Sulla riva del mare tempestoso
quello che l’onda ti riporta, prendi,
cuore scampato a mille fortunali,
naufrago che ricavi dai relitti
immagini, deliri, fantasie,
per futuri castelli in aria, sabbia
tanto rapida ad ergersi e disfarsi,
forme obbedienti all’estro della mano,
l’attimo che indicibile ti ispira.
Schiuma la linea di battigia, spiaggiano
nei flussi di marea sparsi frammenti,
intriganti figure, seduzioni
cui ti abbandoni. La stagione incombe
strinando, piega mèssi al suo furore,
voli predano i campi: è la rapina
del tempo. Ma non cede il sogno, cova
indomite passioni, ai calafati
arcani commissiona bastimenti
su cui veleggi, cuore, e sopravvivi.
Fulvio Di Lieto