Cosí prossime agli occhi, cosí rapide
nuvole passeggere lievi scorrono
tra cielo e terra, vivido crogiolo
di luce e vento che le sfrangia, palpitano
ai riverberi lungo l’orizzonte
e lo sguardo le segue, ne ricava
un sollievo per l’anima randagia,
come un respiro dell’eternità
di cui sono relitti naviganti.
Questo è il tempo del fuoco, del passaggio,
e l’uomo che cammina nel tramonto,
solo, col peso dei millenni addosso,
si smarrisce, non sa come affrontare
l’incendio, il flusso dell’inarrestabile.
Questa è l’ora del giorno che declina,
e l’uomo è in fiamme, torcia di rimpianti,
gli brucia dentro il magma dei ricordi.
Ma il sole accende l’ultima catarsi
nel raggio verde che balena. Sale
dal rogo la Parola che redime,
vola il pensiero, araba fenice.
Fulvio Di Lieto