Il Sudafrica brucia, la calura
tocca in Asia cinquattaquattro gradi,
si sta liquefacendo il ghiaccio ai poli,
il Monte Bianco ha perso il suo cappuccio
di nevi eterne per lo zero termico.
Forse a causa dell’afa e per l’incuria,
i topi e le formiche vanno a spasso
per strade, piazze e letti d’ospedale,
e la mondezza ingombra il planisfero
terrestre, che sia piatto, tondo o a pera,
il terrore per bomba, drone e incendio,
per terremoto o per cartella pazza,
certe strade ridotte ad un encierro
spagnolo, coi pedoni rassegnati
ad essere incornati prima o poi
da un suv, da un TIR, dall’Ape del lattaio,
da un centauro drogato. Mentre accade
tutto questo, che fanno gli scienziati
del CERN, del MIT, del Tunnel del Gran Sasso,
di tutti i Lab intenti a ricavare
l’algoritmo che può salvare il mondo?
Se la scienza risolve, questa è l’ora
di mostrarlo in soldoni, e invece ecco
che un team di esperti in geocronologia,
esaminando un teschio del Terziario
ritrovato in Marocco di recente,
ha riscritto le origini dell’uomo
fissandone l’età a trecentomila
anni, e non piú a duecentomila;
e la NASA ha pesato con la luce
una stella del tipo nana bianca,
realizzando il sogno di Einstein:
notizia di per sé stupefacente
sapere che un cervello tutto numeri
sognasse come quello di un poeta.
E frattanto che pesano le stelle,
si manda un razzo per studiare il sole,
non da un comune punto lagrangiano
ma lungo la corona della stella,
sfidando l’eliosfera e il suo calore
di un milione gradi, un vero inferno.
Non potendo risolvere i problemi
che affliggono l’umana civiltà,
i sapienti e i politici dilapidano
ingegni e soldi per varare imprese
campate in aria, utili soltanto
a chi ci lucra titoli e prebende,
sottraendosi a calcoli e verifiche
della bontà di simili missioni,
essendo la materia quanto mai
esclusiva di élite misteriosofiche,
che si tengono mano in ogni bluff.
Per sanare i problemi terra terra
chiedono lumi al sole e alle altre stelle,
ma per topi, mondezza e senzatetto,
per migranti, usurai e derivati,
non si fa luce, è sempre buio pesto.
Anche il Bosone, dopo il grande bang
dell’LHC di Ginevra ha spento i fari
della mondanità. Le particelle
subatomiche sperano in un suo
ritorno, come Zorro o Montecristo,
per esplodere ancora in variopinte
fontane di magnetiche frequenze,
un fuoco artificiale, il cui bagliore
si spaccia per la mano del Creatore.
Non sapendo far altro che spettacolo,
la scienza perde il senso del ridicolo.
Il cronista