Sul mistero del Fantoma - II

Esoterismo

Sul mistero del Fantoma - II

 

Christian Rosenkreutz venne allevato, fin dalla nascita, nell’atmosfera piena di calore, di saggezza, di armonia dei sentimenti dei dodici Bodhisattva. Ciò permise la crescita e lo sviluppo della sua parte verginale, derivante dall’evoluzione di Saturno, Sole, Luna; questa venne protetta dall’influenza luciferica e arimanica e ispirata dalla maggiore saggezza presente in quel momento sulla Terra. Ciò rese possibile, al termine dell’adolescenza, il collegamento di queste forze verginali con il principio del Christo, e fece acquistare la massima saggezza anche a tutte le sue altre facoltà. Il modo in cui tale trasformazione si palesò nel giovanetto, fu del tutto nuovo anche per coloro che lo circondavano; il perché venne spiegato da Steiner, sempre nella stessa conferenza.

«Prima del Christo, tutti i grandi Maestri potevano servirsi, per parlare agli uomini, soltanto delle facoltà trasmesse loro mediante l’eredità. Tutti i profeti e i Maestri, per quanto elevati essi fossero, e perfino i Bodhisattva, dovevano predicare, servendosi delle facoltà trasmesse mediante il germe. Il Christo Gesú, invece, fece appello all’elemento umano che non passa attraverso il germe, ma che proviene da una sfera divina».

Si è letto che “perfino i Bodhisattva” non avevano mai potuto agire prima in quel senso; ma quando poterono farlo per la prima volta, con un essere che si era particolarmente preparato a ciò, ne scaturí un risultato grandioso e del tutto nuovo. Come primo effetto, il giovinetto attraversò un processo di crisi del corpo fisico che da una parte lo condusse quasi alla morte, ma contemporaneamente lo collegò con il principio del Christo, realizzando il passaggio dall’ex Deo Nascimur all’in Christo morimur. Quando risorse da questa crisi, il giovinetto aveva generato in sé qualità tali, per cui gli stessi Maestri di Saggezza che lo circondavano poterono riavere da lui, in forma del tutto nuova, le loro precedenti conoscenze. I Bodhisattva riconobbero che questa nuova conoscenza formava un mirabile compendio delle dodici macrocosmiche correnti di saggezza. Si leggerà, adesso, come Steiner disse tutto ciò:

«Cosí crebbe il fanciullo sotto la costante cura dei dodici. Allora sopraggiunse una certa epoca: il fanciullo era già divenuto adolescente – prossimo al ventesimo anno – e poteva palesarsi qualcosa di quel che era come un riflesso delle dodici correnti di saggezza. E ciò che allora si palesò fu qualcosa di nuovo anche per i dodici saggi. La trasformazione avvenne mediante profondi mutamenti organici. Anche riguardo al corpo, il fanciullo si era differenziato profondamente dagli altri uomini; di tempo in tempo egli fu assai ammalato, divenne del tutto diafano …il corpo dell’adolescente divenne come trasparente. E allora venne il tempo in cui l’anima lasciò completamente il corpo per qualche giorno. Come morto giacque allora l’adolescente. …E quando l’anima ritornò, si era compiuto qualcosa che era come una completa rinascita delle dodici saggezze, cosí che anche i dodici saggi poterono imparare dall’adolescente qualcosa di completamente nuovo».

Si deve vedere come, in questa descrizione di fatti, tutto richiami alla resurrezione di Lazzaro. Questo adolescente del XIII secolo, che dai tempi primordiali è continuamente progredito con la sua individualità, giunto nell’età in cui esso deve pienamente prendere possesso del suo Io, attraversa di nuovo “una malattia che non è a morte”; con ciò la sua anima, cosí particolarmente preparata dai dodici, si distacca dal corpo fisico per andare, unitamente al suo Io, a fondersi con il principio del Christo.

L’anima, cosí fecondata, ridiscende poi nei corpi inferiori già cosí trasformati, e fa “rinascere” un essere totalmente nuovo e unico, che diviene la fonte di una nuova saggezza. Egli sarà la sorgente della corrente centrale della saggezza cristica che, da allora, opererà come il fiume che accoglie in sé gli affluenti di ogni altra corrente di conoscenza, per portare l’umanità a rinascere nell’oceano di Saggezza universale, archetipicamente espresso nello Spirito Santo.

Tomasz Alen Kopera  «Rinascita»

Tomasz Alen Kopera «Rinascita»

Con ciò, questo essere realizzò in sé il per Spiritum Sanctum reviviscimus, e colmo di questa nuova saggezza, che da lui sgorga come da una fonte umana, egli riversa questi doni che, dalla sua carne, si rifanno Logos in coloro che lo avevano allevato.

Cosí si espresse Steiner nella conferenza del 27 maggio 1923 (O.O. N° 276):

«Con lui [Lazzaro] cominciò la corrente del centro che si trovava tra la corrente di Caino e la corrente di Abele».

L’evento che, come un dono precoce, Paolo aveva sperimentato a Damasco per diffondere il Cristianesimo, fu rivissuto in maniera simile anche da Christian Rosenkreutz, e ciò lo collega a quel luogo, fisico e sovrafisico, che vide la gloria di Elia-Giovanni.

Uscire da Gerusalemme, attraverso la porta che dà verso Damasco, è una potente immagine archetipica. Gerusalemme sta in Giudea, nella terra di Giuda, in un territorio arido (polarmente contrapposto a quello della Galilea, ricco d’acqua, verdeggiante e fertile), completamente segnato da serpeggianti solchi che richiamano le circonvoluzioni del nostro cervello. Non a caso la morte del Golgotha (o cranio) si è consumata in quel luogo, anche nel nostro cranio-Golgotha, a causa del nostro pensare, continuamente avviene morte e uccisione. Uscire da Gerusalemme equivale a venir fuori dal corpo fisico, in particolare dal cervello, ove muore la vita del pensare; la porta verso Damasco è il varco per lo Spirito meditante, teso a raggiungere la meta. La meta-Damasco, attraverso Elia, Paolo, Christian Rosenkreutz, aspetta tutti noi, soprattutto dal ritorno del Christo in eterico, con la sua sfolgorante luce di vita eterna.

Anche da questo si può vedere che l’individualità di Lazzaro-Christian Rosenkreutz è stata, è, e rimarrà, in diretta collaborazione con l’individualità di Giovanni Battista. Si può anche considerare che l’esperienza di Damasco, come evento archetipico, attende tutti gli uomini i quali, preparatisi a ciò, vorranno entrare in diretto rapporto con il Christo eterico e divenire attrattivi per il Suo Fantòma. Qui si può riconoscere come l’unione di Lazzaro e di Giovanni, avvenuta durante la resurrezione di Lazzaro, sia divenuto l’evento archetipico per il futuro: il quid verginale del Christo fu operante, da allora e per primo, in Lazzaro (e vedremo come), e potenziato dall’influenza di Giovanni Battista sul suo corpo astrale, agente in lui in forma bodhisattvica. Da Steiner, infatti, sappiamo che Giovanni, da allora, può influenzare il corpo astrale di tutti gli uomini che cercano il rapporto con l’impulso del Christo. Ora, si continuerà nella lettura di Steiner, sempre dalla stessa fondamentale conferenza:

«Egli [il giovinetto] poteva parlare di eventi completamente nuovi. Egli poteva, attraverso il Mistero del Golgotha, sperimentare qualcosa di simile a quello che Paolo sperimentò a Damasco. Con ciò era data la possibilità per cui tutte le concezioni del mondo, religiose e scientifiche …e veramente esistono solo dodici di tali concezioni del mondo …si compendiassero in una sola unica concezione, che è nata da queste dodici. Fu data la possibilità per cui le dodici concezioni del mondo potessero ritrovarsi unite in una sola concezione e che fosse rispondente a tutte. …L’adolescente poco dopo morí, cosicché egli visse solamente una breve esistenza terrena. La sua missione consistette appunto in ciò, nel comprendere sotto forma di pensieri le dodici correnti di saggezza, per sperimentare e per preparare il nuovo che egli allora poteva lasciare ai dodici, i quali dovevano elaborarlo. Un importante stimolo venne dato. L’individualità dalla quale questo impulso era provenuto portò il nome di Christian Rosenkreutz. Questa stessa individualità rinacque nel XIV secolo, e questa volta la sua incorporazione durò oltre cento anni».

Sole e CostellazioniRudolf Steiner descrisse varie volte questi eventi, specie nei cicli che compongono l’O.O. N° 130, da cui si continueranno a trarre altri elementi atti a dimostrare che, dietro questa individualità di Christian Rosenkreutz, si dovrà sempre intravedere l’azione del grande Iniziato solare, il Manu. Anche dalle ultime considerazioni si può vedere che Christian Rosenkreutz, nei confronti delle dodici correnti di saggezza espresse dai dodici Bodhisattva, o “Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti di cui Christian Rosenkreutz è la guida” (conferenza del 10 gennaio 1915 – O.O. N° 161), agisce come l’immagine di un Sole che, nel suo cammino entro le dodici costellazioni-concezioni, le raccoglie in sé e le irradia, di nuovo, come una fonte di luce-saggezza unitaria.

Christian Rosenkreutz, al tempo delle sue Iniziazioni nel Medio Evo, fu pervaso, ancor piú che in Palestina, della sostanza animica del Christo, e la sperimentò con il massimo dell’entusiasmo e del calore conoscitivo per il divino Essere, perciò poté purificare il suo corpo astrale e maturarlo al massimo grado in sé spirituale o Manas, in Divina Sophia. La massima quantità di saggezza fluita in lui dai dodici saggi e dalla partecipazione all’essere della Sophia aveva pervaso il suo corpo astrale, e attraverso questo anche il suo corpo eterico; ciò gli permise anche un’avan­zata maturazione della Budhi o Spirito vitale. Ma se tutta questa saggezza non avesse avuto la possibilità di unirsi con la luce della “stella” del principio luciferico, egli non avrebbe mai potuto ridarla, in forma del tutto nuova, ossia come una «Nuova Iside svelata», ai dodici riuniti intorno a lui. In realtà ognuno dei dodici era portatore parziale della Saggezza una, essi non avevano ancora avuto la possibilità di fare sintesi, ognuno per se stesso, di quanto gli altri undici sapevano singolarmente; solo riavendola in forma unitaria da Christian Rosenkreutz, finalmente compresero il vero cristianesimo come sintesi di tutte le dodici correnti di saggezza primigenia che, eternamente, si riversa nel mondo dalle dodici fonti zodiacali. Infatti, abbiamo inteso dire da Steiner:

«Descrivere e comprendere il Christo come gli altri fenomeni ed esperienze del mondo, e riconoscerne solo in tal modo la grandezza e l’importanza per il mondo, il suo valore causale non solo per il divenire universale, tutto questo riesce possibile solo se l’Iniziato alla mistica cristiana ascende piú in alto, fino a raggiungere i regni luciferici. Soltanto Lucifero dunque ci consente di descrivere, di comprendere il Christo entro la sfera della Rosacroce».

Se ne può dedurre che in questa sfera, grazie a Christian Rosenkreutz, la forza della luce, dell’impulso di Lucifero, cosí come magistralmente descritto da Rudolf Steiner, si è riunita al massimo grado con l’amore spiritualizzato datoci dal Christo. Si potrebbe dire: la Saggezza «serena» degli Elohim normali finalmente si è riunita con la Saggezza bramosa di quelli irregolari, trasformata dal Christo in calda sostanza d’amore libero. Ma ciò non piú per azione diretta del Christo, ma grazie al Mistero del Golgotha e ai grandiosi fatti scaturiti da esso, per libera volontà amante del Suo “Discepolo amato” che, nel giusto tempo e in unione con la “Madre”, ha realizzato altrettanto come uomo. Ora è iniziato il tempo in cui è necessario che ogni uomo almeno inizi a fare altrettanto, perché, come è descritto nella prima parte di questo lavoro, solo la massima conoscenza rinnovata del Christo, conquistabile dall’umano, ci renderà attrattivi per il Suo Fantòma, affinché a grado a grado penetri nel nostro corpo fisico, rendendolo immortale. rosacrocePer raggiungere questo, gli uomini dovranno, coscientemente e liberamente, andare “alla ricerca della nuova Iside”, di quella Saggezza un tempo scissa dagli Elohim, e finalmente ricomposta dal Christo nei momenti finali del Mistero del Golgotha. Dalla sfera della Rosacroce, da Christian Rosenkreutz e dai suoi veri Maestri, da allora ci sono state date le for­ze, le qualità spirituali atte a compiere lo stesso cammino. Riempire il corpo astrale di conoscenze esoteriche, divenire anche piú morali e meno egoisti, non basterà per comprendere l’oggetto di conoscenza piú alto, piú degno di questa impresa, il Christo. Lo si potrà percepire, nell’anima divenuta chiaroveggente, con l’esperienza di Damasco, grazie all’azione, nel nostro tempo non piú solo esoterica ma anche essoterica, del corpo eterico di Christian Rosenkreutz (conferenza del 27 settembre 1911 – O.O. N° 130):

«Il secolo ventesimo ha la missione di potenziare quel corpo eterico [di Christian Rosenkreutz] affinché possa operare anche exotericamente. …Finora quel corpo eterico ha operato solo entro la scuola rosicruciana; nel secolo ventesimo saranno sempre piú numerosi quelli che ne potranno provare l’effetto e potranno quindi sperimentare l’apparizione del Christo nel corpo eterico. È il lavoro dei Rosacroce che rende possibile l’apparizione eterica del Christo, e diventerà sempre piú grande il numero di coloro che saranno capaci di scorgerla».

Si prosegue ancora dalla stessa conferenza di Steiner, con altre parole che illuminano, sempre piú, questo problema centrale per il ricercatore dello Spirito attuale:

«Oggi ci troviamo davanti a una svolta dell’evoluzione che non può piú accontentarsi di ricevere tradizionalmente i Vangeli al modo antico: oggi l’umanità chiede qualcosa d’altro. Coloro che non vogliono questo qualcosa di nuovo dovranno sopportare il karma di essersi opposti all’introduzione del principio luciferico nell’interpretazione dei Vangeli. …I veri cristiani sanno che oggi l’umanità ha bisogno di qualcos’altro dal Cristianesimo degli egoisti, sanno che il mondo non può piú sussistere con l’antica tradizione dei Vangeli, che è diventato necessario illuminarli con la luce proveniente dalla sfera di Lucifero. Questi ascoltano gli insegnamenti che provengono dalle sedi d’Iniziazione della Rosacroce, dove si sono rafforzate le facoltà spirituali mediante il principio luciferico al fine di penetrare sempre piú a fondo nei Vangeli. …Oggi però è già venuto il tempo in cui i Rosacroce debbono far circolare nel mondo il loro insegnamento. I misteri della Rosacroce sono chiamati a illuminare i Vangeli grazie alle forze spirituali rafforzate dal mondo luciferico. Questa è conoscenza occidentale dello Spirito: la luce che s’irradia dalla sfera di Lucifero deve essere proiettata sui Vangeli. La scienza dello Spirito deve divenire uno strumento di interpretazione dei Vangeli. …È dunque compito del lavoro scientifico-spirituale introdurre gli uomini alla “buona novella” dell’essenziale sostanza cristiana che si effonde nel mondo: il proiettare sui Vangeli la luce della sfera di Lucifero, passata attraverso l’Iniziazione rosicruciana. Il Christo, divenuto Christo mistico da Dio esteriore qual era, grazie alla nobilitazione dell’anima umana, la riconduce nella sfera che per un certo tempo era stata preclusa: la sfera luciferica, chiamata dionisiaca nell’antichità, e che sarà riconquistata nei tempi ai quali l’umanità va incontro. Il nucleo centrale della corrente spirituale che deve ormai fluire nel­l’Occidente è costituito dalla comprensione del Christo mediante le facoltà dello Spirito potenziate e illuminate da Lucifero. Tutto questo rappresenta la missione della Rosacroce per il futuro.

Cristo e LuciferoChe cosa avviene dunque in sostanza nell’evo­luzione dell’umanità? Avviene questo: Christo e Lucifero procedevano in tempi antichi l’uno a fianco dell’altro, l’uno come Dio cosmico, l’altro come divinità interiore all’uomo; si poteva trovare il primo per cosí dire nelle regioni superne, l’altro in quelle infere. In seguito poi il mondo progredí, consapevole che Dioniso [cioè Lucifero] si teneva per un certo tempo lontano dalla Terra, mentre si aveva l’esperienza della progressiva penetrazione del Christo nella Terra e nell’anima umana; piú tardi infine Lucifero ridivenne visibile, ridivenne conoscibile. Le vie percorse da queste due entità divino-spirituali sono queste: esse si avvicinano alla Terra da due parti diverse; Lucifero diviene invisibile e in certo qual modo incrocia la via del Christo, rimanendo offuscata la sua luce dalla luce del Christo. In passato il Christo era trovato come entità cosmica, Lucifero come entità presente nell’interiorità umana. Le loro vie s’incrociarono; il Christo compie il suo ingresso nell’anima umana, diviene lo Spirito planetario della Terra, e sempre piú assume la funzione di Christo mistico nelle anime umane, si fa conoscere attraverso l’approfondimento delle esperienze interiori. Cosí l’anima accresce sempre piú la sua capacità di scorgere l’altra entità che ha percorso la via inversa, dall’interno all’esterno. Da entità interiore all’uomo e puramente terrestre, qual era stato cercato nei misteri dei mondi inferi, Lucifero va diventando sempre di piú un dio cosmico; sempre piú risplenderà fuori nel mondo che si rivela a chi penetri oltre il velo dei sensi. …Dobbiamo dunque registrare un totale capovolgimento della situazione conoscitiva umana nel corso dell’evoluzione: da dio cosmico, il Christo si è fatto dio terrestre che diventa l’anima della Terra. Lucifero da dio terrestre si è fatto dio cosmico. Se in avvenire l’uomo vorrà riascendere al mondo spirituale esteriore, nascosto dietro il velo del mondo sensibile, se non vorrà limitarsi a ciò che è grossolanamente materiale, egli dovrà penetrare nel mondo spirituale attraverso le cose del mondo sensibile, dovrà lasciarsi portare verso la luce dal “portatore di luce”. Né si potranno trovare le forze per penetrarvi, se non traendole dalle forze che all’uomo affluiscono dal regno di Lucifero. L’umanità dovrebbe affondare nel materialismo, rimanere fissata nella credenza che tutto non è altro che mondo materiale, se non si sollevasse all’ispirazione proveniente dal principio luciferico. …Lucifero ci renderà sempre piú forti per comprendere e conoscere il mondo, Christo ci rafforzerà sempre piú nella nostra interiorità».

A sancire quanto appena letto, voglio e devo citare la nota che, in merito, lo stesso Steiner ha sentito necessario dare agli ascoltatori e ai futuri lettori:

«È facile immaginare quanto i concetti ora esposti saranno calunniati dalla cattiva volontà e dall’incomprensione dovuta all’uso comune della parola Lucifero; ciò non può dissuadere dal fare l’esposizione che qui viene fatta. Chi col nome di Lucifero intenda quello che qui s’intende, è costretto a pensare in modo nuovo».

Proseguiremo in seguito nella disamina dei rapporti tra Christo, Lucifero e Lazzaro-Christian Rosenkreutz, ovvero del “Discepolo amato dal Christo”, ma sarà necessario che il lettore, per affrontare quanto sarà ancora esposto nei contenuti prossimi e finali, soprattutto riguardo al Mistero del Golgotha, si “costringa a pensare in modo nuovo”.

 

Mario Iannarelli (3. segue)


L’Autore è contattabile all’e-mail marioiannarelli.iannarelli@gmail.com