Desideravo sapere come considerare la tecnica del Tai Chi Chuan. Deve essere considerata, come lo Yoga, una disciplina superata per l’uomo moderno, oppure può apportare benefici soprattutto a livello curativo e spirituale per l’epoca attuale?
Antonietta Gioli
La tecnica del Tai Chi, oggi insegnata e praticata in molte palestre e anche in parchi all’aperto – a emulazione della pittoresca tradizione cinese tuttora molto seguita da persone di ogni età, soprattutto in ampi spazi esterni all’inizio della giornata – risale all’undicesimo o al dodicesimo secolo. Questo si commenta da sé. Come lo yoga, o le varie tecniche di rilassamento Yukendu, o simili, si tratta di insegnamenti che erano diretti a individui con una struttura animica e fisica assai diversa da quella occidentale attuale.
Ho seguito un corso sulla storia delle dottrine teologiche e spesso si parlava di Sant’Agostino e San Paolo. Ricordo però che Sant’Agostino aveva anche una storia di cristianesimo esoterico, un suo rapporto con i Manichei. Mi piacerebbe conoscere di piú al riguardo.
Pasquale S.
Da quanto ci ha rivelato Rudolf Steiner, Agostino era la reincarnazione di Giuda Iscariota, il traditore. Aveva per carattere una grande considerazione di sé e del proprio valore, che pretendeva fosse riconosciuto da chi gli era intorno. Cercò di inserirsi in un’organizzazione spirituale, per conoscere a fondo il Cristianesimo, e si rivolse ai Manichei, che seguivano gli insegnamenti esoterici piú puri della primigenia cristianità. Studiò e approfondí i sacri testi manichei e ne imparò gli altissimi fondamenti spirituali occulti, sconosciuti alla Chiesa esteriore. Ma anche nell’organizzazione manichea c’era una gerarchia, e dopo un’opportuna preparazione si poteva avanzare, sempre che se ne fosse degni. In diverse occasioni, però, la sua richiesta di salire di grado fu respinta, perché considerato molto istruito tuttavia non ancora disinteressato e umile a sufficienza. La mancanza di un’adeguata “carriera” alla fine lo rese furioso. Uscí dalla Chiesa manichea e ne divenne il piú feroce oppositore e delatore. Scrisse in seguito dei verbosi tomi, tra cui le sue famose “Confessioni”, testi tuttora ritenuti basilari, tanto da essere lui considerato un Padre della Chiesa. In realtà, i suoi scritti sono in buona parte rielaborazioni di tutto quello che aveva appreso quando era fra i Manichei, con aggiunte personali che tolgono purezza ed elevazione all’insegnamento originario. Spesso chi tradisce in una vita tende a ripeterlo nella seguente… E dire che Sant’Agostino aveva ricevuto dal Cristo il dono piú grande che può mai essere fatto a creatura vivente. Come scrive Steiner nella sua conferenza tenuta a Colonia l’11 aprile 1909 (O.O.N° 104): « Quando l’evento del Golgotha fu compiuto, accadde qualcosa al corpo eterico e al corpo astrale di Gesú di Nazareth: essi furono moltiplicati dalla potenza del Cristo, e da quel tempo in avanti nel Mondo spirituale vi furono tante e tante repliche di quel corpo eterico e di quel corpo astrale. Ed esse continuarono ad operare. Quando viene quaggiú una individualità spirituale, assume un corpo eterico e un corpo astrale. Nel caso il karma di quella individualità lo permetta, essa riceve, insieme agli altri veicoli, una replica del corpo eterico di Gesú di Nazareth. Questo si verificò, ad esempio, nei primi secoli della nostra èra, in Sant’Agostino, che ricevette come proprio corpo eterico la replica del corpo eterico di Gesú di Nazareth. Mentre l’astrale e l’Io erano suoi propri…». Sempre secondo Steiner, la stessa individualità si era incarnata come Costantino, il cui destino era stato anche quello in qualche modo di tradire. Con la fondazione di Costantinopoli (che piú tardi ospitò il fatidico Concilio che eliminò lo Spirito dalla religione cristiana, riconoscendo nell’uomo solo l’anima), egli contribuí al processo di materializzazione del Cristianesimo. Promulgando il famoso “Editto di Costantino”, fece del papato la Chiesa di Stato, gettando le basi di quello che sarebbe diventato poi il potere temporale, avviando il Cristianesimo ad allontanarsi sempre piú dalle forme di culto originarie e oscurandone anche i contenuti spirituali, fino a farlo diventare una specie di tribunale con potere inappellabile di giudicare il bene e il male. Naturalmente, dato il ruolo preminente ricoperto nelle sue varie esistenze (si parla persino di una sua eventuale reincarnazione come Leonardo da Vinci), si tratta di un personaggio di grande importanza – come lo erano tutti gli Apostoli, ognuno reincarnazione di profeti e guide dell’antichità – ma nonostante tale preminenza, con lati oscuri difficili da superare.
Volendo praticare la tecnica della preghiera continua nel cuore di cui Scaligero parla in “Meditazione e miracolo”, è bene concentrarsi sul cuore fisico, sul centro del cuore (punto al centro del petto), su nessun punto o altrove?
Andrea Giovanni
La parte del libro cui il lettore si riferisce è la seguente: «…V’è un’altra via, ugualmente valida; se si può intuire l’azione diretta dell’Io spirituale e la sua possibilità di risolvere qualsiasi oscurità, grazie al suo assoluto dominio della Materia e perciò a fortiori dell’animico e dell’eterico, si può anche comprendere a questo punto la via della preghiera continua nel cuore. Occorre imaginare di essere nel cuore come in un tempio, in cui genuflessi s’incontra vivente il Divino e si merita di accogliere il dono della sua Forza infinita. Può essere pronunciata una preghiera continua, breve, tale da potersi ritmizzare con il respiro: la frase orante può essere divisa in due tempi, venendo accordata con l’inspiro e l’espiro. …La preghiera del cuore può preparare l’evento donato dalla connessione con il Logos. Il Potere che domina la Terra può in qualunque momento entrare in azione, se l’uomo si congiunge in sé con esso». Ad un giovane che gli aveva chiesto un giorno quando e come attivare tale preghiera continua, Massimo rispose che era particolarmente adatta camminando, con passi cadenzati, non affrettati ma neppure lenti. Alla successiva richiesta di un suggerimento sulla preghiera da pronunciare interiormente, la risposta fu che molto adatta era la frase paolina: «Non io ma il Cristo in me». Possiamo aggiungere che non c’è bisogno di concentrarsi sul cuore, né di visualizzare il punto del plesso solare, ma solo avere un’intensa disposizione animica di devozione.
Normalmente, nell’astrologia ignorante, il segno dello Scorpione è considerato il peggiore di tutti. Questa è un’emerita sciocchezza. Ogni segno è buono o cattivo, dipende tutto dalle caratteristiche della persona in questione. Posso fare esempi di criminali, come in questo caso, oppure di santi, dello stesso segno zodiacale, e addirittura con le carte natali molto simili le une alle altre. Fatto il dovuto prologo, andiamo ai fatti. Charles Manson e Totò Riina sono morti. Riposino in pace, se ce la faranno. Perché secondo la legge del karma e della reincarnazione, loro, nel Kamaloca, cioè nel cosiddetto Purgatorio della cultura cattolica (dove l’anima emigra, subito dopo la morte del corpo fisico), dovranno patire, a livello spirituale, molto, ma molto di piú, di quello che hanno fatto patire agli altri. Ricordiamo chi erano. Manson, cantante mancato, si credeva la reincarnazione di Gesú e Satana insieme. E plagiando menti confuse e deboli, in California, alla fine degli anni ‘60, creò la cosiddetta “famiglia”, a cui fece commettere svariati omicidi, tra cui la moglie del regista Roman Polanski, Sharon Tate, incinta di otto mesi. Il regista in quei giorni non era a casa, si trovava a Londra, ed aveva appena terminato di girare “Rosemary’s baby”, uno dei film piú inquietanti della storia del cinema. Vedere per credere. Totò Riina, lo abbiamo conosciuto tutti, tramite i mass media, per essere stato capo-mafia, ed avere sulla coscienza centinaia di morti. Tutti e due questi criminali erano nati a novembre, sotto il segno dello Scorpione, e tutti e due sono morti vicino la data della loro nascita. L’americano a 83 anni, il siciliano a 87. Ed ora? Cosa accadrà di loro? Normalmente certe anime, secondo il pensiero antroposofico, per via della loro malvagità, hanno la tendenza a reincarnarsi presto. In alternativa, se non ci fossero nei mondi spirituali i presupposti specifici, queste anime potrebbero anche dissolversi. E francamente, è quello che si spera…
Martino T.
A quanto espresso nel messaggio, possiamo aggiungere – pur senza riferirci in particolare alle personalità nominate, di cui possiamo solo supporre l’intima essenza – che spesso alcune anime perverse non riescono a raggiungere il Kamaloca, e restano in una sospensione che non permette loro neppure l’espiazione, che è il giusto preambolo per il seguente Devachan, o Paradiso. Esse rimangono intrappolate in una prigione creata da loro stesse, in cui si sentono ancora vive e si costruiscono, con la loro immaginazione, un luogo in cui proseguono una sorta di vita prigioniera da cui non riescono ad uscire. È ciò che viene chiamato Inferno, il luogo della negazione del Divino. Della loro energia si nutrono entità demoniache. Dobbiamo sentire una grande pena per questi esseri, destinati spesso a reincarnarsi in condizioni di grande disagio, o per gravi malattie o per luoghi estremamente disagevoli per scarsità di viveri e persino di acqua, o per il disamore dei congiunti o altri drammi esistenziali da loro stessi meritati. E dunque, piú che sperare in un loro dissolvimento, dobbiamo sperare che il vivere situazioni al limite del sopportabile riesca a riequilibrare in positivo, attraverso la sofferenza, quanto di negativo hanno operato in una vita precedente.