Vedo circolare pensieri miei, immagini mie, espressioni mie, senza che io venga citato: qualcosa cammina, anche se viene enfatizzato o leggermente distorto. L’essere è, il pensiero lo irradia univocamente nel mondo: tante menti, un pensiero solo. Ma deve pensare, non echeggiare come se creasse, non ripetere come se enunciasse!
Cosí avviene che il raggio potenzi la luce da cui emana: per un prodigio di conversione della vita! Ecco la vita che risorge, ritorna vittoriosa, ignorando ogni disfatta, ignorando la morte, restituendo il momento della redenzione. Insistendo sullo stesso punto, sullo stesso valico, con continuità inarrestabile, ritroviamo ciò che vive oltre il tempo, prima dello spazio, per l’eternità.
Hic et nunc è il senso del pensiero che pensa, lontano dalla sua identità celeste e tuttavia esprimente il mistero celeste ogni volta nella sua ineffabile presenza. Il reale diviene vero grazie a questa presenza. Con questo pensiero ogni volta riprendiamo il filo della vita: non v’è altra continuità, non v’è altra eternità. La beatitudine del cuore opera in tutta l’anima come forza purificatrice e perciò guaritrice: viene risolto il viluppo senziente profondo, restituita la folgore-luce!
Questa liberazione è meravigliosa perché passa attraverso tutti gli ostacoli, trionfatrice, non toccata da nulla. La Forza acquieta tutto, plasma, ricrea, travolge. È possibile evocarla in vista della grande ascesi: sapendo bene quale apice viene toccato, senza volerlo, ma solo per il fatto che si mantiene l’assoluta fedeltà all’assunto primo. Perciò l’opera urge: la volontà vuole!
Cosí riposa in sé il mentale, placando ogni pensiero, cancellando ogni tensione, facendo di tutto il capo un’armonica vita eterica individuata, solo trasparente l’idea della luce: perché la sua possente bellezza divenga fervore dei cuori, accensione del fuoco non urens, che divora il male umano.
L’astrale del Sole fluisce nella primavera, nei fiori, prepara i frutti, la folta vegetazione, la raccolta del miele ad opera delle api, la diffusione della luce: l’astrale del Sole è la potenza dell’Amore nell’anima, perciò la vita amica continua, gioia della permanenza terrestre dell’anima. Il momento della luce ora si fa segreto silenzio del cuore, perché la luce si trasformi in calore d’Amore creatore.
Accensione malgrado tutto, perché la forza sollecitata a freddo, quando manca ogni incentivo, è la piú potente, la vera. Ora l’accensione diviene concentrazione spontanea, memoria fulgurea, necessaria alla dynamis del pensiero michaelita.
Subitaneo il ricordo è come la presenza senza tempo nel corpo eterico: l’ètere universo è l’unità in cui nuotano gli esseri che non sono imprigionati nella materialità terrestre. Il ricordo è allora potenza intensificata dell’Io, la poesia che dà sapore e senso alla vita: potenza intensificata, perché splende nella zona che nega lo Spirito essendo tenebra che lo Spirito deve dissolvere con forze piú possenti. Forze astrali divine non debbono inerire nell’eterico-fisico, perché perdono il loro livello, divengono distruttive: con questo astrale umano gli Ostacolatori tentano entrare nella sfera fisica: dall’interno Lucifero, dall’esterno – mediatore il corpo eterico – Ahrimane. Il segreto è restituire all’astrale il suo ruolo, come è visibile nella pianta: astrale, luce divina creatrice.
Massimo Scaligero
Da una lettera del luglio 1979 a un discepolo.