La promessa

Poesia

La promessa

Vasili Golinsky - Golgotha

Vasili Golinsky «Golgotha»

Tutto era scritto, tutto si è compiuto.

Il popolo è venuto da ogni dove

e Lo ha visto morire come tanti

condannati al supplizio della croce.

«Ma allora – hanno esclamato con stupore

e delusione – che avverrà degli umili,

di tante Beatitudini promesse,

il potere del mondo ai derelitti,

il Regno da venire, la salvezza?

Quale premio ne avremo dal perdono,

e l’altra guancia porta ad ogni offesa»?

I soldati tiravano alla sorte

ai piedi della croce, come fanno

nelle taverne ladri e marinai,

per vincere la tunica del ‘folle’

appeso allo strumento di tortura.

Niente era bello, niente era divino

in quel corpo che i chiodi laceravano

come vittima esposta in un macello.

Ad un tratto ha gridato, quell’informe

grumo di carne e sangue, e la montagna

si è scossa nelle viscere, ha bevuto

la linfa portentosa che grondava

dai legni, dalle pietre, dal costato,

e giú fino al suo nucleo, al magma ha preso

la Terra il dono. Si è redenta, ha chiuso

il ciclo della morte che trionfa.

Chi scendeva dal Colle lo avvertiva

nel palpitare della nuova luce,

un che di urgente nel pulsare e aprirsi

di semi, un tendersi di ali, un cedere

ai richiami dell’aria, un lieve ansito

del respiro, del cuore in assonanza

col battito armonioso del creato.

Era l’eternità che s’innatura

nell’intera sostanza del vivente,

la Promessa che viene mantenuta,

sempre, da allora, e ci redime tutti.

 

                              Fulvio Di Lieto