San Michele è il principio della Forza
Una Linea Sacra costituita da sette punti energetici unisce sette santuari consacrati a San Michele Arcangelo, dall’Irlanda alla Palestina passando per Inghilterra, Francia, Italia e Grecia. Tra l’altro l’Italia è l’unica nazione ad avere sul proprio territorio la presenza di due punti della linea energetica immaginaria: l’abbazia di San Michele in Val di Susa e il santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano. Tutti i sette luoghi toccati da questa linea immaginaria sono carichi di potenti energie ristoratrici che si oppongono a quelle negative o del male. Le leggende locali di questi luoghi sacri stabiliscono che fu proprio San Michele, vincitore nella lotta contro il Drago, a richiederne l’edificazione ed istituire cosí il proprio culto. Vi è senza dubbio un motivo eccelso avvolto da un alone di mistero se il Principe delle Milizie Celesti ha desiderato tutto questo, interagendo per altro a piú riprese con le popolazioni indigene attraverso numerose apparizioni storicamente documentate e finalizzate alla costruzione dei Templi sacri in suo onore. Ancora piú interessante risulta il ritorno alle cronache odierne della linea di San Michele, detta anche linea del Drago, come meta di pellegrinaggio. Infatti, il primo di questi santuari energetici è stato scelto nel 2015 come sito privilegiato per le riprese cinematografiche del penultimo e dell’ultimo episodio della famosa saga di “Guerre Stellari”, usciti nelle sale cinematografiche di tutto il mondo rispettivamente nel dicembre 2015 e nel dicembre 2017 con i suggestivi titoli: “Il risveglio della Forza” (episodio VII) e “Gli ultimi Jedi” (episodio VIII). Molte scene di questi due film sono di fatto ambientate nell’antico e suggestivo eremo di Skellig Michael, in Irlanda, uno scoglio quasi irraggiungibile che ha creato problemi di trasporto per le numerose ed inattese richieste dei fans-visitatori giunti da tutto il mondo sulle scogliere del Kerry irlandese.
Tornando alla linea del Drago, il mistero che sembra avvolgere questo allineamento dei sette templi forse può essere in parte chiarito. Difatti il ritorno alla ribalta proposto dalla saga fantascientifica, che inizia proprio con l’episodio VII, “Il risveglio della Forza” porta il ricercatore attento ad evidenziare una suggestiva e affascinate ipotesi non certo casuale. L’edificazione di questi sette luoghi sacri terrestri può far pensare ad una relazione con i sette punti energetici del corpo umano, noti in sanscrito come chakra, finalizzati al risveglio della Kundalini-Shakti, l’energia primordiale che circonda l’intero Universo e che, quando risvegliata, può assumere aspetti benefici secondo il pensiero creativo di chi è in grado di emanarla e/o percepirla.
Ricordiamo che nei testi biblici San Michele risulta il vero vincitore nella lotta contro il Drago, l’antico serpente biblico. La sua forza è tratta dal significato del suo stesso nome in lingua ebraica Mik’ael che tradotto significa “Chi è come Dio”. Mik’ael è citato nella Bibbia, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele. Nel Nuovo Testamento è definito come Arcangelo nella lettera di Giuda 9, mentre nell’Apocalisse di Giovanni 12,7-8, Michele è l’Arcangelo che conduce gli Angeli nella battaglia contro il Drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge in una sorta di Guerra Stellare tra Angeli e Demoni.
Ora, al di là dei riferimenti biblici citati, il vero significato di “vittoria sulle forze del male” sotto l’alto patronato di San Michele, può in modo pertinente avere attinenza con un percorso iniziatico che si riferisce in primis al risveglio della Forza-Shakti presente nei sette punti energetici del corpo umano, unificata lungo l’asse cerebro-spinale, ovvero lungo una linea retta proprio come l’allineamento dei sette santuari terrestri voluto da San Michele. Interessante notare che nei testi mistici ebraici dei piccoli e grandi Hekhalot e nel testo gnostico Pistis Sofia, si pone un riferimento esplicito basato su tecniche ascetiche, praticate dagli adepti della Merkavah (Yoredeh Merkavah), il carro di fuoco di Ezechiele, costoro prendono dimestichezza con i sette santuari celesti attraverso tecniche meditative mantriche rivelate dagli angeli ed in grado di paralizzare i demoni ostili che ne impediscono l’accesso.
«Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo cosí in terra…» recita la preghiera cristiana. Come può realizzarsi allora questo risveglio? La via dei nostri giorni voluta da San Michele forse è prima di tutto un pellegrinaggio rituale nei sette santuari terrestri da Occidente ad Oriente, e quindi partendo proprio dal primo luogo sacro rappresentato da Skellig Michael, in Irlanda, sino al santuario del monte Carmelo in Terra Santa.
Tale pellegrinaggio, oltre ad assumere un valore turistico di rilievo, potrà certamente offrire la possibilità di recepire la sacralità del luogo visitato e le energie positive rilasciate, e di attivare il chakra collegato come unità di pensiero del ricercatore-visitatore-pellegrino, attraverso un atto volitivo che presuppone una consapevolezza nell’acquisizione di queste energie proprio come accade alla giovane Rey nel film di Guerre Stellari.
È ampiamente documentato, ad esempio, che il sito rupestre di Monte Sant’Angelo, ovvero il quinto santuario della linea del Drago (corrispondente, secondo quanto suggerito dalla nostra allegoria interpretativa, al quinto chakra chiamato in sanscrito Vishuddha o chakra della gola), oltre a concedere indulgenza plenaria da tutti i peccati, libera l’anima del pellegrino dalle forze negative, secondo un incipit rituale per il quale la sola discesa in grotta concede da parte di San Michele l’esorcismo da tutte le energie ostacolatrici. È chiaro dunque che ciascuno di questi centri energetici posti sulla linea del Drago, almeno per la tradizione cristiana, esercita un potere di ripristino della purezza edenica originaria, e quindi di apertura dei centri energetici al fine di liberare una forza tale da fronteggiare e contenere il lato oscuro.
Guerre stellari e Il risveglio della Forza
«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu piú posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana, e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli» (Apocalisse 12/7-9).
Secondo differenti tradizioni religiose, Michele o Mik’ael “CHI E’ COME DIO” viene definito anche con altri appellativi: “Angelo del Volto”, “Arcangelo dell’Aria” e “Arcangelo del Tempo”.
Nell’ultimo episodio di “Guerre stellari”, la Forza si risveglia vigorosa nella giovane Rey, che dopo diverse peripezie raggiunge Luke Skywalker (in ritiro spirituale presso Skellig Michael, in Irlanda) per consegnargli la sua spada laser, che agisce proprio come la spada fiammeggiante di San Michele, contro il lato oscuro e le forze ostacolatrici rappresentate dal demone Snoke e dal Primo Ordine.
Nella finzione cinematografica, con Rey una nuova generazione di Jedi sta per risorgere – l’albero che custodisce antichi segreti e che possiamo biblicamente intendere come l’albero del Bene e del Male, diviene pertanto l’Albero della Vita, sorgente inesauribile della Forza, Le sacre scritture dell’ordine Jedi, custodite al suo interno, con la presa di coscienza di Rey e dei suoi poteri contro il male, non sono piú necessarie. Rey acquisisce da sola, interiormente, i pieni poteri Jedi senza piú l’ausilio di Maestri e senza necessità di consultare le antiche scritture.
Potenziamento della Forza e tecniche avanzate
L’ascesi dei nuovi tempi, seguendo gli insegnamenti di Maestri come Massimo Scaligero e Rudolf Steiner, prevede il possibile ampliamento di questo stato di risveglio della Forza-Shakti, comprendendo come nella realtà oggettiva sia compito nostro saper riconoscere e sintonizzarci sulle energie dispensate da Mik’ael, colui che è come Dio e che risiede di fronte all’Altissimo (da cui l’appellativo di “Angelo del Volto”), sottraendoci all’azione di disturbo degli Ostacolatori. La libertà sulla Terra passa attraverso la conoscenza dei Cieli, e quindi attraverso l’intersezione dei due piani, quello celeste e quello terrestre, all’interno del nostro cuore, il quarto chakra che nel percorso iniziatico assumiamo associato al santuario di Val di Susa in Piemonte.
L’operazione di Mik’ael risponde soltanto a un atto interiore libero al di sopra della griglia di forme-pensiero negative create appositamente dagli Ostacolatori. Essa risponde ad un pensare predialettico, origine dell’intuizione metafisica. Colui che sperimenta la corrente di Mik’ael scopre l’essenza del medium energetico attraverso un moto del respiro sottile (di tipo nasale) che fluisce nel sangue, realizzando l’unione sovrasensibile dei due piani: terreno e celeste. Concentrandosi sul proprio respiro e meditando sul moto sottile interiore, si arriva a comprendere Mik’ael come “Arcangelo dell’Aria”; nel soffio ritmizzato fluiscono infatti i pensieri adamantini rivolti al mondo metafisico come pensieri liberi dai sensi, e quindi scevri da ogni scoria ostacolativa. La percezione arcangelica michaeliana corrisponde a una mancata aderenza al moto del respiro come atto di brama, e quindi a uno svincolamento finale dal respiro fisico ordinario verso un respiro sovrasensibile alimentato da un moto di energia interiore sottile.
Per lo sperimentatore serio lo svincolamento dal respiro fisico ordinario non crea sentimento mistico o sensazioni soggettive, bensí percezione pura delle essenze oltre l’ordinario percepire spazio-temporale. Siamo in presenza dell’“Arcangelo del Tempo”. La serie temporale degli eventi planetari e universali diviene quindi necessaria in virtú di un processo evolutivo spirituale volto alla riconnessione dell’uomo con l’intelligenza cosmica di Mik’ael: unico vincitore nella lotta contro il Drago.
I sette santuari di San Michele e il percorso iniziatico
1. Skellig Michael – Irlanda
Skellig Michael, dal gaelico irlandese: Sceilig Mhichíl, che significa “roccia di Michele”, o anche Grande Skellig, è l’isolotto piú grande delle due isole Skellig. Situato a circa 17 chilometri dalle coste del Kerry, è un luogo di notevole importanza sia a livello paesaggistico che naturalistico, ma soprattutto per la presenza sulla sua sommità di uno straordinario quanto poco accessibile monastero di origine cristiana costruito nel 588 e divenuto patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO dal 1996.
2. St Michael’s Mount in Cornovaglia – Inghilterra
Questo luogo è dedicato all’Arcangelo Michele, che secondo la leggenda vi sarebbe apparso nel 495 d.C., ove alcuni monaci Benedettini, provenienti da Mont Saint-Michel in Francia, su indicazione dello stesso San Michele Arcangelo, edificarono un’Abbazia (della quale rimangono solo il refettorio e la chiesa), incorporata poi nel corso del XVI secolo in un Castello fortezza che si può tuttora visitare e ammirare.
3. Mont Saint Michel in Normandia – Francia
Si colloca nella baia che ne prende il nome e si apre sull’oceano Atlantico. L’isolotto ha circa 960 metri di circonferenza e una superficie di circa 7 ettari. La roccia, una formazione granitica, si eleva a un’altezza di 92 metri sul livello del mare, ma con la statua di San Michele collocata in cima alla guglia della chiesa abbaziale, raggiunge i 170 metri. Il monastero del V-VI secolo si colloca in una località detta Gargant, pertanto non si esclude che furono proprio le popolazioni pugliesi del Gargano di Monte Sant’Angelo a edificarlo su richiesta di San Michele. Dal 1979 il sito è patrimonio UNESCO.
4. La Sacra di San Michele in Val di Susa – Italia
È un’antichissima Abbazia costruita tra il 983 e il 987 sulla cima del monte Pirchiriano, a 40 chilometri da Torino. Dall’alto dei suoi torrioni si possono ammirare il capoluogo piemontese e un panorama mozzafiato della Val di Susa. Secondo una leggenda, un arcivescovo del luogo ebbe la visione dello stesso Arcangelo Michele, che gli ordinò di erigere un santuario. Gli stessi Angeli avrebbero infine consacrato la cappella, che di notte fu vista dalla popolazione come se fosse stata “avvolta” da un grande fuoco.
5. Monte Sant’Angelo nel Gargano in Puglia – Italia
È un comune in provincia di Foggia celebre per il santuario di San Michele Arcangelo, anch’esso Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo d.C. La storia di Monte Sant’Angelo comincia nel 493 d.C., quando fu costruita la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele dopo tre apparizione al vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano. La sacra grotta rimase fino ai giorni nostri come un luogo di culto consacrato non da mano umana ma dallo stesso San Michele, e ricevette nel corso dei secoli il titolo di “Celeste Basilica”.
6. Isola di Symi nel Dodecaneso – Grecia
È una piccola isola di circa sessanta kilometri quadrati nei pressi di Rodi. Appartiene all’arcipelago del Dodecaneso, vicino alla Turchia. Fece parte dell’Impero romano e dell’Impero Bizantino. Nel 1373 i cavalieri dell’ordine di San Giovanni ne presero possesso proteggendola dai pirati saraceni. Nel 1522 fu conquistata dall’Impero ottomano. Dal 1948 fa parte della Grecia. È famosa per la presenza del monastero di Panormiti, consacrato al culto di San Michele Arcangelo.
7. Monastero di San Michele ad Haifa sul Monte Carmelo – Palestina
Il Monte Carmelo, o Har ha Karmell, o anche Kerem-El, letteralmente “Vigna di Dio”, è una catena montuosa lunga 39 chilometri e larga 8, che si trova nell’Alta Galilea. La prima fondazione del monastero omonimo risale all’epoca bizantina, quando la grotta sotterranea divenne luogo di culto dell’Arcangelo Michele, già incluso nella liturgia cristiano-ortodossa e venerato dai Longobardi in seguito alla loro conversione al Cattolicesimo avvenuta intorno al VII secolo.
I luoghi sacri della memoria: Monte Sant’Angelo nel Gargano
Esistono luoghi scelti dal sovrasensibile e che possiamo chiamare “della Memoria”, dove si percepisce ancora una forte presenza dello Spirito Divino. Ogni angolo, ogni pietra, ogni vicolo sono intrisi di storia e di sacralità sovrannaturale e l’animo sensibile riscopre le proprie origini e quella vicinanza a Dio, spesso smarrita nel vivere quotidiano. Monte Sant’Angelo (843 metri), antico luogo di pellegrinaggi, a soli 18 chilometri da Manfredonia, lo è sicuramente. Si tratta del piú alto borgo del Gargano a ridosso del crinale sud da cui origina la foresta Umbra, famoso nella storia dell’alto e basso medioevo per la presenza di una Grotta Sacra consacrata nel V secolo, sotto la dominazione di Bisanzio, al culto di San Michele Arcangelo per volontà dello stesso Principe delle Milizie Celesti apparso nella grotta. Secondo un filone di studi paleocristiani Monte Sant’Angelo era un centro spirituale precristiano che assommava il principio sacro della vetta legato al cielo con quello della caverna legato alla terra ed in asse con la sua sommità. Nell’iconografia ellenistico-bizantina l’animale in grado di rappresentare questo concetto di asse terra-cielo è proprio l’elefante, che ritroviamo simbolicamente in numerose chiese e mosaici sparsi lungo tutta la via Romea da Ravenna ad Otranto.
Questo borgo medievale, storicamente conteso da bizantini e longobardi, è uno dei piú antichi luoghi di culto della Cristianità. Secondo la leggenda, un ricco signore di Siponto smarrí dalle sue mandrie un toro. Dopo averlo cercato invano, l’animale fu trovato in una grotta. L’uomo che lo ritrovò per fermarlo dal suo inferocimento gli scagliò una freccia ma, anziché colpire il toro, questa girò su se stessa e colpí colui che l’aveva scagliata. Il vescovo Lorenzo Maiorano, poi divenuto Santo, ravvisò nell’evento una vicenda soprannaturale. Dopo pochi giorni, apparve San Michele al Vescovo e si dichiarò autore dell’avvenimento. La seconda apparizione avvenne quando Odoacre, re dei Goti, assediò Siponto: il vescovo Maiorano chiese e ottenne una tregua di tre giorni. Il terzo giorno, apparve l’Arcangelo, che assicurò una vittoria certa: i Sipontini combatterono in campo aperto e vinsero. Un anno dopo (493 d.C.), Maiorano, su autorizzazione del Papa Gelasio I, organizzò una processione con i vescovi di Trani, Andria, Canosa, Venosa e Canne. Giunti alla caverna, trovarono un altare sormontato da una croce e l’impronta del piede di San Michele. L’Arcangelo apparve nuovamente al Vescovo (terza apparizione) e dichiarò che non era necessario riconsacrare la grotta perché la sua presenza in quel luogo era già sufficiente. Fu cosí celebrata la messa, il Santuario fu quindi consacrato secondo le indicazioni di San Michele, e divenne tappa obbligata per crociati e monaci templari durante tutto il medioevo.
Altre apparizioni
San Michele sarebbe apparso alla fine del Cinquecento a Roma sul mausoleo di Adriano, ribattezzato poi Castel Sant’Angelo, e in Normandia nel 708 a Mont St. Michel, dove, come già riportato, nei pressi c’è una zona chiamata Gargant, da cui si potrebbe dedurre che furono i Sipontini a fondare il sito, con reliquie provenienti dal santuario garganico. Stesso avvenimento in Val di Susa, alle porte di Torino. Secondo una leggenda del Seicento, San Michele sarebbe apparso nuovamente, e per l’ultima volta, in Occidente sul monte Sant’Angelo ad alcuni pellegrini, garantendo che chiunque avesse portato con sé una pietruzza staccata dalla roccia della grotta sarebbe stato protetto dalla peste.
Concludiamo dicendo che questo è un luogo di profonda spiritualità, con assunzione di indulgenza plenaria per il pellegrino che lo visiti almeno una volta nella sua vita terrena. Inoltre nel corso di secoli si è assistito a moltissimi episodi documentati di esorcismo spontaneo dopo la discesa in grotta.
Kether