La festa dell'Arcangelo

Scienza dello Spirito

La festa dell'Arcangelo

Arcangelo MicheleOra, circa dal 1870-1880 in poi, è ricominciata per la Terra l’epoca in cui Michele è la potenza spirituale che regge il mondo, e in cui noi dobbiamo imparare ad introdurre nelle nostre azioni lo Spirito, a dirigerci nella vita fondandoci sullo Spirito. Servire Michele significa non dare alla nostra vita soltanto una direzione materiale, ma essere consapevoli che Michele, il quale ha il compito di vincere le potenze arimaniche inferiori, deve diventare, per cosí dire, il genio della nostra civiltà. E come potrà diventarlo? Potrà diventarlo se noi ci ricorderemo che possiamo di nuovo ricongiungerci spiritualmente con il corso dell’anno.

In verità, una grande saggezza è riposta in tutto il corso dell’an­no; una saggezza che ci permette di ricollegare alla festa di primavera la festa della Risurrezione del Cristo Gesú. …A Pasqua noi dobbiamo poterci immergere nella morte e nella Risurrezione del Cristo. Ma, in quanto uomini, dobbiamo anche poterci immergere in quella che per noi è la risurrezione dell’anima, affinché l’anima nostra risorta possa attraversare nel modo giusto la morte. In primavera noi acquistiamo un giusto atteggiamento pasquale osservando come le piante germinano e germogliano, come la natura risorge, come la natura vince la morte del­l’inverno. Similmente, dopo aver trascorso l’estate nel giusto modo, potremo suscitare in noi un nuovo senso che ci farà riconoscere: ecco, l’anima è ascesa a cosmiche altezze, ed ora noi ci avviciniamo all’autunno, ora il settembre è qui, ora l’equinozio d’autunno si avvicina. Le foglie che in primavera sono verdi di germogli, ora si fanno gialle, s’imbruniscono, cadono; gli alberi son già quasi senza foglie, la natura appassisce. Ma noi comprenderemo la natura che va morendo, se contempleremo questo morire, se penseremo che il mantello di neve che ricopre la terra si avvicina, e se diremo: ecco, ora l’anima della terra si ritira di nuovo entro la terra, e vi sarà del tutto penetrata quando il solstizio d’inverno sarà venuto.

…Ma allora dovremo anche comprendere che cosa significhi per noi, per la nostra epoca attuale, che l’anima della terra nel periodo della festa di San Giovanni venga espirata nelle lontananze del cosmo, si congiunga lassú con le stelle, e poi ritorni. Chi è in grado di penetrare i segreti di questa rotazione della terra durante il corso dell’anno, sa che ora la forza di Michele torna a discendere mediante le forze della natura, quella forza di Michele che nei secoli passati non discendeva piú; cosicché ora noi possiamo andare incontro al declinare dell’autunno, contemplando la forza di Michele che dalle nuvole si avvicina alla terra. Sí, nel calendario c’è una festa di San Michele, e questa festa ha un carattere agricolo. Potremo però sentire spiritualmente il nostro tempo, e riconnettere gli eventi umani terreni con gli eventi della natura, soltanto se ridiventeremo capaci di comprendere il corso dell’anno, se ridiventeremo capaci di istituire delle festività annuali, come le istituivano gli antichi in virtú della loro chiaroveggenza sognante. Gli antichi comprendevano l’anno, e, sulla base dei segreti che oggi ho potuto indicarvi solo di sfuggita, hanno istituito le feste di Natale, Pasqua e San Giovanni. A Natale ci si fanno dei regali, e si fanno anche altre cose; ma in occasione di conferenze tenute a Natale o a Pasqua, ho detto già altre volte quanto poco ormai gli uomini abbiano conservato di queste antiche istituzioni, e come tutto sia ormai diventato tradizionale ed esteriore. Se però si giungerà di nuovo a comprendere le feste, che oggi si celebrano senza piú comprenderle, allora si avrà anche la forza di istituire, mercé la conoscenza spirituale del corso dell’anno, una festa che ha il suo vero significato solo per l’umanità attuale: la festa di Michele, negli ultimi giorni di settembre, quando si avvicina l’autunno, quando le foglie appassiscono, quando gli alberi si spogliano, quando la natura va verso la morte (mentre a Pasqua va verso la vita), quando nella natura in declino noi diventiamo coscienti che l’anima della terra si congiunge con la terra portando con sé, dalle nuvole, Michele.

…Se oggi gli uomini si decidessero a fissare una festa di Michele negli ultimi giorni di settembre, questo sarebbe un atto di significato immenso. Gli uomini dovrebbero avere il coraggio di farlo; non dovrebbero solo discutere sulle organizzazioni sociali esteriori o su altre cose simili, ma dovrebbero fare qualcosa per congiungere la terra al cielo, per riconnettere le condizioni fisiche alle condizioni spirituali. Allora, con il reinserirsi dello Spirito nelle condizioni terrene, sorgerebbe veramente fra gli uomini qualcosa che potrebbe dare un possente impulso all’ulteriore progresso della nostra civiltà e di tutta la nostra vita.

 

Rudolf Steiner

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Selezione da “Servire Michele” – Berlino 23 maggio 1923, O.O. N° 224.