Grande scioglimento della terrestrità e della tenebra, discesa beatifica nel profondo, rifulgere del cuore e pace del tutto: pace e quiete profonda nel cuore perché la Forza trasformatrice della Terra possa operarvi indisturbata, fondare il Divino in me. Perché sia degnità oriens, in me, di vincere infine in nome di questo Infinito.
Nell’essere che è vedo nascere ciò che Io sono là dove muove da sé: per ritrovare ciò che è vivente in me. Essere sempre oltre l’essere, perché non v’è essere fuori dell’Io sono. Perciò il pensiero che pensa è il primo essere.
Oggi è il flusso dell’essere libero che trova se stesso in tutto e nulla in cui non si trasformi per essere ancora piú potentemente se stesso: perché in tutto è la perennità sempre tornante sulla Terra.
Il suono delle parole spirituali ha una forza diretta che agisce sull’anima, di là dal loro significato intellettuale: cosí il suono della voce di esseri che esprimono lo Spirito. Questo suono va isolato nell’anima, cosí che direttamente vada nella corporeità, che ne riceve armonia, onde il Logos risuoni nell’essere vivo dell’Io.
Nel mattino del Cielo, nell’aurora dei mondi, nel respiro del Cosmo, beatitudine dominante è l’animazione perenne del cuore, che dona la salute, la forza, la salvezza, la Resurrezione, l’entusiasmo della continuità senza tempo, la vittoria sulle necessità della Terra, il fuoco possente, la fiamma, il Sole, l’incandescenza scatenata superatrice di ogni male
Nel mondo finito, tutto quantità e parvenza sensibile, si deve scorgere l’erigersi dell’Io come principio libero da religiosità o dipendenza metafisica. Non si tratta di tornare indietro, bensí di andare oltre un simile mondo. È questo limite da superare il senso di tutto: ritrovare il Divino non restaurando l’èra in cui non v’era scienza fisica, ma scorgendo la forza che è entrata nel mondo fisico in quanto superiore ad esso, vincitrice sempre di esso.
La vera concentrazione è un’operazione rara al mondo: perché esaurisce ogni contraddizione, è tutta logica matematica e intuitiva, è tutta incorporeità e potenza della corporeità: sprofondamento assoluto quieto e fine dell’egoismo. Assoluto quieto e tuttavia fluente pensare. È concentrazione che senza sforzo, per intensità pura, deve forzare la barriera psichica e muovere nel regno delle celesti forze dominatrici del mondo.
I figli della Luce sapevano che con il pensiero potente avrebbero dissolto il male del mondo: però il pensiero sarebbe potuto divenire potente solo entro la sfera fisica, entrando nella materia: sapevano che la forza di entrare nella materia veniva al pensiero dal Logos, perciò coltivarono una ascesi del pensiero vivente, conscio del suo nucleo divino pur nella sfera dei sensi.
Le leggi della natura escludono ogni considerazione morale per il pensiero che non conosce ciò che sostiene la natura, e perciò la fa afferrare in un apparire in cui il pensiero stesso muove da ciò che sostiene la natura. Quindi il pensiero che sia conscio del proprio essere trova l’essere della natura coincidere con le leggi morali di essa!
Massimo Scaligero
Da una lettera dell’agosto 1979 a un discepolo.