo attraverso la voce e la guarigione attraverso l’imposizione delle mani, nel nome del Cristo, il Grande Terapeuta.
Salve, vi scrivo riguardo ad un mio collega operaio (come me) che ha delle difficoltà a controllare l’ansia che sorge sia durante la settimana sia la domenica, perché sa che dovrà affrontare i problemi con dei colleghi con cui non riesce ad instaurare un sano rapporto di convivenza. Quando mi confidò i suoi problemi mi venne spontaneo proporgli come aiuto per controllare il sorgere di pensieri ansiosi l’esercizio della concentrazione su un oggetto semplice. Non ho accennato agli altri cinque esercizi complementari, e nemmeno che seguo gli insegnamenti di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero. Il mio dubbio sulla correttezza del consiglio sorge riguardo al praticare il primo esercizio senza gli altri di supporto.
Massimo S.
Il consiglio è stato dato per generosità, e sicuramente può funzionare, dato che la concentrazione riporta all’Io, al centro dell’individualità, ed è quello che manca a chi è ansioso e poco sicuro di sé. È chiaro che nel tempo è necessario che la persona giunga alla comprensione di quanto sta compiendo, e questo è l’ulteriore aiuto che andrà dato. Non è necessario parlare subito di Scienza dello Spirito, ma si possono cominciare a integrare altri esercizi, in particolare quello dell’azione pura, che rafforza la volontà. Seguiranno nel tempo quello dell’equanimità, della positività e dell’assenza di giudizio. Verranno sicuramente da sé le domande in merito da parte del collega, e a quel punto si potrà rispondere in maniera semplice ma precisa e diretta. Dagli esercizi si passerà allora alla conoscenza della Via. Quando aiutiamo gli altri, aiutiamo noi stessi, quando insegniamo agli altri, anche noi impariamo!
Spettabile Redazione dell’Archetipo, scriviamo in merito al libro Il percorso cosmico dell’uomo da morte a nuova nascita da noi pubblicato nell’anno 2003 e di cui voi faceste una presentazione nel numero di Novembre 2003. Sia nel libro che sul vostro scritto vi era un numero telefonico a cui rivolgersi per poterlo ordinare e contattare noi autori. Il numero però attualmente è mutato, e qui di seguito diamo il nuovo. Potete chiamare Davide Testa al 340 5651260, o inviare una e-mail a davirita@libero.it sia per ordinazioni che per contatti con gli autori. In merito al contenuto del libro potete intanto consultare l’arretrato di novembre 2003 (www.larchetipo.com/2003/nov03/pubblicazioni.htm). Ringraziamo la Redazione per la cortesia e l’ospitalità.
Annarita Mazzoccone, Giovanfrancesco Sculco, Davide Testa
Accogliamo volentieri la richiesta degli Autori, trattandosi di un libro che, dato l’importante tema trattato, a suo tempo ha destato, e sicuramente continuerà a destare, un grande interesse nei lettori, sia in coloro che già seguono da anni la Scienza dello Spirito, sia in chi vi si è appena avvicinato.
Amo e sono riconoscente al Dottore per quanto ha trasmesso e lasciato a tutti noi. Pur tuttavia mi diletto a leggere anche altri testi ed in questo periodo ho compulsato uno scritto il cui titolo è: Il libro tibetano del vivere e del morire. Confesso che sono stata molto affascinata dalla descrizione dei 4 bardi che l’autore S. Rimpoche ha fatto in maniera profonda ed affascinante. Gradirei conoscere se il pensiero antroposofico circa le varie fasi di pre-morte, morte e dopo morte corrispondono a ciò che il buddismo tibetano affronta e descrive con sapienza e devozione.
Gaia
È comprensibile che si possa subire il fascino di libri che illustrano culture antiche come quella tibetana, contenuta nel citato libro di Sogyal Rimpoche, che contiene una sapienza insegnata da Maestri di un’epoca che ha di molto preceduto la discesa del Logos sulla Terra. Conoscenze quindi di stampo luciferico, utili al periodo storico in cui sono state portate all’uomo, ma oggi contrarie al suo sviluppo interiore. Anche Rudolf Steiner affronta e chiarisce, in varie sue conferenze, le fasi del passaggio dalla vita terrena al Kamaloca e infine al Devachan. Ma sappiamo che la venuta del Cristo e la sua “discesa agli inferi” ha cambiato tutto il panorama che si presenta una volta attraversata la soglia della morte. Lasciamoci quindi affascinare da conoscenze antiche, ma lavoriamo interiormente con quanto il Maestro dei Nuovi Tempi è venuto a donarci per l’epoca cui attualmente apparteniamo.
È da un po’ che leggo la Bibbia, in particolare l’Esodo, dove si parla della tenda del Convegno, dell’Arca dell’Alleanza ecc. Mi chiedevo se questo è mai esistito realmente; è possibile che oggi non ce ne sia alcuna traccia? E poi per quanto riguarda gli Olocausti, le oblazioni di cui si parla nel Levitico, è possibile che bastava uccidere e bruciare al fuoco un animale specifico per condonare i peccati commessi? Se fosse stato cosí, allora perché si generava Karma, o allora ancora non esisteva il Karma?
Vorrei sapere se posso trovare dei testi di Steiner in cui se ne parla.
Pietro S.
In tutta l’opera di Rudolf Steiner sono rintracciabili passi in cui si parla dell’Antico Testamento. Un ciclo completo di undici conferenze è stato tenuto a Monaco nell’agosto 1910, dal titolo Genesi ‒ I misteri della versione biblica della creazione (O.O. N° 122). Quanto al karma, naturalmente esso esisteva anche nell’antichità. Ma parliamo di un’epoca in cui non era ancora venuto sulla Terra il Cristo, a cambiare tutto il destino dell’umanità, “prendendo su di sé i peccati del mondo”. Allora era necessario il sacrificio alla divinità, perché il dio per il quale gli antichi Ebrei, e anche altre popolazioni come quelle precolombiane, facevano scorrere il sangue delle vittime, non solo animali ma a volte persino umane, erano divinità luciferiche e arimaniche. L’uomo non poteva avere contatto diretto con la divinità, perché era stato bandito dal “paradiso terrestre”, e se non fosse disceso dall’Alto il Logos stesso a riscattare tutta l’umanità con il sacrificio del Golgotha, facendo scorrere fin dentro la terra il sangue umano cristificato, le porte dei Cieli sarebbero rimaste chiuse. Leggere l’Antico Testamento è certamente interessante da un punto di vista storico, per comprendere a quali comportamenti l’umanità nei secoli e nei millenni si è lasciata condurre e condizionare – come la schiavitù di una intera popolazione, o la supremazia di un’etnia sull’altra in nome di una pretesa superiorità di fronte all’Eterno – mentalità che con evidenza da molti non è ancora stata superata. Ma quello che dobbiamo leggere e rileggere con attenzione è il Nuovo Testamento – i quattro Sinottici integrati dal Quinto Vangelo di Rudolf Steiner – che ha completamente rovesciato tutti i dettami precedenti, riaprendo le porte dei Cieli. La venuta del “Figlio dell’Uomo” sulla Terra ha reso nuovamente possibile l’incontro con il Divino: l’inesorabilità della Legge del Taglione ha ceduto il posto alla Legge dell’Amore.