La giusta ebbrezza

AcCORdo

La giusta ebbrezza

Una volontà che pensi solo pensiero adamantino indipendente da qualsiasi rappresentare o imaginare: una volontà che vuole come pensiero potente e perciò si articola nel sistema della testa, perché ha tutto l’assenso del cuore: questa la volontà richiesta dall’impresa. Un volere infinito che muove il mondo!

Un pensiero adamantino si è trasformato nella Terra, ma dalla terrestrità deve essere liberato, perché mostri la sua vera forza. Questo pensiero ha tutto, anche la volontà e l’Amore immenso che urge alle tensioni attuali dell’umano. Viene da molto in alto e domina le profondità della Terra, non conosce ostacoli, perché è la luce della luce, l’essenza invitta del Logos.

Come neutralizzare l’attacco ormai intensificato degli Ostacolatori? Identificandosi con l’Io, lasciandosi essere secondo l’Io puro, con assoluta indifferenza a tutto, come riposando nel profondo di sé, identificandosi con la corporeità pura, in cui l’Io giunge immediato: a questo livello l’immobilità interiore è positiva: diversamente è la freddezza di Ahrimane. Ma è possibile l’essenza pura, che è donazione radicale di sé all’essere, al mondo, al Divino: un riposare in sé nel profondo, per virtú di contemplazione.

Nuovamente la vita del cuore fiorisce come potenza di quiete, come pace con gli esseri: soprattutto come capacità di scorgere in ciascun essere il Christo, anche in coloro che meno lo dimostrano. Questo riconoscimento avvicina sempre piú alla scaturigine dell’Amore Sacro, che è il Logos Vittorioso!

L’ispirazione è ebbrezza, e l’ebbrezza è lo stato in cui ci si sente appena inizialmente liberi dalla morsa della terrestrità. Per questo c’è chi beve, chi prende la droga ecc. Ma c’è anche il poeta, l’artista, il mistico, che in modo piú sottile si procura la vibratilità della indipendenza dalla corporeità. Tutti cercano un’ebbrezza. Ma una sola è vera, quella della gioia del cuore per l’eterizzazione del pensiero: una che è giusta e dà, attraverso la sofferenza, la gioia della estinzione della sofferenza.

Questo sentire è la guarigione degli esseri che patiscono inermi il male della Terra e la forza per coloro che sinceramente vogliono qualcosa oltre il terrestre: tutti esigono l’identico Amore, perché in ciascuno abita il Logos che esige realizzarsi.

Imminenza di cose nuove e decisive per l’umano. Ma il senso ultimo è la penetrazione piú profonda del Logos nell’anima umana: questa è l’istanza che esige il massimo impegno interiore. Nella solitudine, nel raccoglimento, nella meditazione, sempre questo intento è il necessario germe di una novella vita.

AccordoAscesa del sole, ascesa dell’anima sulle sinfonie eteriche che conducono alla gloria dell’Universo: congiungere l’essere con il sublime e il sublime con l’essere, onde la piú vera poesia scorra creatrice nella zona in cui la melma e il fluire adamantino si mescolano, nella vicenda umana della Terra.

Sempre il filo della luce è ritrovato nella massa della tenebra, che è l’in­ganno di Ahrimane. Il filo d’Arianna è la continua dedizione. Potenza di quiete che restituisce d’un súbito la vittoria, cioè la certezza di ogni momento della ímpari lotta!

Fede come persuasione intuita che diviene volontà: volontà una con il Volere divino. Nella meditazione chiedere che si attui il giusto decorso del karma, oltre le velleità umane, e si realizzi il vero atto di donazione richiesto in un momento fatidico come il presente, perché l’Antico dei giorni riviva!

 

Massimo Scaligero


 

Da una lettera del maggio 1979 a un discepolo.