Sulle tracce di Re Artú

Siti e miti

Sulle tracce di re Artù

Stonehenge   Siamo atterrati nella terra degli Angeli: Engeland, contratto in England. Ci siamo diretti, via Salisbury, verso Stonehenge: il tempio circolare di pietra risalente, secondo la datazione radiocarbonica, alla fine dell’epoca paleo-per­siana.

Angelo Fierro e Dora Scialfa a Stonehenge   Testimonianze di templi simili della stessa epoca sono rin­tracciabili a Gosek in Sassonia, ad Arzache­na in Sardegna e a Nabta in Sudan, il piú antico.

   Molti siti megalitici hanno le loro entrate allineate con l’alba o il tramonto del sol­stizio. Abbiamo potuto visitare Stonehenge solo a distanza di alcune decine di metri, poiché una corda delimita il luogo sacro. L’esperienza di osservarlo lungo tutto il perimetro ci ha consentito una meditazione da dodici punti di vista, in un’atmosfera autunnale, insieme a turisti da tutto il mondo, circondati dalla verde campagna inglese abitata da corvi, pe­core e mucche.

Bluestones   Di fronte a questi megaliti la meraviglia irrompe e ci richiama alla memoria i templi inca di Ollantay­tambo e Cusco in Perú. Queste imponenti pietre sono di circa 50 ton­nellate e sono Woodhengecollocate principalmente nel circolo periferico, mentre all’interno si trovano alcune bluestones, le cosiddette “pietre blu”, di 4-5 tonnellate, provenienti dalle montagne gallesi di Preseli, a circa 135 miglia da Stonehenge!

   Tre diverse funzioni sono riconducibili alla edificazione di Stonehenge: luogo di culto, luogo di osservazione astronomica ed infine luogo di soglia fra mondo dei vivi e dei trapassati. La notte stessa della nostra escursione ci è capitato di incontrare in sogno alcuni cari tra­passati.

   Nei pressi di Stonehenge, a 2 miglia a Nord-Est, esisteva un tempo Woodhenge, un tempio circolare di legno risalente all’epoca paleo-egi­zia, andato distrutto da incendi, ancora oggi incubo de­gli inglesi.

Cattedrale   Il nostro viaggio è proseguito verso Glastonbury sulle tracce di Re Artú (dalla parola gallese “grande orso”) e della Regina Ginevra, sepolti, secondo la leggenda, per alcuni anni nella cattedrale sventrata al centro della cittadina, circondata da un contesto bucolico. La cattedrale è stata costruita intorno al 600 d.C., distrutta da un incendio il 25 maggio 1184, riMappa della linea di San Michele in Inghilterracostruita e successivamente distrutta nel 1539 dal re Enrico VIII nella sua furia iconoclasta anticattolica. Sorge attraversata da un incrocio di varie Ley Lines che mettono in collegamento il manto erboso del pavimento con luoghi sacri del Nord, del Sud e, nella direzione Ovest-Est, spic­ca la St. Michael Line, che parte da St. Michael’s Mount, alla punta estrema della Cornovaglia, a Ovest, e giunge al­la costa Est del Suffolk, passando attraverso alcuni santuari dedicati a San Michele.

Torre della chiesa di San Michele a Glastonbury   A Glastonbury, sulla collina, si trovano i resti di una chiesa dedicata all’Arcangelo: la torre della Chiesa di San Michele.

   Clamoroso: è stata scoperta una corrente mariana che attraversa nella stessa direzione l’Inghilterra con siti sacri dedicati a Maria.

   Viene tramandato anche che Giu­seppe d’Arimatea abbia portato dalla Palestina a Glastonbury il calice nel quale aveva raccolto il sangue del Cristo crocifisso: il Graal. Lo zio di Gesú sembra abbia occultato il calice fra l’abbazia e la collina dove si trova la chiesa di San Michele, dando origine alla ricerca del sacro Graal da parte dei cavalieri della Tavola Rotonda.

   A Glastonbury ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un meeting internazionale di Wicca, un movimento a carattere New Age di moderne streghe dedite al culto neopagano della Madre Terra con simboli conturbanti. Ci rendiamo consapevoli che un luogo con tale concentrazione di forze spirituali richiami correnti opposte.

Stazione di Torquay   L’ultima tappa del nostro viaggio è stata Torquay, la cui stazione ferroviaria di inizio ’900 ci ha richiamati alla memoria l’arrivo di Rudolf Steiner per tenere, in questa cittadina sul ma­re, un ciclo di sette conferenze a contenuto pedagogico (L’educazione come arte. Dal complesso dell’entità umana ‒ Torquay 12-19 agosto 1924 ‒ O.O. N° 311).

 

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Angelo Antonio Fierro e Dora Scialfa