VARIAZIONE SCALIGERIANA N° 102
«L’uomo sente oscuramente mancargli la gioia dell’essere, che è l’essere dello Spirito, il respiro dello Spirito dell’anima, che è il vero sentire, e trova un surrogato nella gioia dei sensi: il surrogato illusorio, che conferma e aggrava il suo male, in quanto il corpo con la malattia, la sofferenza, la vecchiaia e la morte diviene il capro espiatorio, lo strumento del karma rettificatore».
Massimo Scaligero, Iside-Sophia, la dea ignota
Contemplare il quadro del Tiepolo dell’Ascensione del Cristo ci restituisce un’immaginazione della joie de vivre, l’alito insufflato dallo Spirito nell’uomo in ricerca del divino in sé. La joie de vivre è il balsamo ai quattro dolori di buddistica memoria, è la riscoperta di ogni atto quotidiano coscientemente vissuto, cioè liberamente intuito.
La joie de vivre è il sorriso liberante, la Luce risorta, il superamento della paura di morire e dell’insicurezza dovuta alla superficialità della parvenza dei sensi.
Una controimmagine ci viene portata dall’ansia di gestione del tempo, che chiede ai nostri cuori una risoluzione ascensionale.
Angelo Antonio Fierro