Ho sognato una sorta di “incontro notturno”. Una ragazza che, in realtà, sta pregando per me; io avverto la potenza della sua preghiera attraverso questa promanazione di una particolare forza di amore. Il suo amore è in grado (non saprei definirlo meglio) di volere, di muovere, di agire: non di idealizzare un movimento ma di operare realmente attraverso un dinamismo della volontà. Da allora mi chiedo come fare per raggiungere quello stato di preghiera cosí forte? Altri sogni riguardano il mio passato. Ho vissuto una infanzia ed un’adolescenza molto particolari. Per quanto posso dire di esser uscito da un determinato limbo, credo d’averne portato addosso certe conseguenze. Da bambino ho vissuto in un contesto molto ostile; credo, in 25 anni di vita in famiglia, di non aver mai passato un giorno senza sentire i miei genitori litigare. Mio padre prendeva a parolacce mia madre e spesso, quasi quotidianamente, anche noi venivamo offesi e picchiati. Il tutto ha portato a sviluppare una violenza imitativa tra fratelli (tra me e il mio fratello piú piccolo) ed un inserimento delle parole scurrili che andavamo ascoltando nel linguaggio comune, entro l’ambito famigliare. In questo periodo inizio a capire che dovrò pagare per le malefatte che io stesso ho commesso in quel periodo, nonostante l’impossibilità apparente di operare diversamente. Mi chiedo, se il karma è anche libertà, se gli errori fatti in passato possano venir trasformati.
N.G.
Sogni molto articolati e complessi. La ragazza che emana “amore puro” è un richiamo alla purificazione che ognuno di noi deve cercare di conseguire, per poter emanare a sua volta luce a chi ci è vicino o anche a chi ci incontra casualmente. La meditazione della Rosacroce è in questi casi la piú indicata per avanzare. Quanto al pronunciare parole scurrili, si tratta di una temporanea invasione interiore da parte dell’Ostacolatore (se non proprio del “capo”, di qualche suo incaricato che ha ottenuto il subappalto…). La persona presente a se stessa non si esprime mai in maniera volgare, né saprebbe pronunciare bestemmie, cosa che purtroppo oggi si sente persino da bocche adolescenti. È sempre un momento di invasamento quello in cui si scivola nel turpiloquio: un atteggiamento offensivo verbale che può facilmente sfociare in aggressività anche fisica. Ripulire il proprio linguaggio significa vincere l’Ostacolo e tornare padroni del proprio Io. Questo è il lavoro che ci viene richiesto, e gli sforzi saranno ricompensati dal Mondo spirituale in maniera evidente, a chi sa vedere. Riguardo al Karma, il cui Signore è il Cristo, che è anche dire anche il proprio Io superiore, gli errori del passato si possono certamente trasformare in questa vita, cosí da alleggerire il lavoro che dovremo compiere quando saremo nel Kamaloca.
In merito alla risposta data alla lettrice Antonietta Gioli nella rubrica La posta dei lettori dello scorso numero di gennaio, che consiglio potete darmi su una attività fisica da praticare, adatta all’uomo moderno di mezza età?
Massimo Patroni
La risposta data alla lettrice citata riguardava il Tai Chi Chuan, o analoghe discipline orientali come lo Yoga. Altra cosa è dare un consiglio riguardo a un’attività fisica salutare, riferita a una persona “di mezza età”, ma anche in generale a tutti coloro, giovani o meno giovani, che vogliano mantenere elasticità e vigore fisico. E questo senza eccedere nella ricerca di primati, di agonismo o di maniacale sviluppo e tonicità muscolari. La risposta è semplice, anche se apparentemente scontata: una camminata a passo energico per almeno quaranta minuti al giorno. E se si è in città, possibilmente spostarsi “fuori porta” almeno una volta alla settimana, allungando i tempi di cammino anche a qualche ora.
Seguo l’antroposofia da diversi anni, ho letto molti libri di Steiner e due libri di Scaligero. Ho intrapreso da poco tempo la pratica degli esercizi, in particolare la concentrazione e la meditazione. Mentre la prima, per quanto la trovi alquanto difficile, mi riesce di comprendere come eseguirla ‒ almeno mi sembra di averlo capito ‒ riguardo alla meditazione non so trovare il giusto atteggiamento interiore. Capisco che è una cosa personale e dovrò farlo da sola, ma un consiglio sarebbe utile. Grazie.
Rossella R.
Una risposta veramente utile può essere trovata nel libro Manuale pratico della meditazione, di Massimo Scaligero. Ad esso possiamo aggiungere le illuminanti parole di Rudolf Steiner, pronunciate durante una sua conferenza tenuta il 13 luglio 1914 a Norrköping, in Svezia (O.O. N° 155), a proposito della meditazione: «La cosa necessaria è un rafforzamento della dedizione, di quella dedizione che l’uomo nella sua vita comune, o in una vita abituale intensificata, sente nella devozione religiosa. Ma deve essere sviluppato in modo infinitamente intenso il fatto che l’uomo arrivi realmente a riposare, in totale abbandono, nella corrente del divenire universale, come nel sonno. Nel sonno egli dimentica ogni impulso del proprio corpo: altrettanto l’uomo deve, nella contemplazione o meditazione, dimenticare ogni impulso del proprio corpo. Questo è il secondo esercizio, che bisogna alternare con il primo [concentrazione]. Il meditante dimentica totalmente il proprio corpo, non soltanto in rapporto al pensiero, ma in modo da riuscire a separare tutti gli impulsi di sentimento e volontà, cosí come nel sonno riesce a separarsi da ogni attività del corpo. Ma questo stato deve essere raggiunto coscientemente. Quando l’uomo aggiunge al primo esercizio questa dedizione, perviene realmente a trasferirsi, per mezzo dei sensi spirituali che stanno risvegliandosi, in un mondo spirituale allo stesso modo in cui egli si inserisce, per mezzo dei sensi esteriori, nel mondo sensibile che lo circonda».
Da poco tempo ho iniziato a leggere libri di antroposofia e anche a fare delle meditazioni, ma non so esattamente quanto tempo devono durare. Io per ora ho stabilito venti minuti, perché piú a lungo non riesco a restare vigile. Mi distraggo o tendo ad addormentarmi. Però vorrei sapere la giusta durata consigliata e anche sapere quali raggiungimenti pratici si ottengono.
Ezio B.
Il tempo stabilito per la meditazione o la concentrazione individuale dipende dalla libera scelta della persona. Nel caso di una riunione, al termine della quale si decide una meditazione in comune, in genere non si supera mai la mezz’ora, ma anche un quarto d’ora è sufficiente. Ci sono persone che protraggono i loro esercizi molto a lungo, ma occorre dire che quello che conta è la ripetizione quotidiana e fedele dell’esercizio, piú che la durata. La meditazione può essere anche brevissima, l’importante è che si svolga in un clima di serenità, di raccoglimento e di totale isolamento dalle impressioni esterne. Il discepolo apprenderà dal suo stesso lavoro spirituale quale tempo sia per lui il piú adatto. La ripetizione quotidiana crea nell’anima quel terreno fertile per spargere i semi spirituali che germoglieranno e porteranno i giusti frutti non solo nella vita interiore ma anche in quella esteriore. Si acquisterà una calma e una serenità di fronte a eventi dolorosi, un distacco da quelli che potrebbero causare eccessivo soddisfacimento di sé o vanità, una capacità di ascolto dell’altro, una consapevolezza delle altrui necessità, un riconoscimento del valore reale delle persone che si frequentano o anche quelle che che si incontrano casualmente. Impegnandosi con tenacia nella disciplina interiore, il discepolo organizza spiritualmente anche la sua quotidianità.