L’attesa
La pietra e la lava
giacciono innocue
a mille passi nella terra,
quel monte di fuoco
dovrà soltanto attendere…
Il mare e i suoi flutti
come drappi di seta
orlano l’orizzonte;
cielo nero e tempesta,
anche loro,
dovranno attendere…
La sabbia del deserto
resta immobile
come in un mosaico,
mentre le nevi delle Alpi
s’adagiano leggere sui pini.
Nulla li disturba.
Ma l’attesa è finita.
Grossi stormi spiccano il volo,
i cavalli diventano irrequieti,
e d’un tratto
la lava si riversa sulle case,
le onde divorano la gente,
la sabbia tumula i villaggi
e nevicate possenti
travolgono intere città.
Cosa succede in quell’attimo?
La catastrofe sta in mezzo
ad un attimo di quiete
ed uno di smarrimento,
riflettendo il peggio di noi
in violenti impulsi tellurici
capaci di annientarci.
Se qualcosa sta dentro di noi
è al contempo al di fuori.
Controlleremo, un giorno,
il flusso dei nostri pensieri,
sentimenti e volizioni,
per vivere in simbiosi
con l’amata Terra
e superare l’egoismo.
Anche per questo
non ci resta che attendere.
Pietro Sculco
È bella questa bianca rosa
che dinanzi a Te risplende!
Perfetta nella forma
come il cosmo appena creato.
Pura nel suo candore
dall’ombra del male intatta.
Luminosa
come luce primigenia del Logos.
È questa rosa, Madre,
l’immagine di Te
che di Bellezza sei la perfezione.
Alda Gallerano
Sfuggono le parole,
ancora il sole
fra le ciglia
ride…
Ricordo,
almeno tu,
resta,
ti prego.
Stelvio
Ci sono persone
a cui donerei
corone d’alloro
per elevarle al di sopra
di ogni sentimento,
e altre a cui
strapperei tutti i gioielli
per gettarli nel fango.
Estirpare qualsiasi concezione
dalle menti libere,
è di profondo aiuto
alle mie insicurezze.
Né vittoria né sconfitta
mi assalgono innanzi a te,
o cuore. Con grazia e stupore
mi racchiudo nel mio silenzio.
Rita Marcía
NONNIBOT
Alla rassegna “NonniBot”, una competizione robotica tenutasi a Roma in occasione della “Rome Cup 2018”, ha vinto un progetto innovativo elaborato da un team di studenti del liceo scientifico Pertini di Ladispoli. Tutor accademico, il Dipartimento di Ingegneria Informatica della Sapienza. Tutto questo impegno cibernetico ha prodotto “Mario”, un robot capace di interagire premurosamente con gli anziani.
Quando il nonno sbadiglia,
il robot infermiere
gli porta una pastiglia
e un po’ d’acqua da bere.
E intanto che lo alletta,
il robot gli racconta
anche una barzelletta
che il magone gli smonta.
Pei vuoti di memoria
e la dimenticanza
il robot, senza boria,
ripara alla mancanza.
Grazie alla cibernetica,
la figura patetica
dell’avo bisognoso
di coccole e riposo
– che quando benestante
sposava la badante,
passando da padrone
a povero barbone –
è finita. L’automa
dal simpatico soma,
è servo, socio, medico
e all’occorrenza ludico.
Egidio Salimbeni