Sotto i cieli atlantici, nell’Oceano, si trova un arcipelago di sette isole, le Canarie; in posizione centrale sta Tenerife, a forma di anatra. Abbiamo tralasciato le coste trafficate e ci siamo diretti verso l’interno per visitare le Piramidi di Guimar, un complesso architettonico di sei piramidi a gradoni, che ricordano le ziqqurat sumeriche e le piramidi egizie di Saqqara, e hanno un’impressionante somiglianza con le costruzioni dei Maya e degli Aztechi. Risalgono al secondo millennio prima di Cristo. Chi ne ha valorizzato la portata archeologica è stato nel 1991 l’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, famoso per le sue traversate transoceaniche con imbarcazioni costruite con diversi materiali (giunchi, papiro e legno di balsa), alcune sul modello degli Indios Aymara del SudAmerica.
In precedenza le Piramidi di Guimar erano state scambiate per costruzioni di muretti a secco degli agricoltori locali, un’arte che sta avendo un sempre maggior apprezzamento nel contesto mediterraneo. Ci sono indizi che fanno supporre che le Piramidi fossero nove; sono costituite di pietre di origine vulcanica e hanno un orientamento su base astronomica, come viene confermato dall’osservazione del doppio tramonto dalla piramide piú elevata nel solstizio d’estate e nelle altre dalla percezione dell’alba nel solstizio d’inverno.
Troneggia a Tenerife il vulcano Teide, con il cocuzzolo perennemente innevato, e dà il nome all’isola stessa nella lingua delle antiche popolazioni locali. Da Guimar compare avvolto in una nebbiolina, che ricorda la “neblina” peruviana. Nell’ascensione al vulcano siamo colti di sorpresa dal cielo terso e dalla distesa enorme di lava solidificata alle falde del Teide, con un continuo cambio di colori nel paesaggio roccioso, con dune di pietra pomice tendente al verde.
Solo qualche rapace domina i cieli, nessun altro animale in vista e una flora generosa con esemplari unici.
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