Nasce dal mare turbinando e scuote
un vento salso fronde, nidi e piume,
sollecita l’ardire, spinge al volo
ali ingrommate dai letarghi e soste
nei rifugi protetti. È tempo ormai
di tendere ogni fibra, nervature
sciogliere dall’inerzia per librarsi
nell’aria tersa, assecondando il soffio
che ha le sue ragioni, i suoi progetti
per noi navigatori degli spazi
aerei in sospensione sugli oceani.
Saggiare il vuoto e poi lasciarsi andare,
le dure cartilagini distese
nell’ebbrezza dell’etere infinito.
Basta farsi leggeri, abbandonare
ogni peso alla terra, ogni pensiero
che non venga dal cuore illuminato.
Fulvio Di Lieto