Il forestiero che per affari, turismo o svago, si fosse trovato a Londra, in quell’autunno del 1954, di certo, tra un impegno e l’altro, non avrebbe mancato di visitare i luoghi topici della capitale del Regno Unito. In particolare la City, il cuore pulsante della finanza, delle grandi società di assicurazione, con la Borsa, La Banca d’Inghilterra e il Royal Exchange. E nella City St. Paul, la massima chiesa cristiana del Paese, e poi, tra il limite Nord del quartiere e il Tamigi, insigni monumenti come il Globe ‒ il teatro caro a Shakespeare ‒ la Torre con il tesoro reale, il Tower Bridge e il London Bridge con tutte le memorie solenni e cupe, come le pietre di arenaria di merli e bastioni. E se in quell’autunno del 1954, il visitatore, dopo aver ammirato St. Paul, avesse imboccato Cheapside con l’intenzione di raggiungere a piedi il fiume, percorrendo King William Street, arrivato al Bank, lo slargo su cui si affacciano il Royal Exchange e la Bank of England, avrebbe assistito a un fenomeno straordinario: dalle uscite della metro, migliaia di persone, di ogni condizione sociale, età e sesso, sciamavano all’esterno, formando un compatto, serrato ma disciplinato corteo, diretto verso un punto che si indovinava essere la meta comune a tutta quella massa umana, preda di una composta eccitazione che tradiva l’importanza dell’evento che stava per vivere. Infatti, tutti si scambiavano commenti come “straordinario… unico… prodigioso”, ma il tutto avveniva all’inglese, con bisbigli schermati da dita, in una disarmata complicità. Se quel visitatore avesse avuto un minimo di conoscenza della poesia inglese, non avrebbe potuto impedire alla sua mente di formare un richiamo al Waste Land di Eliot, con i versi che a loro volta citavano l’Inferno dantesco: «A crowd flowed over London Bridge, so many / I had not thought death had undone so many / sighs, short and infrequent, were exhaled/… flowed up the hill and down King William Street». E nell’Inferno, III, 55-57 «…sí lunga tratta / di gente, ch’io non avrei mai creduto / che morte tanta n’avesse disfatta». Dove era diretta tutta quella folla, e per cosa?
Se dunque il visitatore si fosse unito al corteo, sarebbe stato preso e trasportato quasi, ma con garbo, senza spingere, softly, fino a Queen Victoria Street. Qui, a poca distanza dalla Mansion House, la residenza del Mayor, il Sindaco, la folla declinava ordinata lungo uno sterro profondissimo. Qui, il Roman and Mediaeval London Excavation Council aveva allestito un gazebo con all’interno una mensola.
Accanto a quella struttura di fortuna sostava il direttore W.F. Grimes e illustrava ai visitatori, che potevano appena ammirare en passant, una testa d’uomo in grandezza naturale, che portava un berretto frigio. La scultura, eseguita in Italia, era stata dissepolta, il 18 settembre, dalle ruspe dell’impresa di costruzione che intendeva erigere, sulle macerie delle bombe della guerra terminata da un decennio, un palazzo di 14 piani che si sarebbe chiamato Bucklersbury House. L’erma rappresentava senza dubbio, confermava Grimes, il dio Mitra.
Si sperava che si potesse portare alla luce anche l’intera struttura del tempio, tra le maggiori, si intuiva dai rilievi, dedicata al dio frigio, non unica in Britannia.
Religione di salvezza quella mitraica, assolutamente morale, derivata dallo zoroastrismo iraniano.
A conferma, accanto alla testa di Mitra, figuravano altri reperti. Uno in particolare illustrava un’allegoria di liberazione: un bassorilievo in marmo che mostrava un’aquila mentre artigliava e sollevava dal terreno una gabbia dalla quale fuoriusciva un uomo.
In seguito al ritrovamento delle sculture di Mitra e di altre divinità come Minerva e Mercurio, lo scavo dissotterrò l’intero santuario, costruito dai militi della II Legio Augusta, il primo presidio costituito da Roma in terra di Albione, imperando Claudio. Il nome “Lundinium” indicava il porto fluviale sul Tamigi, un emporio dove convergevano le strade dai vari angoli del territorio, animando traffici mercantili in arrivo e partenza, col mare a 30 miglia.
Nel 61 d.c. ci fu la rivolta dei Britanni guidata da Budicca, la regina sacerdotessa. Lundinium venne distrutta col fuoco dai ribelli. Svetonio Paolino sconfisse Budicca, che si uccise.
La città, ricostruita, venne cinta di mura, con un fortilizio che aveva una porta lato fiume: il Cripplegate Fort. L’inizio della moderna Londra.
Leonida I. Elliot