«Nel ciclo di conferenze di Parigi ho esposto una concezione che aveva dovuto subire nella mia anima un lungo periodo di ‘maturazione’ …comunicai il fatto che il corpo eterico dell’uomo è femminile e che il corpo eterico della donna è maschile. Con ciò, nell’Antroposofia, fu gettata una luce su un problema fondamentale dell’esistenza».
Rudolf Steiner, La mia vita – O.O. N° 28
Si è voluto iniziare la seconda parte del lavoro sul Fantoma con queste parole di Rudolf Steiner. Esse alludono a una delle sue piú profonde esperienze occulte, vissuta durante la sua visita alla Pietà di Michelangelo in Vaticano, quindi collegata al segreto centrale della storia dell’umanità: il Mistero del Golgotha (conferenza del 1° gennaio 1914 – O.O. N° 149). Tale sua esperienza in questo lavoro la si collegherà al mistero della divisione dei sessi, e alla misteriosamente giovanile figura di Maria scolpita da Michelangelo, ma anche al mistero del Graal. Quando Steiner uscí da San Pietro, con ancor negli occhi la statua appena contemplata, subitaneamente un’altra si accostò alla sua coscienza: quella descritta da Wolfram Von Eschenbach nel suo poema sul Graal, in cui descrive la vergine Sigune che sorregge in grembo il cadavere del promesso sposo appena ucciso, mentre vengono scorti dal giovinetto Parsifal. In merito a quell’esperienza, Steiner espresse i pensieri appena letti, che cosí si crede di poter interpretare: questo contenuto della scienza dello Spirito ha dovuto sostare nella mia anima per un lungo tempo, prima di raggiungere il giusto grado di maturazione, e, solo dopo l’ho potuto rivelare, poiché costituisce un «problema fdondamentale dell’esistenza». Nella sua opera, espresse questo segreto in solo due righe; poi, volutamente indirizzò i lettori ad altri argomenti. Si tenterà di fare in modo che quelle due righe siano sufficienti per giustificare quanto seguirà, e si cercherà di farlo con la massima serietà e umiltà possibili a chi scrive.
Si partirà da una conferenza che Steiner tenne a Berlino il 4 novembre 1904 (O.O. N° 93). Il tema era quello della “Leggenda del Tempio”, conosciuta anche come leggenda massonica, ma Steiner precisò che essa fu data da Christian Rosenkreutz, e che venne diffusa tra i veri rosicruciani, gli unici in grado di comprenderla pienamente. Si proporrà qualche brano, che tornerà infinitamente utile ai fini di questo lavoro, come un fondamento su cui poggerà il tutto.
«Vi fu un tempo in cui uno degli Elohim creò l’essere umano, un essere umano ch’Egli designò con il nome di Eva. L’Eloha stesso si uní ad Eva, e Caino nacque da Eva. Allora l’Eloha Jahvè, o Jéhovah, creò Adamo. Anche Adamo si uní a Eva, e da questa unione nacque Abele. Abbiamo dunque in Caino un figlio diretto degli Dei e in Abele un figlio di Adamo, creato come uomo, e di Eva. La leggenda prosegue. Le offerte che Abele fece al dio Jahvè piacquero a questi, ma non le offerte di Caino, che non avevano visto luce dietro la prescrizione diretta di Jahvè. Ne seguí che Caino commise l’assassinio di suo fratello. Egli uccise Abele. Per questo fu escluso dalla comunione con Jahvè. Se ne andò in contrade lontane e divenne fondatore di una stirpe particolare. Adamo si uní di nuovo a Eva, e Seth venne al mondo, sostituendo Abele.
Seth appare anch’esso nella Bibbia, cosí presero nascita due stirpi umane: la prima discendente da Eva e dall’Eloha, la stirpe di Caino; la seconda discendente dagli esseri umani che si erano uniti sotto l’ingiunzione di Jahvè. Dalla stirpe di Caino sortirono tutti quelli che hanno condotto sulla Terra la creazione delle arti e delle scienze, Matusalemme ad esempio, che ha inventato la scrittura, la scrittura Tau, e Tubal-Cain che insegnò il lavoro dei metalli e del ferro. Cosí apparteneva a questa stirpe, discesa direttamente dall’Eloha, l’umanità che si sviluppa nelle arti e nelle scienze. Da questa stirpe di Caino proveniva Hiram. Egli era il depositario di tutto ciò che attraverso le diverse generazioni dei figli di Caino era stato accumulato in fatto di scienze, di arte e di tecnica. Hiram era il piú grande architetto che si possa immaginare.
Dall’altra stirpe, quella di Seth, giunge Salomone, che si distingueva in tutto ciò che proveniva da Jahvè, o Jéhovah. Egli era dotato della saggezza del mondo, di tutto ciò che può apportare la saggezza calma, chiara, serena dei figli di Jéhovah. Era una saggezza che si può ben esprimere attraverso parole che toccano profondamente il cuore dell’uomo, una saggezza che può elevare l’uomo ma che non ha la possibilità di afferrare direttamente gli oggetti e di produrre qualcosa di tangibile di natura tecnica, artistica o scientifica. Era una saggezza come un dono direttamente ispirato da Dio, non era elaborata dal basso a partire dalla passione umana, non era una saggezza che scaturiva dalla volontà umana. Questa si trovava presso i figli di Caino, presso quelli che discendevano direttamente dall’altro Eloha. Questi erano i lavoratori coraggiosi che tutto volevano compiere da se stessi.
…Abbiamo cosí a che fare con due sorte di tipi umani: quello che è rappresentato da Salomone, e che è depositario della Saggezza divina, e la stirpe di Caino, i discendenti di Caino, che s’intendono in materia di fuoco e sanno cosa esso rappresenti. Questo fuoco non è il fuoco fisico, ma il fuoco che brucia nello spazio astrale, il fuoco degli istinti, delle passioni e dei desideri. Chi sono dunque i figli di Caino? I figli di Caino sono anche, nel senso di questa leggenda, i figli di quegli Elohim che all’epoca della Luna sono rimasti un poco al di sotto della classe degli Elohim. Nel periodo della Luna, noi abbiamo a che fare con il kama. Questo kama, o fuoco, fu allora penetrato dalla saggezza. Si ebbero dunque due specie d’Elohim. Gli uni non restarono nell’unione tra la Saggezza e il Fuoco, ne uscirono. E quando essi formarono l’essere umano, non ospitavano piú passioni, di modo che li dotarono di una saggezza calma, serena.
È la vera religione di Jahvè, o Jéhovah, una saggezza di fatto senza passioni.
Gli altri Elohim, presso i quali la saggezza era legata al fuoco del periodo della Luna, sono quelli che crearono i figli di Caino. Cosí noi abbiamo nei figli di Seth gli uomini religiosi dotati della saggezza serena, e nei figli di Caino quelli che hanno l’elemento impulsivo, che possono infiammarsi e sviluppare entusiasmo per la saggezza. Questi due tipi umani si diffusero in tutte le razze, in ogni epoca. Dalla passione dei figli di Caino sono nate tutte le arti e tutte le scienze; dalla corrente di Abele-Seth tutta la saggezza e la devozione serena, senza entusiasmo. Questi due tipi sono sempre esistiti, e ciò è proseguito fino alla quarta sottorazza della nostra razza radicale [il quarto periodo di civiltà greco-romano].
Avvenne in seguito la fondazione del Cristianesimo. Per tale fatto, la pietà antica [qui, pietà va letta anche: saggezza], che non era che una pietà “dall’alto” divenne una pietà libera da kama. Essa fu fondata nell’elemento che precisamente attraverso il Christo venne sulla Terra [dunque, una nuova Saggezza, riunita e rinnovata dal Christo].
Il Christo non è semplicemente la saggezza, è Amore incarnato: un kama altamente divino, che è nello stesso tempo buddhi; un kama che fluisce puramente, che non vuole niente per sé, ma che dirige le passioni verso l’esterno in una abnegazione senza fine; è un kama inverso. Buddhi è un kama inverso. cosí si prepara nel seno del tipo d’uomini che sono devoti, fra i figli della saggezza, una devozione superiore che ora può tuttavia essere entusiasta. È la devozione cristiana. Essa si è inizialmente stabilita nella quarta sottorazza della quinta razza radicale [il quarto periodo storico greco-romano della quinta epoca postatlantica]. Ma l’insieme della corrente non è ancora in grado di unirsi con i figli di Caino. Questi sono ancora degli avversari».
Da queste parole, si è potuto apprendere un fatto occulto di straordinaria importanza: la vera realtà spirituale che sta dietro una delle scissioni piú antiche e radicali dell’umanità, quella simbolizzata potentemente da Caino e Abele. Si è appreso che nella categoria gerarchica degli Elohim, durante la precedente evoluzione della Terra denominata antica Luna, si è prodotta una divisione, una specie di polarizzazione della loro azione, in relazione alla Saggezza e al Fuoco che brucia nello spazio astrale. Ciò ebbe fondamentali conseguenze sulle vicende dell’umanità durante la successiva incarnazione terrestre: quella attuale.
Nella prima parte di questo lavoro comparsa in queste pagine, per chi lo ha letto, si è trattato in maniera approfondita del mistero del Fuoco-calore, grazie alle fondamentali rivelazioni dateci dal nostro Dottore. Poiché tale elemento è profondamente collegato al Mistero del Fantoma e della Resurrezione del Christo, si potranno ora introdurre ulteriori argomentazioni in proposito, ma sarà necessario avere sempre presente questa relazione tra il Fuoco e la Saggezza macrocosmici che, per opera degli Elohim, si è differenziata in forme radicalmente opposte nelle nature umane. Si consideri però che gli Elohim sono sette, e formano il Pleroma del Christo. Non si parla di tutta la categoria delle Exusiay, a cui gli Elohim appartengono, ma solo delle sette particolari entità costituenti il Pleroma del Christo, quelle nominate all’inizio dell’antico Testamento. Essi agiscono dal Sole, tranne Jahvè che, durante l’epoca Lemurica, si è trasferito nella Luna.
Intanto, si rilegga un brano di Massimo Scaligero, che si era già presentato nella prima parte, perché in esso è contenuto, in sintesi, molto di quanto si esporrà.
«Ora qui ricordo la conclusione di un’opera dello Steiner, Fisiologia occulta, in cui egli dice: “La fine ultima degli istinti è la trasformazione del loro calore in compassione”. Egli parla del calore che per ora è il veicolo dell’ego, il veicolo degli istinti, il veicolo di ciò che c’è di peggio nell’uomo: brama del sesso, ira, che sono portatori di grande calore. E questo che cos’è? Ricordate la nascita di Saturno: che cos’è il calore saturnio? Viene dal fatto che gli Spiriti della Volontà, o Troni, compiono un sacrificio, un’offerta sacrificale potente, qualcosa di irraggiungibile per l’immaginazione umana, nei riguardi della Gerarchia piú alta, che è la Gerarchia dei Cherubini e dei Serafini; in uno stato di adorazione – loro che sono gli Spiriti della Volontà – emanano questa forza. Allora queste Gerarchie piú alte inviano questa forza ad un mondo che si trova piú in basso, e che perciò comincia a formarsi da un calore di amore, da un calore di sacrificio, un calore in cui è il massimo potere dell’amore cosmico in quanto emanato da Gerarchie celesti. E questo calore è il principio della formazione di Saturno, questo calore riguarda la struttura fisica dell’uomo. Ma il processo continua: il calore diventa luce del Sole, si può dire che lí vi sia la trasmissione dello spirito del sacrificio agli Spiriti della Saggezza, i quali trasformano questo calore in luce – ed abbiamo il Sole. Ricordate la meditazione: “nella saggezza c’è luce fluente”, oppure “luce fluisce dalla saggezza”. Si tratta degli Spiriti della Saggezza che accolgono la corrente del sacrificio originario dei Troni e lo trasformano in luce, e questo alimenta il Sole. Queste sono le origini dell’uomo. Ma con la seduzione di Lucifero, il calore, che era un calore di amore, un calore di creazione, diventa calore degli istinti, calore della brama, calore del falso misticismo, il calore che oggi si cerca di ridestare mediante mezzi illeciti.
…Noi abbiamo una direzione che dobbiamo cercare con grande animosità, con grande slancio interiore, perché puro è il calore di cui vediamo il primo guizzo, la prima potenza nella fiamma della Pentecoste. Che però ha dei precedenti meravigliosi, per esempio il “roveto ardente”.
…Nelle ultime pagine di Fisiologia occulta l’immagine del Dottore, se ben ricordo, è piú o meno la seguente: “risorge il calore che ci è stato dato dallo Spirito, come compassione, che è la forza trasformatrice degli istinti”.
…La realtà dello Spirito è la compassione per tutti gli uomini, e il Buddha si libera quando la forza della compassione per tutti gli esseri gli dona la luce finale del Nirvana. E quando nella tradizione orientale si parla di colui che prenderà il posto del Buddha, ossia del Bodhisattva Maitreya, si parla di lui come di chi conoscerà la compassione accompagnando gli uomini nel loro cammino, perché Maitreya viene da maitrī, che vuol dire compassione, benevolenza, amicizia. È la forza con cui si cerca di ritrovare il calore saturnio perduto, è la potenza vera dell’uomo.
La vampa di Kundalini è verissima, la “vampa” della Pentecoste è verissima, ma se noi vogliamo essere salvi è la “vera vampa” che dobbiamo ritrovare. Questa vampa si accende e comincia a trasformarsi ogni volta che noi riaccordiamo la volontà con il pensiero; in ogni moto della volontà che si accordi con il pensiero si riaccende il calore saturnio, chiamato alchemicamente anche il solfo saturnio. Tutte le volte che noi compiamo qualcosa che sia in accordo con il pensiero vivente, si può dire che il calore saturnio si riaccende in noi per momenti, per attimi.
…Ahrimane …fa assegnamento soprattutto sul fatto che venga ignorato il calore originario che è stato riportato dal Christo, perché la potenza del calore è la potenza della luce che giunge fino al corpo eterico, e che dà la possibilità, a coloro che ne sono piú degni, di avere in ogni forma della loro vita eterica la connessione con Lui».
Si vedrà, nel seguitare questo studio, come il fulcro dell’azione di rettificazione dell’umano, dovuta al Christo, si accentri proprio sul segreto dell’azione delle Potenze del calore e della luce (dell’Amore e della Saggezza), capace di fluire fino al corpo eterico, ristabilendovi, con ciò, l’originario e perduto equilibrio edenico con le Potenze del suono e della vita. Non si dimentichi, ricordando Scaligero, che l’elemento del calore-fuoco, tanto piú quello redento dal Christo, è da collegarsi con la struttura fisica del corpo umano, sin dalle origini: «E questo calore è il principio della formazione di Saturno, questo calore riguarda la struttura fisica dell’uomo». Se per l’uomo caduto è stato assolutamente necessario redimere il fuoco-calore, allora, per le verità contenute nella “Leggenda del Tempio”, il Christo deve necessariamente aver agito, rinnovandola, anche sulla natura della Saggezza, in vista di una ricomposizione di quanto si scisse, sull’antica Luna, per le azioni degli Elohim.
C’è quindi, operante negli uomini, una saggezza esente da brama, che Steiner definisce serena, e un’altra compenetrata dal kama, dal passionale fuoco astrale, si potrebbe dire: un’Iside Sophia e un’Iside Ecate. Ma si è potuto già indicare che l’elemento del fuoco, sulla Terra, si è anch’esso scisso, differenziato: in un fuoco puro, originario, ed in un altro fuoco che, come citato nella prima parte di questo lavoro, Steiner definí una scoria decaduta. Queste due scissioni sono strettamente implicate in quell’altra che nell’uomo è la piú fondamentale di tutte: la divisione dei sessi; perciò, dovrà essere oggetto delle prossime spiegazioni.
Una domanda, forse la piú importante, dovrebbe sorgere nella coscienza di ogni ricercatore delle verità connesse col Fantoma del Christo: il corpo con cui Egli, dopo la Resurrezione, si è presentato ai suoi, era portatore di quale genere sessuale? Sicuramente, per chi è dotato di sufficienti conoscenze di Scienza dello Spirito, la risposta non potrà che essere questa: quel corpo, come creazione del nuovo Adamo, doveva avere in sé la perfezione androginica. L’azione del Christo è stata dunque tale che, tra l’altro, Egli ha dovuto realizzare su questa Terra i nuovi Archetipi, in cui gli elementi della Saggezza-luce e del Fuoco-amore-calore nella compagine umana fossero reintegrati in una nuova mirabile sintesi, superante anche quella della creatura umana originaria e additante quella del creatore umano futuro: del vero “Rappresentante dell’umanità”. Come ciò avvenne, si esaminerà in seguito.
Mario Iannarelli (1. segue)
L’Autore è contattabile all’e-mail marioiannarelli.iannarelli@gmail.com