A seguito della recente scomparsa di Stephen Hawking, ci si è interessati ai suoi scritti e in particolare alla sua teoria divulgata con il libro Dal Big Bang ai Buchi Neri, nel quale egli fissa l’attenzione su questi corpi celesti teorici.
Nato l’8 gennaio 1942, nello stesso giorno in cui trecento anni prima moriva lo scienziato italiano Galileo Galilei (8 gennaio 1642), Hawking scompare il 14 marzo 2018, ovvero lo stesso giorno della nascita del teorico della relatività (14 marzo 1879). Come ultima coincidenza, Hawking ottenne nel 1979 la cattedra di matematica che nel 1669 fu di Newton all’Università di Cambridge.
Partendo dalla teoria della relatività di Albert Einstein, che offriva spunti interessanti alla teoria del Big Bang (prima singolarità) ed alle osservazioni della radiazione di fondo e dell’ “effetto redshift”, Hawking formulò una teoria (dei cosiddetti “Buchi Neri”) che in prima istanza sembrava giustificasse le osservazioni astronomiche delle Galassie (osservazioni che storicamente presero il via con il telescopio di Galileo Galilei) e che fornisse riscontri delle Forze che agiscono al loro centro (seconda singolarità).
Tale teoria fu riveduta diverse volte per inconsistenze rilevate dallo stesso Hawking e da altri scienziati, come i fisici John Preskill e Kip Thorne, ed in buona sostanza ebbe come risultato quello di catalizzare l’attenzione su un dibattito scientifico che spostò l’attenzione sui veri motivi di ciò che accade al centro della Galassia.
Ma procediamo per ordine. Con la fisica di Newton il concetto di Forza espresso dalla formula aristotelica F = m x V (Forza uguale a massa x velocità) ovvero Motore Immobile, ovvero DIO, viene sostituita dalla formula F = m x a (Forza uguale a massa per accelerazione). Nella fisica classica newtoniana la gravità era interpretata come una forza di attrazione conservativa agente fra corpi, di cui la forza peso è espressione. Quest’ultima diventa, nella teoria di Einstein, una “forza apparente”, conseguenza della geometria dello spazio-tempo indotta dalla massa terrestre.
L’attuale teoria della relatività generale interpreta l’interazione gravitazionale come una conseguenza della curvatura dello spazio-tempo creata dalla presenza di corpi dotati di massa o energia (una piccola massa a grande velocità o una grande massa in quiete hanno lo stesso effetto di deformazione sulla curvatura dello spazio-tempo circostante). Il campo gravitazionale che ne deriva è rappresentato matematicamente da un tensore metrico legato alla curvatura dello spazio-tempo.
Ma anche la fisica relativistica vacilla quando affrontiamo l’interazione delle forze che agiscono al centro esatto di una Galassia, una forza esterna che non è certo un Buco Nero né una forza di interazioni tra i vari corpi celesti, che mette in movimento interi sistemi solari facendoli rotare in un moto spiraliforme. Una sorta di Motore Immobile che ad oggi non risulta ancora scientificamente descritto, e mai lo sarà, da equazioni consistenti. Se è vera la frase «Dove finisce la scienza inizia Dio», allora possiamo ravvisare in questo fenomeno un intervento esterno di natura spirituale, come lo è stato per la prima singolarità espressa dal Big Bang.
Quindi, a mio modesto avviso, Hawking con la sua teoria dei Buchi Neri ha avuto la responsabilità di occultare spiegazioni e ricerche sulle vere Forze spirituali che animano le singolarità dell’intero Universo, come invece suggerito dal Maestro dei Nuovi Tempi e come ci dimostrano le osservazioni telescopiche: ovvero la presenza di Forze esterne di ordine superiore che agiscono al centro delle galassie. Probabilmente “il grande Albert” pensava a questo quando pronunciò la mitica frase «Dio non gioca a dadi», lo stesso Albert che non riusciva a prendere sonno se prima non leggeva alcuni capitoli del libro La Dottrina Segreta di Elena Blavatski, per fortuna ancora reperibile ai nostri giorni.
Presa coscienza di questo, Massimo Scaligero, nel suo testo Kundalini d’Occidente, ci spiega come il riscatto dell’uomo passi proprio dal riconoscimento di queste Forze redentrici, intese come Forze eteriche del Cosmo che ravvivano di potenza l’etere della Terra che risplende cosí della Luce-Folgore del Logos, e che arrivano a noi come eterizzazione del sangue presso il cuore di ogni essere umano ormai cosciente di questo mistero.
Cosí scrive Scaligero: «La Nuova Alleanza nel sangue versato dal Cristo per l’uomo, istituita nel calice dell’Ultima Cena, viene riconosciuta dall’uomo libero, che per virtú di individuale impulso, o impulso egoico, decide risalire dal pensiero riflesso alla sua luce, che è luce eterica. Egli non deve muovere da fede, o da presupposti metafisici, ma solo da esperienza del pensiero da cui pensa le verità della Scienza, sí da conoscere sveglio la possibilità del momento eterico del pensiero. Cosí ritrova il Logos solare nell’ètere della Terra: l’ètere che porta l’intelletto liberato alla comunione con le forze eteriche ascendenti dal cuore. …Còmpito del pensiero è assumere tale forza, dapprima come idea-forza, sotto il segno del Logos, in quanto impulso di Resurrezione».
.
F. Settimio