La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaÈ tornato il caldo e di nuovo frequento i miei cari boschi. Vorrei fare una domanda: cosa avviene all’essere elementare di un albero quando recido un ramo? Steiner dice che distruggendo la natura si espellono esseri elementari (vedi Ernst Hagemann in Etere cosmico, esseri elementari e regni di natura) il che mi fa pensare che recidendo un ramo l’elementare se ne vada e il ramo non conservi l’essenza dell’albero. Tuttavia Verena Stael von Holstein in Cosa ci dicono gli esseri elementari riferisce che Müller, l’elementare della casa, afferma che se da un albero se ne fa una trave, l’elementare rimane unito alla trave finché non si decompone. Nello stesso libro è detto che le querce, essendo alberi di Marte, proteggono, creando un vero e proprio campo spirituale attorno all’albero, da entità inferiori come fantasmi, spettri e demoni. Visto che ho creato e creo molti bastoni da passeggio e da montagna, avevo l’idea di farne uno con un ramo di quercia, per essere anche piú protetto quando cammino per i boschi. Però questo funziona? È sufficiente che il legno sia lo stesso o deve essere reciso con modalità che ne conservino la natura protettiva? La linfa si ritrae dopo il taglio, con essa svanisce anche la sua virtú spirituale? Queste dinamiche del mondo eterico sono per me molto interessanti. 

 

E. T.

 

Gli esseri del mondo elementare accompagnano ogni attimo della nostra vita, in maniera invisibile ma molto attiva. Il fatto che non si rendano palesi finché non conseguiamo la visione eterica, è stato stabilito dalla Divinità come protezione per noi, perché non tutti gli esseri elementari sono positivi e benevoli, e inoltre il percepirli potrebbe interferire con la nostra autonomia di azione e di giudizio, facendoci compiere o evitare una particolare condotta per la reazione che potremmo causare ad essi. Quando però, attraverso gli esercizi e il relativo sviluppo interiore conseguito, possiamo entrare in contatto con questi esseri, vedendo la reazione che ogni nostro gesto causa alla natura che ci circonda, sapremo anche comportarci nel giusto modo nei loro confronti, senza per questo inficiare la nostra libertà. Quanto alla protezione, non sarà un bastone di quercia piuttosto che quello di nocciolo a influire in maniera determinante sulla bontà dei passi che compiremo nel passeggiare per i boschi.




letterinaSulla spiaggia, dove resto per qualche ora al giorno insieme ai miei bambini, vedo scene che mi fanno capire quanto la gente non si renda conto del proprio fisico, esibito in maniera fastidiosa, soprattutto quando si tratta di persone avanti con gli anni, o debordanti dal costume, che non si rassegnano a coprirsi, non tanto per decenza quanto per cattivo gusto. Mi domando se è il caso a volte di farlo capire, magari con qualche battuta, o devo rimanere in silenzio… 

 

Eleonora T.

 

In effetti, il buon gusto e la decenza non sono da tutti, ma dobbiamo comunque essere indulgenti con gli individui meno fortunati, che non hanno un aspetto gradevole o lo hanno avuto e non si rendono conto del tempo trascorso. Proviamo a pensare che forse quelle persone, le cui nudità troviamo poco gradevoli, hanno passato un inverno di dolori alle ossa, e tentano con il sole di incamerare quanto piú calore possibile, per evitare il ripetersi di quelle sofferenze nell’inverno che verrà. E ad un po’ di sana compassione possiamo aggiungere l’esercizio del­l’assenza di giudizio.




letterinaCome renderci autonomi rispetto ai richiami alla sessualità nelle immagini che ci circondano ovunque, nella pubblicità, nei film, alla televisione, nei libri che vengono pubblicati e che vincono persino premi prestigiosi, nei discorsi che ci vengono rivolti nella vita quotidiana, nelle battute scherzose ma sempre capziose? E come, in tutto questo, riuscire a superare, e a far superare all’altro, l’istintività nel rapporto di coppia? Come procreare dei figli in maniera libera e sana? 

 

Adele d. B.

 

Potremmo dire, in maniera poetica, che l’amore purifica tutto. In realtà, è piuttosto una questione di chiarezza di pensiero. Si tratta di avere un’autonomia di pensiero rispetto alla donazione di sé all’altro. Si dice infatti che i figli migliori nascono quando i due sono talmente abituati all’unione fisica, che non mescolano all’atto proiezioni immaginative. Allora può avvenire che ci sia quella calma e anche la capacità di non intellettualizzare il rapporto. In effetti, oggi c’è un grande richiamo all’eros nella letteratura, nei media, nel costume, nel linguaggio, e questo crea una serie di rappresentazioni che ne vedono solo la parte che possiamo chiamare illusoria, la parte superficiale, che agisce con quella immediatezza che è il contrario della coscienza. L’uomo della nostra epoca si trova in una situazione molto diversa da quello dell’epoca antica, per il fatto che la sua cerebralità è divenuta il fondamento della sua vita psichica, non ha indipendenza dalla vita dell’istinto. Il pensiero materialistico, positivistico, non conosce trascendenza, è l’espressione di una soggezione della coscienza all’essere fisico-sensibile, per cui si vive soprattutto di sensazioni. Però sappiamo che proprio in questo pensiero cosí devitalizzato esiste la possibilità di recupero della giusta naturalità. Si tratta di liberare, attraverso la disciplina interiore, la zona che giace piú profondamente in noi, quella che richiama le forze piú alte del cosmo, che collaborano all’incarnazione di un essere umano. Dobbiamo sempre ricordare che ogni incontro con l’altro sul piano fisico è contemporaneamente anche un incontro sul piano dello Spirito. Nel libro Filosofia della Libertà Rudolf Steiner parla della percezione pura e della presenza dell’Io alla percezione: si tratta allora di non farsi vincere da automatismi senzienti, ma attingere a quella forza creativa che possiamo far risuonare in noi. Il rispetto profondo verso l’altro ci permette di incontrare, insieme al fisico, anche la sua anima e quella poesia che ha fatto inizialmente nascere il rapporto. In quest’epoca di dipendenza da ogni sorta di istintività, è necessario portare nella storia umana una forza di disincantamento dalle spire del serpente. Ne nascerà una generazione, come è scritto nella domanda, piú libera e sana, e quindi piú adatta a portare avanti una civiltà che sembra oggi ripiegare su se stessa.




letterinaSono arrivato a pensare che l’uomo di oggi non voglia salvarsi e salvare la Terra su cui abitiamo, e progetta quindi conquiste spaziali per colonizzare nuovi pianeti e impiantarvi insediamenti per sfuggire dall’inquinamento che finirà col sommergerci. Mi chiedo: arriveranno aiuti da altri mondi per farci ragionare un po’ meglio? 

 

Arduino

 

Come Rudolf Steiner ci ha confermato, nell’universo ci sono molti altri mondi abitati, e su di essi altre umanità che hanno sviluppi piú avanzati o piú arretrati del nostro. Ma non sono loro a doverci aiutare: l’uomo, con l’intelligenza di cui è stato dotato dalle Gerarchie, con il sentimento che lo illumina e la volontà che sa mettere in atto quando lo ritiene necessario, deve trovare in sé la forza di invertire la rotta di disfacimento del proprio territorio esterno come della propria devastata interiorità. Che ognuno inizi da se stesso, e l’aiuto del Mondo Spirituale, che mai ci è mancato, attraverso i Maestri e le grandi Guide spirituali, come sempre arriverà.