Sul mistero del Fantoma - II

Esoterismo

Sul mistero del Fantoma - II

Fama e Confessio FraternitatisIn due scritti rosicruciani anonimi, apparsi a Kassel nel 1614 e 1615 con i titoli di Fama Fraternitatis e Confessio Fraternitatis, si parla di un nobile tedesco vissuto dal 1378 al 1484.

Un altro importantissimo scritto venne pub­blicato nel 1616 a Strasburgo con il titolo Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz ‒ Anno 1459. È perlomeno curioso che 1616 sia anche il risultato della somma di 747+869, dove l’869 d.C. è l’anno dell’ottavo Concilio ecumenico di Costantinopoli, stigmatizzato varie volte da Rudolf Steiner per il suo dogma abolente lo Spirito dell’uomo, e 747 è l’intervallo di tempo che, a partire dalla nascita di Gesú Christo, è necessario trascorra, ogni volta, tra un evento terrestre e la sua assunzione nell’impulso del Christo. Ciò deriva dallo slittamento di tempo esistente tra l’inizio del Periodo dell’anima razionale, cioè il 747 a.C., e la nascita del Christo, nell’anno 1 della nostra èra. Steiner ci dice che questo libro fu scritto da Johann Valentin Andreae con la diretta ispirazione di Christian Rosenkreutz.

Le nozze chimicheSi sono citate queste tre date perché esse danno lo spunto per ulteriori considerazioni. Le prime due: 1378 e 1484, indicano la nascita e la morte di Christian Rosenkreutz, ovvero il periodo in cui l’adole­scente, iniziato nel XIII secolo, rivisse nell’incarnazione successiva. Mentre l’umanità intera effettuava il passaggio dal Quarto al Quinto Periodo di Civiltà Postatlantico, avvenuto nel 1413 d.C., per iniziare la maturazione dell’anima cosciente, Christian Rosenkreutz compí il suo 35° anno, proprio quello in cui ogni uomo inizia l’elaborazione della sua anima cosciente, traendola dal corpo fisico. Steiner in piú afferma: «Si era nel primo terzo del secolo XV quando …venne fondata la scuola dei Rosacroce» (conferenza del 28 luglio 1924 – O.O. N° 237). L’altra data, quella del 1459, è altrettanto significativa; infatti proprio in quell’anno Christian Rosenkreutz, all’età di 81 anni, fu eletto “Eques Lapidis Aurei”, Cavaliere della Pietra Aurea (conferenza del 22 maggio 1907 – O.O. N° 99).

Adesso si approfondirà la conoscenza, sempre per mezzo delle comunicazioni di Rudolf Steiner, di questa successiva sua incarnazione: «Già nel secolo quattordicesimo, verso la metà, l’individualità del Tredicesimo tornò a incarnarsi, vivendo in quella incarnazione per piú di cento anni [106 anni]. …Nel suo ventottesimo anno fu colto da un meraviglioso ideale: doveva viaggiare e allontanarsi dall’Europa; per prima cosa si recò a Damasco, dove si ripeté ancora una volta per lui l’evento che vi aveva sperimentato Paolo. Tale esperienza va considerata il frutto di un seme, deposto in lui nella precedente incarnazione, poiché tutte le forze del singolare corpo eterico di quell’individualità del tredicesimo secolo erano rimaste intatte, cioè dopo la morte nulla di loro si era trasferito nel comune etere universale; era questo un corpo eterico permanente, che da allora in poi rimase intatto nelle sfere eteriche. Quello stesso corpo eterico sottilmente spirituale di nuovo permeò, dal Mondo spirituale, dei suoi raggi e della sua luce la nuova incarnazione, l’individualità del secolo quattordicesimo, la quale perciò venne spinta a sperimentare ancora una volta l’evento di Damasco. …Christian Rosenkreutz viaggiò per tutto il mondo allora conosciuto. Poiché tutta la sapienza dei dodici era fluita in lui, fecondata dalla grande entità del Christo, gli fu facile raccogliere in sette anni tutta la sapienza di quell’epoca. Quando dopo sette anni ritornò in Europa, fece suoi discepoli i piú evoluti tra i seguaci dei dodici e iniziò il particolare lavoro dei Rosacroce» (conferenza del 27 settembre 1911 – O.O. N° 130).

Si è visto come il karma dell’umanità si intrecci mirabilmente con quello individuale: infatti nel 1406, a 28 anni dalla sua nascita, avvenuta nel 1378, quando iniziò per Christian Rosenkreutz il settennio di sviluppo dell’anima razionale che l’Io trae dal corpo eterico, «per prima cosa si recò a Damasco, dove si ripeté ancora una volta per lui l’evento che vi aveva sperimentato Paolo».

Rembrandt «Uomo con armatura» Rudolf Steiner riconobbe nel quadro un ritratto di Christian Rosenkreutz

Rembrandt «Uomo con armatura»
Rudolf Steiner riconobbe nel quadro un ritratto di Christian Rosenkreutz

Poi proseguí per sette anni nei suoi viaggi, e nel 1413, al compiere dei 35 anni, tornò in Europa per iniziare il «particolare lavoro dei Rosacroce», proprio in quell’anno cosí significativo per tutta l’umanità e per lui stesso.

«Nella prima metà del XV secolo, Christian Rosenkreutz andò verso Oriente per trovare un equilibrio tra l’iniziazione dell’Est e quella dell’Ovest. Ne fu con­seguenza la definitiva fondazione, al suo ritorno, della corrente rosicruciana in Occidente» (conferenza del 30 giugno 1909 – O.O. N° 112). Se ora si ricorda che pro­prio in quell’anno l’Arcangelo Michele iniziò la sua Scuola sovrasensibile ‒ in cui ripercorse mirabilmen­te, per tutte le anime partecipanti, la storia dei Misteri dell’Est della Terra, al fine di ravvivarne la memoria, ma anche di additarne la necessaria futura evoluzione nell’Ovest ‒ allora, si potrà comprendere meglio l’impulso spirituale che afferrò Christian Rosenkreutz e ne determinò l’agire gerarchicamente creativo.

Sempre piú appaiono i nessi che legano Christian Rosenkreutz e Giovanni Battista: qui, come in numerosi altri punti, Steiner addita il ritorno ripetuto di Christian Rosenkreutz a Damasco, da vedere come luogo fisico e sovrafisico. Giova ricordare che a Da­masco, nella sua piú grande moschea, sono custoditi i resti mortali del Battista. E se si ricorda la straordinaria fusione tra questi due esseri, avvenuta al tempo della resurrezione di Lazzaro in Palestina, i nessi sorgono ancora con piú mirabile precisione. In quell’occasione, Lazzaro offrí la sua natura umana dal corpo fisico sino all’anima razionale, e il Battista, già morto per il piano fisico, si uní a queste parti ‘inferiori’ con la sua entità superiore, dall’anima cosciente fino al­l’uomo Spirito.

Rudolf Steiner ci parla del mistero del corpo eterico di Christian Rosenkreutz, divenuto eterno. Per comprenderne meglio le verità correlate, si ricorrerà a un’altra sua conferenza, “Il documento di Barr” (in «Rivista di Antroposofia» 1994/67 ‒ O.O. N° 262).

«A quei tempi, prima del Christo, nei quali l’uomo doveva prima venir iniziato nei mondi spirituali, era necessario che il corpo eterico venisse tratto fuori dal fisico, affinché l’uomo pervenisse alla visione del mondo spirituale con le forze del suo corpo eterico. Allora gli uomini, nel normale stato di coscienza diurna, non disponevano di quelle forze e dovevano quindi venir posti in uno stato di coscienza abnorme. Il Christo ha portato questa forza sulla Terra anche per l’Iniziazione, perché oggi è possibile che l’uomo diventi chiaroveggente senza che il corpo eterico esca da quello fisico. Quando l’uomo raggiunge una maturità tale da ricevere dal Christo un impulso cosí forte che quell’impulso del Christo, sia pure per breve tempo, possa influenzare la sua circolazione sanguigna, che l’influenza del Christo si manifesti in una particolare circolazione del sangue, in un’influenza che penetra fino addentro nel fisico, allora l’uomo è in grado di venir Iniziato entro il corpo fisico. L’impulso del Christo ha questa capacità. Chi è capace di immergersi realmente nei fatti di quei tempi, nei fatti che si sono verificati mediante l’evento di Palestina e il Mistero del Golgotha, di immergersi in essi con tale forza da viverli oggettivamente, da vederli spiritualmente viventi dinanzi a sé, in modo che essi agiscano come una forza che si comunica perfino alla circolazione del sangue, allora consegue con quest’esperienza il medesimo risultato che prima veniva ottenuto per mezzo dell’uscita del corpo eterico. …Vedete dunque che con l’impulso del Christo è venuto nel mondo qualcosa per il cui mezzo l’uomo può influire su ciò che fa pulsare il suo sangue. Non occorre nessun fatto abnorme, nessuna immersione nell’acqua [come faceva il Battista per ottenere il parziale distacco del corpo eterico dal corpo fisico]; in questo caso agisce, unico e solo, il possente influsso dell’individualità del Christo. Non si battezza con nessuna materia fisica, ma si battezza con un influsso spirituale, senza che la quotidiana coscienza abituale subisca modificazione alcuna. Per mezzo dello Spirito che è fluito come impulso del Christo, scorre nel corpo qualcosa che altrimenti può venir suscitato soltanto mediante un processo fisico-fisiologico: mediante il fuoco, il fuoco interiore che trova espressione nella circolazione del sangue. …Se l’uomo fa agire in sé l’impulso del Christo, allora questo impulso opera in un modo che le esperienze del corpo astrale si riversino nel corpo eterico, e l’uomo diventi chiaroveggente. …Cosí l’impulso del Christo ha reso possibile una nuova categoria di Iniziati».

Gli straordinari fenomeni avvenuti in Lazzaro, per effetto della forza dell’impulso del Christo, prima, durante e dopo il Mistero del Golgotha, e poi in Christian Rosenkreutz, sono descritti nella loro genesi e nella loro trasformazione da antica a nuova Iniziazione. Per un Io attuale che voglia e sappia farlo, essendosi preparato a questo già dal passato, c’è la piena possibilità di purificare e riscaldare il proprio sentire, rivivendo e comprendendo oggettivamente l’evento di Palestina e il Mistero del Golgotha. In altre parole si può sperimentare l’evento di Damasco in piena luce e realtà, aprendo nel proprio sentire un varco all’impulso del Christo che, «unico e solo», cioè senza alcun influsso luciferico-arimanico, modifica il ritmo fondamentale della corrente sanguigna e quello correlato della respirazione.

Ora l’Io superiore può iniziare a sperimentare se stesso in questa corrente sanguigna in cui agisce l’impulso del Christo, in modo che la corrente eterica del sangue che sale dal cuore verso la testa, donataci dal sacrificio del Christo, possa unirsi con quella intellettuale che ci attraversa dal basso, fuoriuscendo dalla testa. Se ciò riesce, allora queste due si ‘armonizzeranno’ con l’altra corrente eterica, quella morale che, invece, discende dall’alto verso i piedi. Ma a queste considerazioni se ne possono aggiungere altre che, se pur limitatamente, possono spiegare molti misteri.

Coscienza della LuceQuesta corrente sanguigna, cosí ritmica­mente modificata (dall’impulso del Christo cui ci si è aperti, non certo da tecniche fisiche e/o di respirazione poste in atto, che lo si sappia o no, per ottenere questo effetto a scapito di una inevitabile diminuzione della coscienza di veglia), e una respirazione che si lega con questo ritmo sanguigno, divengono capaci di far uscire il corpo eterico dal ‘sepolcro’ in cui è stato chiuso. Ciò avviene, massimamente, nella testa (Golgotha significa cranio), ma l’impulso nasce dal cuore-Sole, quando esso percepisce un nuovo sangue: quando il sangue inizia a essere l’espressione del “Non io, ma il Christo in me” in senso paolino. Allora i pensieri e le azioni cominciano a sorgere da una fonte di volontà morale, figlia di un libero “idealismo etico”, secondo quella “Filosofia della Libertà” illuminata da Rudolf Steiner, in cui l’intuire morale si unisce all’amore per l’agire fine a se stesso.

A questo punto ‒ riferendosi alle scissioni della saggezza e dei sessi, cosí come descritto al­l’inizio di questo lavoro, nonché ai rapporti tra Christo, la Nuova Iside-Sophia e il “Discepolo amato” appena descritti – si propongono, di seguito, altre notizie atte a far comprendere, almeno in nuce, le conseguenze di tali scissioni fino alla venuta del Christo, e segnatamente fino al Mistero del Golgotha, ove, in virtú del Suo Sacrificio, trovarono il loro principio di riunificazione. A tal fine, si dovranno seguire fili di destino di molti Io, sui quali e con i quali il Christo, in forma particolare, ha agito: Zarathustra, Salomone, Maria Salomonica, Gesú Salomonico, Nathan, Anima nathanica-Gesú nathanico, Maria nathanica, Buddha, Giovanni Battista, Gesú di Nazareth.

Di ognuno, si daranno solo brevi cenni, strettamente necessari per i non introdotti, affinché si possano comprendere, poi, le descrizioni finali. Tali notizie verranno prese, solo e strettamente, dai Vangeli e dalla Christologia donataci da Steiner in vari cicli fondamentali, ove tutte potranno essere verificate. Non si preciseranno perciò ogni volta, per non appesantire la lettura, le fonti bibliografiche.

 

Zarathustra

Zarathustra

È il grande Iniziato solare dell’antica civiltà paleopersiana, colui che indirizzò lo sguardo degli uomini alla Grande Aura solare, al Christo ancora dimorante sul Sole. Egli ne preannunciò la discesa sulla Terra, e perciò concepí il grandioso ideale di edificare la piú perfetta natura umana per poterLo accogliere, e questa l’avrebbe offerta lui stesso. Si ripresentò spesso in varie incarnazioni, la piú celebre è quella del VI secolo a. C. in Babilonia, con il nome di Nazarathos o Zoroastro. Questa fu l’occasione piú evidente del suo collegamento con il divenire del popolo ebraico, allora deportato proprio in quei territori. Alla fine s’incarnò in colui che Steiner ha denominato Gesú salomonico. Tale nome, infatti, designa chiaramente che l’antico Zarathustra trovò ‒ nell’ultimo discendente di Abramo e poi di Salomone ‒ il sangue e la discendenza corporea piú adatta al compimento del suo ideale. Egli nacque, quindi, come Gesú salomonico, qualche anno prima dell’anno 1 della nostra èra (si sa che non fu conteggiato l’anno zero). All’inizio del Vangelo di Matteo tutto ciò è descritto, non esplicitamente, nelle tre volte quattordici generazioni, da Abramo fino ai suoi genitori Giuseppe e Maria, entrambi discendenti dalla linea regale di Salomone. Si dovrà seguire con grandissima, particolare attenzione il percorso di questo Io, fino alla Resurrezione del Christo.

 

SalomoneSalomone

 

È il figlio del Re David che ne seguitò il potere regale. Famoso nella storia per la sua proverbiale saggezza. Ricevette dal padre l’incarico solenne di edificare il Tempio per custodire l’Arca dell’Alleanza, contenente le Tavole della Legge di Mosè. Poiché la sua saggezza era del tipo abelita, celeste, per poter costruire tale Tempio si avvalse di un grandissimo architetto fenicio: Hiram Abiff. Questi era, in quel tempo, il portatore della massima saggezza conquistata dall’uomo a contatto con la materia, di tipo cainita. Con questo sodalizio, fu possibile l’edificazione del mirabile Tempio di Salomone. Dai suoi discendenti nacque la coppia salomonica di Maria e Giuseppe, genitori del bambino Gesú salomonico descritto nel Vangelo di Matteo, in cui s’incarnò l’Io di Zarathustra.

 

Maria salomonicaMaria salomonica

 

È una discendente della linea regale di Re Salomone. Sposò il Giuseppe appartenente alla stessa linea e divenne la madre del Gesú salomonico. È la Maria che accompagnerà l’Io di suo figlio e quello del Christo fino al Golgotha, alla Resurrezione, all’Ascensione e alla Pentecoste, per morire, piú avanti, in circostanze molto particolari.

 

Gesù salomonicoGesú salomonico

 

È il figlio di Maria e Giuseppe salo­monici. Egli nacque qualche anno pri­ma del Gesú nathanico. È il Gesú descritto nel Vangelo di Matteo, dove la famiglia deve subito fuggire in Egitto per sfuggire al re Erode il Grande, colui che, per ucciderlo, scatenerà la terribile “Strage degli innocenti”. Nei suoi involucri corporei si reincarnò l’Io di Zarathustra, vi visse finché il Gesú nathanico, nel frattempo già nato, compí i dodici anni. Allora quest’Io, abbandonando i suoi elementi inferiori, si trasferí in quelli del Gesú nathanico rimanendovi fino al trentesimo anno, poi, abbandonò anche questi altri involucri per concederli all’Io del Christo, durante il Battesimo nel Giordano effettuato da Giovanni Battista.

 

Nathan

 

È un altro figlio di Re David, a cui attribuí il potere sacerdotale. Da lui discese la stirpe sacerdotale fino alla coppia nathanica di Maria e Giuseppe, genitori dell’altro bambino Gesú nathanico, descritto nel Vangelo di Luca, in cui s’incarnò l’Anima nathanica.

 

KrishnaAnima nathanica-Gesú nathanico

 

Con il nome “Anima nathanica”, Rudolf Steiner ha indicato un essere molto particolare. Afferma che è un essere umano di natura Angelica-Arcangelica, portatore delle piú pure forze eteriche non toccate dal peccato originale, custodito nella “Loggia madre dell’umanità”, nelle “Arche solari della Loggia solare”, cioè nell’Oracolo Solare diretto dal Manu stesso. Fondandosi su quanto riferito da Steiner sull’Io dell’Anima nathanica, ossia che esso si fuse a quello di Giovanni Battista, è ragionevole pensare che sia la custodia che la fusione siano stati anch’essi opera del Manu, come grande iniziato dell’Oracolo Solare. Egli, infatti, è colui che governa la Direzione spirituale dell’umanità di tutta la Quinta Epoca Postatlantica, quindi anche degli avvenimenti di Palestina. L’Anima nathanica, sorella di quella dell’Adamo primigenio, non si incarnò mai (se si esclude quella conosciuta come manifestazione dell’entità archetipica dell’Io umano, descritta con il nome di Krishna), è un’anima, perciò, assolutamente pura, esente da ogni influenza luciferica e arimanica, dotata di un Io originario, mai incarnato, quindi assolutamente inconsapevole delle cose terrene. Si sa che tale entità, dopo aver compiuto tre sacrifici ‒ offrendosi come involucro animico per il Christo, agente a favore dell’umanità nel­l’epoca lemurica e atlantica ‒ s’incarnò nel Gesú partorito dalla Maria nathanica, perciò denominato Gesú nathanico. Questo Gesú è quello descritto nel Vangelo di Luca, che non deve fuggire in Egitto, perché nato nell’anno 1 della nostra èra, qualche anno dopo il Gesú salomonico, quando Erode il Grande era già morto. L’evangelista Luca, nel precisarne la discendenza, lo fa risalire fino ad Adamo e a Dio, in ciò silenziosamente riferendosi alla sua natura umano-angelica, come descritto poc’anzi. Alla sua nascita partecipò spiritualmente l’entità del Buddha per mezzo del suo “Corpo di Gloria”. Fra i due esseri si stabilirono rapporti molto complessi, di cui parla Steiner nel ciclo Il Vangelo di Luca. Quando avrà compiuto 12 anni, evidenziato nell’episodio di Gesú che ammaestra i dotti nel Tempio di Gerusalemme, nei suoi involucri corporei s’insedierà l’Io del Gesú salomonico, per rimanervi 18 anni, fino al compimento del 30°. Si sa da Rudolf Steiner che nel Gesú nathanico, in un certo senso, non era presente l’Io, perché lo stesso venne conferito all’entità di Giovanni Battista, nato sei mesi prima del Gesú nathanico. Questa strettissima relazione fra i due è delicatamente accennata da Luca nella descrizione della cosiddetta “Visita a Elisabetta”, che la Maria nathanica fa subito dopo l’Annunciazione della sua gravidanza.

 

Maria nathanicaMaria nathanica

 

Nacque dalla linea sacerdotale nathanica, come il suo sposo Giuseppe. Anche per lei si deve dire che è un’entità portatrice delle piú pure forze eteriche non toccate dal peccato originale, custodito nella “Loggia madre dell’umanità”, nelle “Arche solari della Loggia solare”, cioè nell’Oracolo Solare diretto dal Manu stesso. Quindi, anche per lei si deve pensare a un essere particolarmente diretto, in tutte le sue manifestazioni, dalla “Saggia Direzione divina dell’umanità”. Un’entità umana nata senza macchia, portatrice di un corpo astrale ed eterico comparabile, per perfezione, a quello del Figlio che, per virtú dello Spirito Santo, da lei nascerà. Morí molto giovane, lasciando vedovo il marito e, descrive Steiner, fu assunta direttamente nel Devachan, non necessitando del Purgatorio. Si vedrà, piú avanti, come proseguirà la sua azione.

 

buddhaBuddha

 

Ha dato all’umanità l’Ottuplice sentiero, allo scopo di purificare il nostro corpo astrale. Steiner descrisse i suoi particolarissimi rapporti con la matrice astrale dell’Ani­ma nathanica appena nata, tramite cui poté rinfrescare le proprie forze spirituali, e con le quali influenzò le predicazioni di Giovanni Battista, ispirate dalle sue di sei secoli prima, perché fossero piú adeguate alla venuta del Christo, di cui Giovanni doveva essere il “Precursore”. Come Bodhisattva che ha già maturato il grado di Buddha, egli ha completato interamente lo sviluppo del suo Sé spirituale come corpo astrale spiritualizzato, raggiungendo il grado angelico, e con ciò liberando il suo Angelo custode (l’Angelo Vidar). Cosí è potuto penetrare, provenendo dalla sfera sovraspirituale della Buddhi, o Provvidenza, in quella ancora superiore del Nirvana, sfera nella quale sta realizzando la spiritualizzazione del suo corpo eterico, trasformandolo in Budhi o Spirito vitale, similmente a come operano gli Arcangeli. In altre parole, le forze della saggezza del corpo eterico del Buddha, grazie al suo Io, sono già metamorfosate in capacità di cristica compassione amante. Dopo i fatti di Palestina, insieme a Zarathustra e Sciziano, è stato, ed è, uno dei massimi istruttori del Christo e del Suo impulso. È anche il piú stretto aiutatore di Christian Rosenkreutz, svolgendo, su suo incarico, un irrinunciabile compito cosmico-spirituale a favore della popolazione terrestre e di Marte, in ciò aiutato dal suo piú fedele amico-discepolo: l’Io di San Francesco (che, forse, è lo stesso di Kashyapa).

 

San Giovanni BattistaGiovanni Battista

 

Reincarnazione di Elia; portatore dell’Io dell’Angelo che si liberò alla Illuminazione di Buddha, quel Vidar che ha preso il posto di Michele quando questi è divenuto il nuovo reggente del tempo; portatore dell’Io del Gesú nathanico; “Precursore” del Christo e “Testimone della Luce” per volontà divina. Steiner lo definí, piú volte, la piú grande maya apparsa sulla Terra, a sottolinearne la quasi impenetrabile complessità incarnatoria. Fu il primo a riconoscere l’Agnello del Signore, che avrebbe battezzato. Egli estrasse il particolare corpo eterico di Gesú di Nazareth con l’immergerlo nel Giordano, cosí quel puro involucro permise l’incarnazione del Christo, grazie all’azione dello Spirito Santo. Piú avanti, dopo la sua morte fisica, divenne l’Anima di gruppo dei dodici Discepoli scelti dal Christo, elargendo loro le sue possenti forze spirituali. Poi, alla resurrezione di Lazzaro effettuata dal Christo-Gesú, congiunse le sue membra animico-spirituali superiori con quelle animico-corporee di Lazzaro. Ciò rese possibili, insieme ad altro, quelle imprese spirituali del “Discepolo amato dal Christo” che, piú avanti, si tenterà di descrivere.

 

Gesù CristoGesú di Nazareth

 

Si sa che questa entità particolare ha vissuto, per 18 anni, in quell’essere che si formò grazie alla fusione della natura umana del Gesú nathanico con l’Io del Gesú salomonico. Quest’ultimo, infatti, aveva abbandonato, sacrificandosi, i suoi involucri corporei, per trasferirsi nel Gesú nathanico quando aveva compiuto il dodicesimo anno. Egli, poi, visse a Nazareth (da cui la denominazione Gesú di Nazareth), dove si trasferirono, riunendosi, le due famiglie: la salomonica e la nathanica. Giunto al trentesimo anno, potenziò ancora, sacrifi­candolo, il suo Io, perché offrí all’Io macrocosmico del Christo i suoi involucri corporei. Da allora, e specialmente dopo la Resurrezione del Christo, divenuto “Maestro Gesú”, si aggira continuamente fra gli uomini, come uno dei massimi istruttori della conoscenza del Christo e del Mistero del Golgotha. In particolare, ogni Settimana Santa torna a Gerusalemme in forma eterica, aggirandosi nei luoghi della Passione e del Golgotha. Con ciò, mediante l’acquisita, profondissima conoscenza dell’Es­sere e dell’impulso del Christo, egli contribuisce alla fortificazione dei corpi eterici degli uomini che si pongono in relazione con lui. Si sa che l’agire creativo del suo corpo eterico, divenuto perfetto e indistruttibile, avviene in unione con quello di Christian Rosenkreutz. Il risultato è quello di fortificare l’anello eterico intorno alla Terra, per rendere sempre piú possibile all’umanità il rapporto con il Christo eterico, da lí agente.

Si riportano estratti di Steiner, che aggiungono notizie relative ad alcune entità appena descritte:

«Le personalità, come per esempio l’originario Zarathustra, conseguono la possibilità di diventare guide dell’umanità con un cammino del tutto diverso. Se ancora una volta richiamiamo alla mente quel che dissi del Buddha, ci sarà chiaro che egli doveva essersi elevato di gradino in gradino già nelle incarnazioni precedenti, nelle quali era giunto fino al livello di Bodhisattva. Attraverso l’Illuminazione (sedendo sotto l’albero del Bodhi), che deve essere pensata cosí come l’ho presentata, una personalità che si è elevata a poco a poco, e che, grazie ai progressi della sua individualità, giunge a vedere nei mondi spirituali. Se l’umanità fosse stata dipendente sempre solo da tali guide, non sarebbe stato possibile farla progredire cosí come è progredita. Ci furono anche guide diverse e di quest’altro genere fu Zarathustra. Non sto parlando del­l’individualità di Zarathustra, ma della personalità dell’originario Zarathustra, l’annunciatore dell’Ahura Mazdao. Se studiamo una tale personalità nel luogo in cui viene incontro nel mondo, anzitutto non troviamo in essa alcuna individualità innalzatasi in modo speciale grazie ai propri progressi; abbiamo invece una personalità che viene prescelta per essere il portatore, l’invo­lucro di una entità, di una individualità spirituale che non può incarnarsi nel mondo, che può solo mandare la sua luce in un involucro umano e agire al suo interno. La personalità del­l’originario Zarathustra non fu di quelle elevatesi da sé a un livello tanto alto come il Buddha, ma fu piuttosto prescelta affinché una individualità superiore vi prendesse per cosí dire posto, la compenetrasse del proprio essere, di Spirito. …In tutti i grandi ideatori di concezioni del mondo nell’intera area del mar Caspio attraverso le nostre contrade e fino alle regioni del­l’Europa occidentale, troviamo espresso che simili personalità vengono compenetrate da una entità spirituale per diventare guide dell’umanità, senza che si siano elevate mediante un’evoluzione personale. Questa è l’altra via con la quale si formano le guide dell’umanità. Con ciò abbiamo caratterizzato in un senso piú profondo quel che spesso abbiamo considerato: le due grandi correnti di Civiltà dell’Epoca Postatlantica. …La corrente settentrionale aveva guide quali ho descritto ora in Zarathustra, quella meridionale invece ne aveva quali appaiono nella piú alta rappresentazione nel grande Buddha. …Il Christo, un’entità divino-spirituale, discende sulla Terra in una entità umana, come altre entità divino-spirituali sono discese in tutte le guide e ideatori settentrionali di concezioni del mondo, soprattutto in Zarathustra. È lo stesso processo, ma portato al suo massimo grado: il Christo discende in un’entità umana, ma non nella sua infanzia, bensí nel trentesimo anno di vita, e la personalità di Gesú di Nazareth viene preparata a ciò in modo speciale. Entrambi i misteri delle guide devono esserci rappresentate in sintesi, in unione, in armonia l’uno con l’altro. …Il Christo fa entrambe le esperienze, mentre le precedenti guide dell’umanità ne avevano sempre fatta solo una. Egli fonde le due vie nel mondo spirituale. Con ciò ho voluto presentare ancora una volta …come si debba comprendere il processo evolutivo dell’umanità e l’intervento di individualità che si elevano al di sopra del­l’evoluzione del Bodhisattva, fino a quello di Buddha; e come si debba comprendere l’evolu­zione di coloro nei quali non si considera quel che sono come esseri umani, bensí quel che scende dall’alto».

Si vuol sottolineare che questo processo di discesa di entità in esseri umani era già avvenuto altre volte in precedenza, ma, con quella del Christo, tale processo fu «portato al suo massimo grado», e che «la personalità di Gesú di Nazareth viene preparata a ciò in modo speciale». Questo evento fu unico nel suo genere, e lo si dovrà tener presente nel prosieguo. Quindi, ora si dovranno prendere in esame varie rivelazioni di Rudolf Steiner, per comprendere come, per mezzo di molti fatti, il Christo poté assumere la completa natura microcosmica di Gesú di Nazareth, da Lui portata al massimo grado di evoluzione umana e poi affrontare la Passione, la Morte e la Resurrezione con il nuovo Fantòma.

 

Mario Iannarelli (4. segue)