«Potrebbe sembrare opportuno, per un uomo che comincia ad incanutire, strapparsi i primi capelli bianchi, per suo abbellimento; questo strapparsi però gli darebbe anche dolore. Vi è tutt’altro stato quando si trapiantano le piante con le radici e quando si raccolgono i fiori. Non dimenticate, però, che la vita nel mondo è frammista con il dolore; l’uomo che vuol nascere prepara dolore a se medesimo. Questo dovrebbe essere un esempio di come si distinguono le cose nel mondo e di come si comprende la natura. …Quando ci approfondiremo nella comprensione dell’idea degli Io di–gruppo, in modo tale da poter modificare le concezioni astratte e vuote che possediamo, inserendo sentimenti e sensazioni, solo allora renderemo vivente la nostra Scienza dello Spirito. Allorché andiamo per i campi e vediamo l’uomo falciare il grano, avremo la sensazione che, mentre la falce taglia il grano, sopra il campo passi un vento spirituale, dando alla Terra un senso di benessere. È proprio cosí! Ciò che vede il chiaroveggente nel corpo astrale della Terra è quello che si è appena descritto. Per colui che vede addentro alle cose, non è un avvenimento indifferente il falciare del grano, bensí, analogamente a quanto sente una persona per l’uno o per l’altro avvenimento, o come si vede salire l’immagine astrale da un genere speciale di avvenimenti, cosí in quel caso si vede passare sui campi la manifestazione astrale del benessere della Terra. Ma è ben diverso da quando l’aratro fa solchi sul campo e le radici vengono divelte: ciò produce dolore alla Terra. In questo caso vediamo espandersi dal suolo una sensazione di dolore». Parole indimenticabili di Rudolf Steiner pronunciate nel corso nella conferenza tenuta a Colonia il 26 dicembre 1907 (O.O. N° 101 www.larchetipo.com/2013/set13/).
È giunto il momento in cui l’Uomo deve scegliere la Vita, rinunciare alla catena di violenza e di abusi perpetrati nei confronti della Madre Terra e dei suoi figli, al saccheggio e alla devastazione del prezioso giardino terrestre di cui è il custode, indegno ma unico incaricato. Un Paradiso da proteggere, uno scrigno che racchiude un segreto che tutti conosciamo, senza ricordarlo.
«Come l’uomo possiede il proprio Spirito, cosí ogni pianeta è l’espressione di un essere spirituale, e cosí anche la nostra Terra è il corpo di uno Spirito: lo Spirito della Terra. …L’unione fraterna diviene possibile solo per il fatto che, oltre agli esseri animicamente presenti nei vari ceppi di popolo, un unico Spirito della Terra …a poco a poco affluisce nell’uomo». Questo afferma ancora Rudolf Steiner, in una conferenza tenuta a Berlino il 1° aprile 1907 (O.O. N° 96 www.larchetipo.com/2006/mar06/).
Lo sapevano bene i Catari, che avevano creato una Civiltà d’amore intorno agli orti condivisi e alle comunità locali resilienti e virtuose, in cui i dogmi e la violenza su uomini e animali erano banditi, la libertà di culto e di espressione indiscussa, la Madre Terra sacra, e cosí la Vita, in tutte le sue manifestazioni. Civiltà brutalmente annientata con il ferro e con il fuoco, da sedicenti cristiani infettati dall’Anticristo.
Lo sapevano anche i Francescani Spirituali, che per seguire fedelmente gli insegnamenti di Frate Francesco e non rinunciare a povertà e vegetarianesimo, scelsero il martirio.
Lo ha scoperto Faust, alchimista e cercatore di verità e bellezza, protagonista della celeberrima opera di Goethe, quando ha osato evocare lo Spirito della Terra, e si è trovato innanzi la Potenza Solare del Christo Logos. Ad esso Faust vorrebbe sentirsi uguale, ma dallo Spirito viene ricacciato al proprio modesto livello:
«Tu somigli allo spirito soltanto
che in te stesso comprendi. Non a me!»
E lo Spirito prosegue, definendosi con queste mirabili parole:
«Nei flutti del mondo viventi,
nel tempestar degli eventi,
io salgo e discendo,
tessendo tessendo tessendo.
Nascita e morte. Infinita
vicenda. Un eterno mare.
Un alterno operare.
Un rútilo fuoco di vita.
Io tesso al telaio ronzante del tempo
la tunica viva di Dio».
Negli antichi mulini, la pietra recava incisa una Croce, che ricordava la sacralità del grano e del pane, che ne eredita la Forza Vitale. Ogni frutto della terra è il Corpo e il Sangue di Christo, della Potenza discesa dal Sole Spirituale per noi. Ogni volta che piantiamo un seme o raccogliamo un frutto, una spiga, compiamo un atto sacro, e ricevere il cibo deve essere sempre un atto colmo di gratitudine.
Nell’epoca del ritorno del Christo Eterico, la Civiltà nata in nome di Christo Re o Gesú Maestro (versioni distorte dell’originale, create a immagine e somiglianza dei membri di Chiese e Aristocrazie asservite agli Ostacolatori), precipita verso gli abissi dell’autodistruzione a folle velocità, tentando di trascinare con sé ogni suddito e distruggendo tutte le meraviglie del Creato.
Urge piú che mai che quanti sono consapevoli del pericolo e della gravità del momento, siano pronti, vigili e organizzati, perché i semi e le conoscenze vanno salvati, per ricostruire una Nuova Civiltà. Quella dei Nuovi Catari, che proteggono e ripristinano la purezza e la salubrità della Madre Terra, della Vita in ogni sua forma, del cibo sacro coltivato e condiviso con amore, dell’Anima priva di brame e odio.
Un giorno non lontano, quel che resterà del genere umano guarderà con sgomento e incredulità agli orrori di cui oggi tutti ci macchiamo, e vorrà fare ammenda, disintossicato dai veleni esteriori ed interiori che ci inquinano in questo ultimo colpo di coda del Regno del Male.
Perché il prezzo del Sangue, dono divino, versato come sacrificio sull’altare mefistofelico del godimento, della gola, dell’egoismo, della vanità, dell’orgoglio, della brama di possesso, lo pagheremo tutti insieme, come sempre nella Storia del Mondo. Il Sangue innocente e le sofferenze atroci dei nostri fratelli animali negli allevamenti e nei macelli, ricadrà su tutti noi.
Il terrore, il dolore e il sangue dei piccoli embrioni e feti umani smembrati vivi nel ventre materno costituiscono una colpa inemendabile di tutti gli esseri umani presenti sulla Terra, e ne sono un atroce contrappasso le guerre, il cui sangue e dolore tutti dobbiamo pagare.
Il saccheggio, la devastazione e la mortificazione della Terra, Madre e dimora di noi tutti, e degli Esseri Elementari che per noi la custodiscono, è la colpa piú grande: perché è il Tradimento della Vita stessa e della sua scaturigine, la Riserva Aurea cui dobbiamo tutto.
Scegliere la Vita, scegliere il rifiuto del Regno del Male, la Rinuncia alle sue lusinghe consumistiche, ritornare a coltivare il cibo con le proprie mani con gratitudine e consapevolezza, in armonia con tutte le creature, contemplare e meditare immersi nel Regno Sacro degli Esseri Elementari, è un passo da compiere al piú presto, e chi è ancora avviluppato nelle spire di questo Sistema in decomposizione può farlo anche gradualmente, portando poi nella lotta e nella follia della giungla metropolitana un seme di rinascita e di speranza.
«Tutto fiorisce nel fatidico e diviene natura, paradiso: il sogno è realtà, la potenza d’Amore è il massimo slancio del volere. Ma l’umano ancora non è umano. …Occorre essere eroi per essere il piú vicini possibile al Christo, Lui = gli Dei, il Tutto divino, il centro del Tutto, che è ovunque, Lui. La profondità è l’altezza, la discesa è la forza della riascesa ritrovata. Oggi è festa nell’ètere, nella comunione delle anime. …Questa è azione del Sole, come secondo la Tavola di Smeraldo, ma per virtú di forze presenti, folgoranti, attuali. Non c’è passato, perché tutto ciò che è all’origine vive ora, perenne». E se ce lo dice Massimo Scaligero, possiamo crederci (www.larchetipo.com/accordo).
Il Paradiso è già nelle nostre mani e dentro di noi, come nel Cuore della Madre che ci dona la Vita!
Shanti Di Lieto Uchiyama