Le istituzioni moderne, che amano definirsi democratiche, hanno tradito la libertà mediante la scuola pubblica, imponendo metodi e programmi anche alle poche organizzazioni scolastiche private sopravvissute.
I regimi totalitari si servono direttamente della scuola per costruire forzosamente un uomo che abbia la dimensione psichica prevista dalla loro ideologia. La scuola diretta dallo Stato diviene cosí di volta in volta monarchica o repubblicana, clericale o anticlericale, comunista o fascista, umanistica o tecnologica, senza che nessun funzionario chieda agli insegnanti quale sia la validità pedagogica di questi travestimenti. Infatti vengono chiamati a collaborare alla compilazione dei programmi solo quei docenti perfettamente integrati nel sistema dominante.
I danni che si stanno facendo all’uomo sono spaventosi. Molti si rendono conto oggi dell’assurdità di un’arte e di una cultura di Stato, degenerate dalla ufficializzazione politica. Quasi nessuno però percepisce che il predominio della scuola di Stato inaridisce alle sorgenti la fonte della vita spirituale.
La stessa creatività che si manifesta nell’arte, si estrinseca nell’insegnamento. Aiutare il fanciullo a divenire un essere libero e ad identificare in sé la scintilla divina è compito analogo alla creazione artistica: è come scolpire il marmo, immaginare colori meravigliosi, comporre melodie magiche. È anche qualcosa di piú, perché è contribuire a far sorgere l’uomo autentico. Un uomo consapevole della sua missione sulla Terra, in grado di identificare la sua interiorità con quella dell’essere che gli sta di fronte, capace di sentire riconoscenza per tutto ciò che la vita e i suoi simili gli donano, educato a riconoscere la santità della forza che si esprime nella capacità di lavoro delle sue mani, cosciente che le sue doti imprenditoriali o tecniche o esecutive sono il primo gradino in cui si manifesta lo Spirito.
Un artista non andrà mai oltre il conformismo se gli viene imposto di dipingere solo lavoratori festanti che abbracciano il trattore… Analogamente la scuola non potrà mai superare quel piatto nozionismo, disapprovato da molti, se lo Stato continuerà a imporre i programmi e gli indirizzi didattici, se la scelta degli insegnanti verrà compiuta con lo stesso tipo di concorso in uso per gli applicati d’archivio, se le esigenze economiche richiederanno solo certi tecnici, ignorando che dovrebbero essere le doti umane a determinare gli indirizzi produttivi e non questi a condizionare l’umanità.
Argo Villella
Tratto da: A. Villella Una via sociale
Editrice “Il Falco” ‒ Milano 1978