Il nome impronunciabile

AcCORdo

Il nome impronunciabile

Non v’è difficoltà che non sia superabile nel pensiero del Logos e aprendo il varco alla Forza del Logos sino ai dettagli della realtà fisica. Può tutto, ma occorre darle modo di dominare la nostra vita. Volere, sí, ma secondo la potenza d’impersonalità del Logos. Occorre quindi lavorare ad un’opera fraterna che deve volgere alla formazione della comunità futura.

Non v’è difficoltà che non sia necessaria e perciò fortificante: richiesta di ulteriore Logos, eroicità, superamento di sé, ritrovamento della forza originaria. Perciò un dono continuo fluisce dal mondo spirituale, onde operi in noi secondo il suo potere entro le fibre del dolore o della tenebra: per l’invitta Luce!

Sempre, liberandosi, ritrovare il luogo d’onde ogni tenebra è vinta, quale che sia la sua immanità. In ogni punto della Terra e della zona del “male” questa vittoria è possibile, anzi necessaria. Ci è richiesta, in nome della fraternità umana, in nome della redenzione solare: perché nessuno sia dimenticato.

Perché la malvagità umana venga disorientata, occorre da parte dell’individuo un intenso Amore, assai piú intenso di quello di cui ora, pur con il suo massimo sforzo, sia capace.

Rutilo azzurro oltre la selva dell’abitato umano, promessa simbolo di una beatitudine attesa da tempo. Nella luce del giorno il conforto di una promessa per l’eternità: il segreto della Forza creatrice restituito al cuore umano: la sua immortalità, il suo essere cuor dei cuori, il Cuore del Mondo, perciò il Christo sbocciante nell’umano.

Nelle ore auree della notte, quando piú profondo è il silenzio delle cose e l’anima ascolta i segreti dell’Universo, intravvedo il senso ultimo della vicenda umana, che solo un nome può avere: Vittoria del Christo. È questo il senso ultimo della richiesta laconica del Dio e della Sua potenza.

accordoPrima di fare appello alle potenze invincibili del cuore, è bene conseguire il massimo della concentrazione del pensiero: perché il varco sia quello autentico: ma soprattutto, perché sia posto saldamente il principio dell’assoluta donazione di sé, premessa dell’ascesi mentale. Grande è la posta, grande è l’impegno. L’ascesi diviene vittoriosa, perché opera come Amore cosmico-individuale, per via cosciente.

La Pentecoste perenne è il coraggio di ricordare il fluire di una Forza che l’umano non ha, e perciò in ogni momento chiedere ad essa la soluzione, l’impeto, la vittoria. Ricordare la presenza della salvezza fulminea, e poi immergersi nel tempo come in un fiume tranquillo che porta sicuro verso l’Infinito.

Poi v’è un nome segreto, impronunciabile, perché si pro­nunzia da sé nel cuore, nell’in­timo cuore, e racchiude come un germe magico tutta la storia avvenire, la sua gloria e la sua musica. Un universo fuso con tutti gli universi, una vittoria che comprende tutte le barriere dissolte e gli esseri amati.

 

Massimo Scaligero


Da una lettera del marzo 1979 a un discepolo.