L’occhio non basta a cogliere, nel punto
dove la terra e il cielo sono valve
della stessa conchiglia, il lampo verde
che il sole, dileguandosi remoto,
vivido accende, per un breve attimo,
nell’acqua ferma. Incita lo sguardo
l’anima tesa alla magia, l’evento
per cui la vita non sarà la stessa,
non piú, dopo aver visto lo smeraldo
nascere e farsi luce per incanto
dal mare rosseggiante nell’encausto
della volta celeste, testimoni
noi rabdomanti di prodigi. Ora
l’estate alla sua fine avrà quel seme
di fuoco etereo nel suo grembo. Certo,
vivrà nell’erba della primavera.
Eternamente, come il cuore spera.
Fulvio Di Lieto