Si esamini ora quanto Rudolf Steiner disse il 13 gennaio 1918 (O.O. N° 180): «Nell’uomo l’universo forma soprattutto la testa; essa quindi non viene semplicemente ereditata dal padre, dalla madre, dal nonno e dalla nonna, ma è la parte del corpo umano sulla quale le forze cosmiche hanno maggiormente lavorato. Riceviamo invece il resto del nostro organismo, nella misura in cui è fisico, attraverso una sorta di trasmissione ereditaria che procede dai nostri antenati. …In un tempo non lontano, e su basi puramente scientifiche, le ricerche stabiliranno che ciò che un uomo porta in sé e proviene dagli antenati non è la forma della testa né le sue forze interiori, ma che la testa viene in effetto prodotta dalle forze del cosmo. Se seguissimo solo le tendenze della nostra testa …non saremmo mai nazionalisti. …La testa viene influenzata da fattori ereditari solo perché è attaccata al resto dell’organismo. La scienza …scoprirà che l’uomo è collegato ai propri antenati solo per quanto riguarda il resto dell’organismo. …La testa, per quanto riguarda le condizioni terrestri, rimane del tutto neutra …Tra l’universo spirituale – poiché l’universo è permeato di esseri spirituali – e la Terra sulla quale abitiamo, non vi è un mezzo intermedio inerte. Una fine sostanza che non può essere prodotta in un laboratorio chimico, poiché non è un elemento chimico, fluisce continuamente sulla Terra provenendo dal vasto universo. …Da tutti i lati fluisce verso di lei una materia cosmica, una fine sostanza cosmica che penetra un po’ anche sotto la superficie terrestre. Cosí, dallo spazio cosmico una sostanza che non è fisica, che non è chimica, si dirige verso la Terra; è qualcosa di spirituale, è una sostanza aurica che penetra fin dentro il corpo della Terra. Da essa traiamo le forze che utilizziamo quando dal Mondo spirituale ritorniamo sulla Terra per inserirci in un corpo umano. È importante sottolineare che questa sostanza che fluisce nella Terra e successivamente defluisce nel cosmo viene utilizzata dall’uomo quando muore. L’essere umano trova in questa sostanza, quando essa defluisce, le forze che gli permettono di penetrare nel Mondo spirituale. Questa sostanza …penetra nella Terra fino a una certa profondità, e poi ne esce nuovamente. Cosicché si può certamente percepire una sorta di inspirazione di etere o di sostanza aurica della Terra, e successivamente una espirazione. …Quando ci si è resi conto che la Terra inspira ed espira continuamente una sostanza spirituale, allora si sa come essa può essere posta in rapporto con tutte le circostanze e soprattutto con la vita umana nel modo che ho appena descritto. …Queste sostanze penetrano sottoterra, e vi restano per un certo tempo. La sostanza che fluisce all’interno in un certo anno, fuoriesce solo dopo alcuni anni …penetra rapidamente, ed esce lentamente. Quando si osserva attentamente l’essere umano, si nota che quando discende dall’universo per nascere egli utilizza le forze della sostanza entrante. Poi, con il passare degli anni, perde il legame con questa sostanza. Da quanto detto comprenderemo che la testa è quella parte del corpo umano particolarmente in rapporto con la sostanza entrante. …Essa perde relativamente presto, non durante l’infanzia, ma relativamente presto, il rapporto con queste forze centripete. Per questo la sua formazione e il suo sviluppo si arrestano presto. …Mentre l’uomo vive sulla Terra, il resto del suo organismo, tranne la testa, si impadronisce delle sostanze e delle forze che defluiscono [dalla Terra], tutto l’organismo tranne la testa se ne imbeve, e sono queste forze che possono ringiovanire l’organismo. …Esse sono le forze ringiovanenti che agiscono sul corpo eterico e che, mentre diveniamo fisicamente piú vecchi, lo rendono sempre piú florido. …Cosí nell’uomo si rispecchia la meravigliosa polarità che regna nell’universo. Provenendo dallo Spirito, diventiamo fisici seppellendo la nostra natura spirituale nella testa come in una tomba. Nella testa si conclude la nostra esistenza spirituale precedente alla nascita. Qui, sulla Terra, avviene un rovesciamento: noi abbandoniamo la nostra natura fisica, che progressivamente declina durante la vita, e la nostra natura spirituale risale alle altezze. …Nascendo, restituiamo all’universo quanto è spirituale; morendo gli restituiamo ciò che è fisico. …La nostra vita qui è consacrata a formare il nostro organismo spirituale. Ma nell’epoca attuale potrà essere adeguatamente sviluppato solo se teniamo conto di quello che ho già spiegato. Cioè adattando le due parti della natura umana [la testa e il cuore] l’una all’altra, perché la piú breve vita della testa si colleghi alla vita dell’uomo intero, e che tutto l’uomo possa quindi ringiovanire nel corso dell’esistenza che deve percorrere, quando la sua testa ha già da tempo perso la propria mobilità, la propria capacità di svilupparsi. …Abbiamo detto che la Terra inspira ed espira sostanza spirituale. Nella sostanza inspirata portiamo il passato e le leggi del passato, le forze del passato. Nella espirazione portiamo con noi ciò che appartiene al futuro. Nella razza umana risiede l’avvenire dell’esistenza terrestre …tutto questo è in rapporto con quello che ho chiamato il ringiovanimento dell’essere umano. L’umanità è affondata nella calamità perché ha perduto il segreto di trasformare la vita della testa in vita del cuore. Non possediamo piú una reale vita del cuore; la vita del cuore di cui abitualmente si parla sono i desideri, gli istinti, solo questi e non le aspirazioni spirituali di cui abbiamo parlato. L’uomo non si preoccupa di quello che si espande nell’universo, non ci presta attenzione. …Questa attitudine a rimanere giovani è dovuta a uno scambio corretto tra testa e cuore. In certi casi può avvenire spontaneamente, ma si generalizzerà solo se la nostra civiltà si compenetrerà di questo principio: non possediamo solo un’attività cerebrale, ma anche una vita del cuore. Tuttavia acquisire una vita del cuore richiede piú pazienza. Nonostante sia piú feconda, piú vivificante, l’acquisizione della vita del cuore richiede una maggiore pazienza rispetto a quanta ne esiga la vita della testa. …Si è perduto il sentimento del rapporto tra la vita della testa e quella del cuore. Tutto quello che nell’umanità d’oggi può essere trovato al di fuori della testa è vita puramente istintiva e di desiderio, nulla è spirituale. La testa è certamente molto ricca di Spirito, ma sempre piú insudiciata dalla vita degli istinti. …Rivolgiamo la nostra attenzione al Settimo Periodo dell’Epoca Lemurica che si è svolto circa 25.900 anni prima del nostro. Era circa 25.000-26.000 anni fa. Per quanto sorprendente possa essere, c’è una certa analogia fra questo Settimo Periodo e il nostro. Una analogia piú recente esiste tra il nostro Quinto Periodo e il Periodo della civiltà Egizio-Caldaica-Assiro-Babilonese, ma ora stiamo parlando di una Civiltà ancora piú antica; anche esteriormente, cosmicamente, c’è una somiglianza. Sapete che la nostra Civiltà, che è iniziata nel XV secolo, è connessa con il cosmo perché da quel periodo il Sole ha il suo punto vernale in Pesci, nella costellazione dei Pesci. Prima, per 2.160 anni, l’equinozio si era presentato nella costellazione dell’Ariete. …Durante il VII Periodo Lemurico, cioè alla fine della Lemuria, le condizioni cosmiche erano analoghe a quelle che si verificano attualmente, dopo 12 Periodi successivi. …L’uomo lemurico era costituito in modo piuttosto diverso rispetto all’uomo attuale. Tutto quello che provenendo dall’universo poteva penetrare in lui, veniva accolto. In questo modo l’uomo lemurico riceveva praticamente la stessa saggezza che l’uomo di oggi ottiene grazie alla sua testa, ma essa fluiva in lui dall’universo e solo in questo senso era differente. La testa dell’uomo lemurico era ancora aperta, era ancora ricettiva alle influenze dell’universo. Proprio per questo, in quell’epoca, c’era ancora la chiaroveggenza. L’uomo non si spiegava logicamente le cose, non le imparava, ma le vedeva. Dal cosmo esse penetravano nella sua testa, mentre oggi non possono piú entrarvi. …L’uomo moderno si rifiuta di conoscere queste cose perché crede …che da quando si trova sulla Terra ha sempre avuto un cranio duro come quello attuale. Ma non è vero. La testa umana si è saldata relativamente tardi. Nei tempi piú antichi era sensibile agli influssi cosmici. Ne resta solo una traccia atavica. Tutti sanno che la testa di un bambino …mantiene per un certo periodo una zona molle, cioè l’ultimo residuo di questa apertura attraverso la quale le forze cosmiche penetravano nella testa per recare all’uomo la saggezza cosmica. Non c’era bisogno di stabilire questa connessione con il cuore, perché l’uomo aveva un piccolo cuore nella testa, che oggi è rudimentale e raggrinzito. …È importante saperlo. Possiamo sviluppare un Io indipendente perché fisicamente possediamo un cranio duro. Possiamo chiederci quando sia scomparso l’ultimo residuo del ricordo, del vivente ricordo dell’antica saggezza archetipica. Esso scomparve proprio durante l’epoca che precede la nostra, nell’Epoca Greco-Latina. Gli esseri umani possedevano già, ovviamente, un cranio completamente richiuso, ma i Misteri avevano conservato una saggezza originaria che proveniva dai tempi piú antichi, da questo Periodo Lemurico dei Pesci che era stato preceduto dal Periodo Lemurico dell’Ariete. Nell’Epoca Lemurica era lo stesso cosmo che rivelava all’uomo quello che poteva conoscere del proprio Io, ovvero della forza piú interiore della propria anima. …Ma perché l’uomo potesse trovare sulla Terra ciò che un tempo aveva ricevuto dal cielo, gli fu inviato il messaggero piú grande, il Christo. Il Mistero del Golgotha è quindi un fatto cosmico, in quanto l’uomo aveva perduto ciò che gli era stato rivelato dal cielo, dal cosmo, dai tempi della Lemuria. Quindi apparve l’impulso che gli si poté rivelare dalla Terra stessa; solo che l’uomo deve gradualmente sviluppare quello che gli è stato rivelato dalla Terra nell’impulso del Christo, e svilupparlo proprio con quel processo di ringiovanimento del quale abbiamo parlato. Come risultato di questo sviluppo umano ora portiamo in noi qualcosa che è – per cosí dire – meraviglioso. Ho già indicato ieri che la conoscenza del nostro tempo è piú spirituale che mai, l’uomo tuttavia non se ne accorge, perché non la lascia maturare. Quello che oggi possiamo conoscere sulla natura è assai piú spirituale di quanto mai finora sia stato noto. Un tempo si sapevano solo certe realtà recate dal cosmo stesso. …Di epoca in epoca l’umanità si è sempre piú spiritualizzata, e siamo infine giunti a disporre di concetti cosí raffinati come quelli attuali, e di nostra propria volontà li possiamo collegare alle forze del cuore. …Si può dire che tutto quello che è stato esposto sull’assenza di armonia tra l’uomo-testa e l’uomo-cuore sia oggi una situazione storica mondiale. …Non solo ogni uomo in particolare, ma l’umanità ha in certa misura disimparato a collegarsi alle forze di ringiovanimento. L’umanità non uscirà facilmente da questa situazione. Lo potrà fare solo quando crederà alle forze di ringiovanimento, e quando ciò che non potrà essere ringiovanito sarà completamente eliminato. Se guardiamo ai singoli individui o a quello che avviene attorno a noi, troviamo dappertutto la stessa cosa: una raffinata saggezza cerebrale, un’esperienza della testa, senza la volontà di lasciar maturare queste conoscenze attraverso l’esperienza del cuore. Ma tutto ciò è cosí profondamente collegato all’evoluzione generale dell’umanità, che l’uomo dovrebbe, attualmente e nel prossimo avvenire, dirigere tutta la propria attenzione su questo fatto. …Eccoci condotti a cose molto importanti e molto profonde. …Esse ci sono altrettanto necessarie del pane quotidiano. Altrimenti l’evoluzione dell’umanità fallirà o si fermerà, se non verrà scoperto il cammino che conduce al ringiovanimento».
Ecco che Steiner ha descritto il segreto del lavoro che attende ogni uomo per divenire un “Rappresentante dell’umanità”. Un’aurica sostanza spirituale, ritmicamente, fluisce con rapidità nella Terra, e lentamente ne defluisce; nel primo moto è interessato l’uomo-testa, nel secondo l’uomo-cuore. L’antica saggezza non fluisce piú dal cosmo nella testa dell’uomo, perché questa si è chiusa in una tomba ossea che non le permette piú di farla penetrare. Il nostro cranio-Golgotha ospita il sepolcro del passato che doveva perire, ma, in quel sepolcro del Golgotha è avvenuta una Resurrezione: era un sepolcro nuovo ‘mai usato prima’, perché in esso e da esso potesse sfolgorare, nelle tenebre, la nuova Luce solare che avrebbe rinnovato la Terra, l’uomo, il cosmo. Allo stesso modo, nel nostro cranio-Golgotha è stato posto dal Christo un sepolcro nuovo, anch’esso ‘mai usato prima’: il luogo ove – raggiunto solo dalla piú raffinata sostanza salina e immerso nell’armonia delle sensazioni piú purificate ‒ si raccoglie, sfolgorando, la sostanza-luce salvifica, il “Cibo del San Graal”, con il quale, se liberamente lo vorrà, ogni uomo potrà arrivare alla sua resurrezione. Ma dovrà imparare a collegare con quel luogo della testa le forze del cuore. La corrente del sangue eterizzato del Christo già svolge questo sacro compito, ma ad essa dovrà unirsi coscientemente quella dell’intelletto umano, liberato dai vincoli della sostanza cerebrale e riscaldato dal calore-fuoco dell’amore per la Verità-Christo.
Allora la nuova intelligenza portata da Michele, come figlio della Maria-Sophia, potrà iniziare a ringiovanire il nostro corpo eterico. Un corpo eterico che si riempia di saggezza, nutrito dalle forze del fuoco-amore del Christo, ricomporrà in sé l’originario ordine cruciale degli eteri, scompaginato da Lucifero, aprendosi alla reintegrazione della sua archetipica natura androginica. Il passo successivo sarà far fluire queste novelle forze plasmatrici nel corpo fisico che, componendosi ora sempre piú di sali e sempre meno di ceneri, si compenetrerà con il Fantòma del Christo. Il corpo astrale, il corpo eterico e il corpo fisico, con il “Non io ma il Christo in noi” si riempiranno grado a grado, come coppe graaliche, della stessa Luce che sfolgorò per Saulo a Damasco, trasformandolo in Paolo.
Questa necessità di congiungere michelianamente la testa e il cuore, i nervi e il sangue, di ricompaginare l’ordine cruciale degli eteri del corpo eterico, con il fine della futura riconquistabile androginia di esso, ci ha aperto a nuove conoscenze, per corroborare le quali se ne dovranno assumere altre, legate al segreto del Graal e a quanto sperimentato da Parsifal.
Tali altre conoscenze, donateci dal nostro Dottore, forse susciteranno forti sentimenti e sensazioni in chi le acquisirà per la prima volta, ma si dovrà saperle assumere senza perdere la propria oggettività.
A tal fine, si riportano le sue seguenti parole: «Oggi si può leggere tutto dell’Antroposofia, ma in essa vi sono certe conoscenze, come quelle che esamineremo, che spesso permangono, nella nostra interiorità, come avvolte da un elemento oscurante; se ciò accade, è perché queste vengono respinte, con forze di paura, in recessi profondi dell’anima. Paura della verità, paura di aprirsi all’appello dello Spirito che ormai, sempre piú forte, risuona: «Oh uomo, conosci te stesso!».
Qualcuno, per questa affermazione di viltà di fronte allo Spirito, potrà persino sentirsi offeso. È libero di farlo, ma questo non cambia la realtà, anzi la perpetua. Non riconoscendo la paura quale reale e occulta causa, motivante segretamente la negazione allo Spirito, si nega l’appello al coraggio interiore, sua unica terapia. Questa paura di fronte allo Spirito può essere avvertita, per quanto si è conosciuto poco sopra, attraverso le parole che ormai dovremmo rivolgerci in verità: «Riconosci con coraggio che tu sei Caino, o mai scoprirai l’Abele in te!».
Si cercherà di testimoniare queste verità, affidandoci interamente alle parole di Steiner. In un ciclo di conferenze (O.O. N° 145), egli si addentra nella descrizione di due potenti immaginazioni: queste sono destinate a sorgere nell’uomo quando, lungo il cammino esoterico, con la coscienza immaginativa impara a guardare nel proprio corpo fisico e nel proprio corpo eterico. Queste immaginazioni sono descritte nella conferenza che tratta della Leggenda del Paradiso e della Leggenda del Graal. Non si potrà entrare nei dettagli di quanto viene spiegato in queste conferenze, specie quelle del 25 e 26 marzo 1913. Ci si interesserà, soprattutto, di quella del 27 marzo, riferendosi alle due precedenti solo con alcuni spunti, ma non si vuole trascurare di invitare alla lettura dell’intero ciclo, come pure di quello immediatamente precedente, il quale, con le quattro conferenze dal 3 al 7 febbraio 1913, forma un unico quadro illustrante antichi e nuovi Misteri. È un cammino rispecchiante l’evolversi dei Misteri, secondo l’esperienza che, per conoscersi, ne fa ogni uomo, il quale ripercorre esotericamente le mutazioni, avvenute nei tempi, delle sue quattro parti costitutive. Come parole introduttive all’esame di questi cicli, si dirà solo che: con la “Immaginazione del Paradiso” l’uomo conosce la storia del proprio corpo fisico da prima dell’influsso luciferico fino ad ora; con la “Immaginazione del Graal” egli conosce il mistero del suo corpo eterico. Si vedrà, proseguendo, come tutto ciò si ricollegherà al mistero di Caino e Abele, ovvero a quello dell’uomo (conferenza del 25 marzo 1913 – O.O. 145): «Per avere una visione schematica [della percezione chiaroveggente del Paradiso, del Giardino dell’Eden] pensiamo dunque l’odierno corpo fisico che diviene sempre piú grande: tutti gli organi si ingrandiscono, gli organi di digestione, di circolazione del sangue, di respirazione, ingrandendosi, diventano come potenti esseri animali viventi, gli organi nervosi diventano esseri vegetali; immaginiamo l’uomo che domina in questa possente formazione. Da un lato ora appare Lucifero, e l’uomo viene attirato da Lucifero; di conseguenza le entità delle Gerarchie superiori incalzano ed espellono l’uomo [dal Paradiso]. Ora che egli è stato espulso, l’intera formazione a poco a poco si raggrinzisce nello spazio ristretto che oggi occupa un corpo umano; cosí l’uomo è con la sua coscienza, con l’intera sua coscienza diurna, fuori del suo corpo. Questo dunque, ha fatto sí che l’uomo non sappia quel che vi era in ciò di cui egli prima era a conoscenza, e ha fatto anche sí che egli sappia che cosa vi è fuori di lui. Egli venne espulso attraverso le aperture che oggi sono i sensi; oggi si trova nel mondo sensibile, e ciò in cui egli era in un passato lontanissimo è oggi raggrinzito, ed è la sua interiorità. Ho dato ora un’immagine di come l’uomo perviene, mediante l’osservazione chiaroveggente, a quello che si chiama il paradiso. Cosí in realtà nelle scuole dei Misteri il pensiero umano venne indirizzato al paradiso. Dov’era il paradiso? Domandano gli uomini. Il paradiso si trova in un mondo che però oggi non è piú presente nel mondo sensibile. Il paradiso si è raggrinzito, ma si è moltiplicato, quale suo ultimo ricordo residuo il paradiso ha infatti lasciato l’interno fisico del corpo umano; l’uomo ne viene però espulso, non vive nel suo interno. …Allora prestarono la loro opera entità arimaniche e altri spiriti: essi prima espulsero l’uomo e poi continuarono ad agire su di lui; questi spiriti convertirono in bene la loro attività e formarono gli arti, mani e piedi, e anche il volto, che essi configurarono; gli diedero cosí la possibilità, mediante mani e piedi e mediante ciò che attraverso gli organi di senso va verso l’interno, di servirsi del paradiso raggrinzito».
In estrema sintesi, con questa immaginazione si conoscono i misteri del corpo fisico, si impara a conoscere come l’androgino edenico, provvisto dell’integro organo della saggezza e capace di autofecondarsi, nel tempo si scisse, sia nella sostanza che nell’organo della conoscenza. Egli fu espulso dalla vita in sé, ma reso capace di conoscere il mondo esterno e di lavorarlo con gli arti del suo corpo, sí “raggrinzito”, ma atto a questo scopo; con ciò iniziò anche il suo karma, come conseguenza del suo agire condizionato da Lucifero e, successivamente, anche da Ahrimane.
Mario Iannarelli