Torniamo a considerare la differenza fra enti animati (una pianta, un cane, l’essere umano) e inanimati (un sasso, una sedia, una montagna) approfondendo ulteriormente la visione.
Da una prima osservazione l’inanimato deve ricevere una forza esterna per cambiare il suo stato, ad esempio dallo stato di quiete a quello di moto; il vivente si muove in maniera autonoma. La ragione del suo movimento molte volte è situata nel futuro verso cui tende, a differenza dell’inanimato che è sempre mosso dal passato, dove risiedono le cause del suo cambiamento di stato.
Nel vivente troviamo un principio attivo all’interno di sé. Sarà questa entelecheia alla base del suo comportamento e del suo sviluppo.
Nel vivente, quindi, un principio superiore ha la possibilità di entrare al livello dello spazio-tempo in una struttura che si “comporta” (uso questo termine in quanto il vivente non si sposta semplicemente nello spazio ma attua tutta una serie di trasformazioni nello spostarsi), si sviluppa (ontogenesi) e si evolve (filogenesi).
È impossibile dimostrare con metodologia meccanicistica l’esistenza di questa entelecheia. Il coglierla è segno di iniziale liberazione del Pensiero.
In contesti di altro tipo non seguirei questo processo di pensiero, ma andrei a dimostrare come il pensiero scientifico fondato sulla meccanica è incapace di render conto di alcuni fenomeni presenti nel vivente.
La manifestazione dell’entelecheia è possibile solo quando lo stato della struttura in cui deve entrare il “principio superiore” si trova in un livello di “ordine” al limite del caos.
Per ordine di un ente si intende il modo di organizzarsi delle parti che lo compongono.
Ad esempio un cristallo sarà un ente molto ordinato, un gas sarà un ente completamente disordinato.
Gli organismi viventi si trovano sempre in una situazione al margine del caos.
Solo al margine del caos può emergere la vita, in una situazione in cui le parti di cui è composto il sistema hanno tra loro un legame debole e dinamico.
Non è diversa la situazione del nostro pensare, in cui il principio superiore (la vita del pensare) deve prendere forma nei pensieri pensati. Se da una parte i nostri pensieri sono già strutturati in maniera troppo rigida, non può emergere nessuna prospettiva nuova, nessun nuovo principio ordinatore, non ci sarà nessuna possibilità, neanche se i nostri pensieri sono completamente caotici.
Quello che succede al livello dell’organismo vivente non è semplicemente una metafora, in quanto anche a questo livello un principio di natura extraspaziale ed extratemporale si dispiega nello spazio-tempo.
L’acqua, con le sue peculiari proprietà fisico-chimiche, permette questo manifestarsi come l’encefalo, con le sue peculiari proprietà biologiche, permette il manifestarsi della Vita del pensare nei pensieri.
Offre quindi la possibilità di cogliere quell’entelecheia prima citata.
I pensieri legati all’encefalo permettono solo dei collegamenti computazionali, quelli del mondo meccanico.
Vediamo il preciso ruolo dell’acqua nel permettere e regolare la biochimica necessaria al manifestarsi della vita e come sia proprio l’acqua a permettere l’esistenza di questo “quasi ordine” non arrivando mai alla cristallizzazione né alla situazione di caos.
Nell’acqua biologica abbiamo una moltitudine di molecole in perenne stato di agitazione legata al calore. Ogni molecola, oltre ad essere in questo stato di perenne agitazione libera da vincoli strutturati in maniera stabile (salvo alcune eccezioni), emette un campo frequenziale, e quando due campi di frequenze sono simili nell’ambito di un certo range, le molecole si attraggono, in quanto il livello energetico è minore quando sono vicine.
Il problema è dato dal fatto che le distanze molecolari sono troppo grandi per permettere che le frequenze possano sentirsi.
Le molecole si trovano in un medium, l’acqua, che, avendo le caratteristiche già descritte di acqua EZ, può vibrare nel range frequenziale in cui si trovano le oscillazioni molecolari.
A questo punto dobbiamo ricordarci che:
1. le frequenze dell’acqua EZ dipendono da quanto proviene dal mondo sovrasensibile, ovvero dal mondo da dove agisce l’entelecheia;
2. nelle diverse zone dell’organismo possono variare le frequenze, creando cosí il sostrato frequenziale alla base dell’incontro fra le molecole alla base della vita.
Questa visione ci permette di riconoscere:
a) un livello sovrasensibile delle forze vitali organizzatrici;
b) un livello frequenziale che permette l’organizzazione dinamica della vita;
c) un livello puramente biochimico;
d) un livello fisiologico e anatomico che corrisponde all’organismo vivente visibile.
Quindi sia l’ordine dinamico della biochimica che la struttura dell’organismo vivente sono la manifestazione a livello dello spazio-tempo di ciò che è a livello extraspaziale ed extratemporale: il mondo delle forze formatrici legate all’entelecheia.
La cosa si ripete, come già detto, in maniera identica a livello del pensare, dove con un atto intuitivo usciamo dallo spazio-tempo per attingere a ciò che si manifesterà a livello temporale come struttura discorsiva.
Con il pensare possiamo risalire, dalla forma sensibile dell’organismo, alla vita che ne è alla base.
Questo è possibile in quanto il Principio Ordinatore dei pensieri si trova allo stesso livello del Principio Ordinatore dell’organismo vivente.
La percezione di un Organismo Vivente ci rimanda sempre al suo Principio Ordinatore, che si presenta nella nostra coscienza come il pensiero della specie a cui appartiene quell’organismo.
La realtà superiore dell’organismo può manifestarsi nell’organismo vivente allo stesso modo in cui l’Io umano, attraverso il Pensare Vivente, può manifestarsi nel pensiero e quindi nelle azioni.
La Vita del pensare ci permette di accedere al mondo eterico, contiguo al mondo fisico-sensibile secondo il canone della Scienza dello Spirito che è quanto il Divino sta attendendo dall’Umanità nella nostra epoca.
Fabio Burigana