Il sangue del Graal

Misteri

Il sangue del Graal

Ciò che è stato designato come “sangue del Graal” non era ancora divenuto per l’umanità il Graal propriamente detto fino al momento della sua apparizione sul Golgotha. E ci si può porre questa domanda: perché la liberazione di quel sangue dal corpo di Gesú era necessario cosí urgentemente? Cosa avvenne di quel sacro sangue, come poté divenire per l’umanità il Graal, e come poté il sangue versato una sola volta sul Golgotha far progredire l’evoluzione animico-spirituale e animico-corporea dell’entità umana di noi tutti? Come avrebbe potuto ogni uomo entrare in contatto con quell’unico sacro sangue, in modo che si verificasse in ciascun individuo una tale trasformazione, cosí che ad ogni singolo uomo fosse dato di cominciare in ugual modo a spiritualizzarsi, rivestendo individualmente il germe del corpo del Fantoma?

Effettivamente cosí è stato, ed è tuttora, reso possibile per ogni singolo essere umano, entrare in qualche modo in contatto con il sangue versato un giorno sul Golgotha e condividere quel sangue, cosí che attraverso il “legame” individuale di “attrazione”, ognuno possa aver parte al corpo risuscitato del “secondo Adamo”.

Giuseppe d'Arimatea

Giuseppe d’Arimatea

Che questo sia stato reso realizzabile, lo dobbiamo all’atto misterico di una personalità che si prodigò affinché il sangue del Redentore divenisse propriamente ciò che il Graal può essere oggi per noi: Giuseppe d’Arimatea. Fu Giuseppe d’Arimatea che, a seguito della prima persecuzione dei cristiani in Palestina, giunse per mare in Europa, portando con sé il sangue del Redentore raccolto sul Golgotha e, per cosí dire, l’incorporò alla terra europea. In un lungo percorso solitario, provenendo dalla Terra Santa, dal sud-est arrivò fino all’estremo nord-ovest dell’Europa, cosí da far colare, far penetrare goccia a goccia quel sangue nella terra europea. Bisogna descrivere questo anche sotto l’aspetto dei sensi, perché come finalità quel compito fu propriamente legato ai sensi, pur trattandosi, nei suoi effetti, di un fenomeno sovrasensibile. Attraverso un tale atto di consacrazione della terra, si produsse qualcosa che corrispondeva totalmente a quell’impulso del Cristo che si era espresso con queste parole di Gesú sulla croce: «Donna, questo è tuo figlio!», e a Giovanni: «Questa è tua madre!». Il Cristo uní archetipicamente come madre e figlio due esseri umani che non erano congiunti per via di sangue, significando con questo all’umanità che gli antichi legami propri all’anima di gruppo, che erano stati solidamente forgiati attraverso l’eredità sanguigna, erano ormai infranti e dovevano ricevere una forma nuova attraverso lo spirito delle “affinità elettive”.

Giuseppe d’Arimatea contribuí considerevolmente a che si dissolvessero a poco a poco le antiche strutture dell’atavismo animico fra gli uomini, per come si era sempre realizzato passando attraverso il sangue. Questi legami di sangue, per mezzo dei quali l’umanità era vissuta fino a quel tempo con una coscienza legata all’anima di gruppo, erano divenuti cosí rigidi da non permettere di dare all’Io la possibilità di svilupparsi.

…Giuseppe d’Arimatea, che dopo la persecuzione in Palestina era giunto sulla costa della Gallia del sud, si mise subito, come condotto da una voce interiore, a versare il sacro sangue, da lui posto in salvo, sulla terra d’Europa durante il suo cammino verso l’ovest. Egli si fermava frequentemente – aveva un particolare senso della configurazione eterica dei diversi luoghi della Terra – e consacrava, con qualche goccia di sangue, la terra cosí preparata. Queste precise consacrazioni della Terra costituivano in effetti la base del lavoro della Seconda Gerarchia, piú esattamente degli Spiriti della Forma, i quali, durante i primi secoli cristiani, ammorbidirono i legami di sangue induriti, “suddividendo” il sangue del Redentore sparso sulla terra da Giuseppe d’Arimatea e incorporandolo alla terra d’Europa, di modo che gli uomini che s’incarnavano in Europa in quell’epoca entravano in una configurazione eterica del tutto nuova. Questo ebbe per conseguenza che non solo i corpi eterici ma anche i corpi fisici di quegli uomini fossero costituiti del tutto diversamente da quelli degli uomini precristiani. Naturalmente questa trasformazione fisica non può essere provata, per come è accaduta, dalla scienza materialista, perché è impossibile rilevare, con l’esame al microscopio di un campione sanguigno in una provetta, l’Io allora vivente. Ma uno sguardo animico-spirituale sulla costituzione del sangue umano di quel tempo rivela molto bene come, verso la fine del IV secolo, abbia avuto luogo uno sconvolgimento nella costituzione fisica dell’uomo, piú precisamente nel sangue dell’uomo. Si era in effetti prodotta una certa eterizzazione del nostro sangue già verso la fine del IV secolo.

Judith von Halle

 


Tratto da: I TemplariL’impulso del Graal nel rito d’Iniziazione dell’Ordine dei Templari.