«Una vita sociale sana si trova soltanto, quando nello specchio di ogni anima la comunità intera trova il suo riflesso, e quando nella comunità intera le virtú di ognuno vivono».
Rudolf Steiner
«L’agire socialmente, l’impegnarsi prima nella propria particolare attività e da questa collaborare all’organizzazione tripartita alla quale si appartiene, per entrare poi in rapporto vivente con gli altri settori, aiuta l’uomo a comprendere e a realizzare la sua missione. Senza costrizioni, senza dogmi, egli è posto nella condizione di operare liberamente e coscientemente – secondo lo Spirito dei nuovi tempi – dalla posizione esteriore che occupa, dalle capacità che possiede, alla soluzione della questione sociale e contemporaneamente alla sua nobilitazione interiore. Come si potrà mai pervenire a una società degna dell’uomo se egli non supererà la condizione anonima di classe, se non supererà una concezione materialistica che ne fa solo un mezzo di produzione fra altri mezzi di produzione, se non si porrà oltre le sue limitate inclinazioni egoiche, anche se infiorettate di intellettualismo, se l’uomo non restituirà prima di tutto dignità a se stesso?».
Argo Villella
Metafisica della Moneta, Ed. Basaia, 1984
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Siamo al limite, sul punto di una svolta epocale ma prigionieri alla ricerca di una via di fuga. Da questa parte siamo intrappolati in un Mondo globalizzato, in cui la Civiltà preda ogni risorsa materiale e immateriale della Comunità dei viventi, controlla, influenza ogni pensiero, ogni atto dell’esistenza di noi tutti, e per di piú pretende che firmiamo il consenso a tutto questo, ogni giorno e in ogni campo della nostra vita. Dall’altra parte, intravediamo il Mondo come dovrebbe essere, e prima ancora di nascere noi conoscevamo quale aspetto, armonia, odore, sapore e sensazione debba suscitare la realtà terrestre in cui veniamo mandati, ognuno con il proprio scopo, con il perfetto bagaglio di qualità e virtú che occorrono per fare la nostra parte.
Da un lato abbiamo un Sistema mondiale, che con abiti diversi a celare lo stesso archetipo del Male, calpesta ogni forma di Libertà interiore. Con occhio implacabile da Grande Fratello tiene in pugno e sotto rigido controllo tutti i settori della Cultura, dell’Arte, della Scienza, della Spiritualità, della Formazione e dell’Educazione; mette filtri, prevede esami, controlli, percorsi obbligati e censura senza precedenti nella Storia.
Dal lato opposto del fossato scorgiamo invece la Civiltà del Futuro possibile, piú vicina di quanto crediamo, eppure separata da un baratro: lí, nella Società Tripartita, la Cultura, il Sapere, la Scienza, la Spiritualità, l’Educazione, sono legati a filo doppio alla Libertà.
Qui, dalla parte in cui siamo confinati, la parola “Uguaglianza” è priva di un reale significato. Mai si era vista tanta ingiustizia e prevaricazione delle Istituzioni e del Potere nella storia del genere umano, la schiavitú piú abietta e diffusa che in ogni altra epoca. Solo sulla carta vengono riconosciuti i diritti inalienabili di tutti i popoli e di tutte le persone. Lo Stato, in mano a emissari diretti degli Ostacolatori, controlla in modo perverso e onnipervasivo ogni settore della Scienza, della Cultura e dell’Economia, ne estrae la linfa vitale, lasciando morte e rigidità ovunque, rendendo i cittadini nemici tra loro per differenti diritti e condizioni di vita.
Lí invece, dalla sponda della Società Tripartita, risuona il sentimento della vera Uguaglianza: in campo giuridico, e di conseguenza ovunque i diritti sono gli stessi per tutti e chi amministra non ha nessun privilegio. La Cultura, la Scienza, le professioni, i lavori socialmente utili, la Sanità, non sono controllati e non si consente che vengano usati per il tornaconto di pochi.
Siamo ancora qui, sulla sponda in cui la Fraternità è un mito, che ricorda epoche perdute; ormai non siamo capaci nemmeno di provare compassione, ogni informazione con cui ci bombardano ci fa sembrare un male inevitabile, la morte, la sofferenza e l’ingiustizia che i nostri fratelli umani, animali e vegetali, subiscono su tutta la Terra, e non abbiamo speranze di porvi rimedio.
Vedere povertà e miseria nelle nostre città, come nei Paesi africani e asiatici, o in Sudamerica, ci colpisce sempre meno. Il lavoro è una merce, e cosí i lavoratori; la finanza e la speculazione controllano l’economia; nessuno è libero di seguire la propria vocazione nella scelta del proprio lavoro. Viene creata disoccupazione in modo da obbligarci ad accettare qualsiasi tipo di lavoro a qualunque condizione.
Nell’articolo “Un mondo d’Amore”, comparso su queste pagine nel novembre 2012, è scritto: «Perché tutto questo? Questa corsa agli armamenti per eliminare i propri compagni di cammino, che scopo ha? L’essere felici? Ottenere denaro su denaro, potere, cos’altro? Ognuno di noi, anche se in minima parte, non può considerarsi immune da tale morbo. Per piacere alle comunità di aggregati di persone, spesso è necessario scendere a questi compromessi. Chi non l’ha mai fatto? L’immoralità non è messa in atto solo dalla governance, nazionale o mondiale, ma da ognuno di noi. È necessario confrontarsi con se stessi, privandosi anche dei che riteniamo nostri personali (cosa che ovviamente non sono), se essi nuocciono agli altri.
Proviamo a pensare… Quanto sarebbe piú conveniente se il motore del mondo non fosse la competitività ma l’amore?».
Si percepisce una diversa atmosfera dalla sponda dove la Civiltà ha abbracciato la Tripartizione. Lí ogni individuo è veramente il fratello degli altri. Non esistono privilegi, il reddito è uguale per tutti, il lavoro è scelto liberamente e rappresenta un’offerta di noi agli altri. Dalla nascita si percepisce il Reddito di Cittadinanza, che sostituisce del tutto stipendi e pensioni.
La moneta è a scadenza, non esiste modo per accumularla, quindi nessuna speculazione finanziaria è possibile, e nessun ricatto sociale ed economico può essere perpetrato. Non potendo essere venduti l’arte, il sapere e l’assistenza sanitaria, chi ha la vera vocazione per esprimersi artisticamente, educare, insegnare e curare è libero di compiere la propria missione e di amare senza restrizioni.
Nella Società Tripartita, la divisione tra le tre sfere – Culturale, Giuridica ed Economica – assicura la Libertà, l’Uguaglianza e la Fraternità!
Come arrivare, dunque, sull’altra sponda, valicando l’abisso?
In un Mondo globalizzato, in cui l’occhio del Grande Fratello arriva ovunque, sembra impensabile sperimentare la Tripartizione Sociale. Non verrà mai consentito. L’unica via che può essere utilizzata come “ponte” per arrivare dall’altra parte, è la “Transizione”, il graduale passaggio (già in corso sommessamente e con difficoltà), ad una Civiltà Nuova, fatta di Comunità locali resilienti e indipendenti, in cui ogni bene necessario sia presente sul territorio. E dove modelli di Società diversi da quello dominante, possano essere sperimentati.
Per attraversare quel Ponte, però, il peso dell’attaccamento alle lusinghe, alle comodità, ai privilegi e ai beni di consumo, va prima abbandonato come zavorra. Sacrificio che pochi sono disposti a compiere.
Forse proprio da quelle masse che pagano con povertà, guerra, schiavitú e avvelenamento, il prezzo amaro dei privilegi e delle comodità di pochi, e che si stanno riversando numerosi ogni giorno sulle nostre coste e sulle nostre coscienze, verrà l’impulso a creare con coraggio un’autentica svolta nella Storia dell’Umanità.
Shanti Di Lieto Uchiyama