Per rendere un oggetto prezioso e irrinunciabile, basta vietarlo. Bastò proibire l’alcol negli USA per rendere gli americani alcoldipendenti, spacciatori e trafficanti di alcolici. La mafia non si sarebbe autofinanziata accrescendo il suo potere e non sarebbe nato, per contro, l’Esercito della Salvezza.
Bastò proibire la religione in Russia, trasformando le chiese in stalle e fienili, per fare dei russi dei cristiani catacombali, consumatori e spacciatori clandestini di oggetti e simboli religiosi. I soldati dell’Armir, la sfortunata armata italiana della campagna di Russia, 1942/43, solidarizzarono con i nemici russi, ottenendo da loro vettovaglie, abiti, amicizia e quant’altro, contro immaginette e santini, che venivano inviati dall’Italia con la posta militare. I soviet non erano riusciti a estirpare dai cuori dei mugiki e kulaki la devozione al divino. Anzi, mettere la religione fuori legge la rese piú forte, piú convinta. Era accaduto in Francia, dove la Rivoluzione atea aveva creato i martiri della Vandea.
Fu con spirito giacobino e ateo che Napoleone nella sua sfortunata campagna di Russia ordinò la distruzione della cattedrale di San Basilio, nella piazza Rossa. Ma la sua azione sacrilega non ebbe tempo di concretarsi. La cattedrale di San Basilio fu voluta da Ivan IV nel 1555 per commemorare la sua vittoria sul khanato tartaro di Kazan, nomadi idolatri. Le cupole, che imitano i turbanti mongoli, ricordano il fuoco di un incendio che divampa, si leva al cielo e consuma il dominio tartaro dell’Orda d’Oro islamica per instaurare quello dell’impero russo nel segno del Cristo. Impero che doveva estendersi dagli Urali al Pacifico attraversando la Siberia.
La croce di Cristo che sopravanza la mezzaluna islamica è presente nelle cupole dorate della cattedrale dell’Annunciazione, nel complesso del Cremlino, dov’è anche la Cattedrale della Dormizione, voluta nel 1475 da Ivan III, che chiamò da Bologna l’architetto Aristotele Fioravanti per curarne la parte monumentale. All’austera semplicità dei muri esterni fa da contrasto il sontuoso apparato pittorico dell’interno. La cattedrale ospita la piú alta e meglio conservata iconostasi del Cristo, oltre a opere di pittura iconica del Maestro Dionisio, uno dei piú quotati artisti all’epoca della costruzione. Il 16 gennaio del 1547 il principe Ivan IV, il futuro “Terribile”, appena sedicenne, fece il suo ingresso nella cattedrale della Dormizione per essere «incoronato da Dio e sovrano di tutta la Grande Russia», come recitò il metropolita Macario celebrando il rito di investitura.
Spenta la Roma dei Cesari, finita Costantinopoli per le commistioni con i musulmani Agareni, Mosca si candidava a diventare l’erede degli imperi d’Occidente e d’Oriente quale Chiesa universale della Terza Roma, come previsto dalle profezie. Che siano vere o meno tali profezie, rimane l’evidenza della realtà contingente che vede Putin, il supersanzionato, raccomandare la Duma a San Giorgio che uccide il Drago, e lavora per ricucire lo strappo tra cattolici romani e ortodossi portando il Papa a Mosca per l’incontro fatale, ricostitutivo dell’unità. Contra spem, speravi. Ci riusciranno, il papa ‘sociale’ e l’ultimo zar, sotto la pressione di una inderogabile necessità storica? La Russia sta uscendo con fatica da anni di isolamento, e porta a noi, satolli di democrazia, bulimici di consumismo e intellettualismo, la testimonianza di un cristianesimo vissuto nella sua essenzialità. Un dono che dovremmo recepire con umiltà e venerazione. Forse un giorno i credenti in generale, e i cristiani in particolare, dovranno ringraziare l’ateismo razionale che, abolendo Dio, lo ha reso prezioso, irrinunciabile.
Elideo Tolliani