Ho molte volte spiegato come, al principio dell’epoca moderna, dovesse sorgere la concezione copernicana del mondo e come essa sia giustificata, profondamente giustificata. È vero che noi stiamo di fronte a questa concezione con sentimenti alquanto diversi rispetto al mondo esterno. Perché se si considerano i sentimenti con i quali il mondo esteriore sta di fronte ad essa, non si trova quasi altra opinione che questa: «Già, il medioevo e l’antichità erano sciocchi, mentre noi siamo diventati intelligenti; e quando il medioevo e l’antichità erano sciocchi, credevano che il sole si muovesse e costruirono ogni sorta di cicli ed epicicli – la concezione tolemaica del mondo – e a questi credettero poi, accettando i moti dei corpi celesti quali apparivano agli occhi». In un certo senso, ciò è persino giusto per il medioevo, e specialmente per il tardo medioevo, quando già era avvenuta una certa confusione in ciò che si era formato come concezione tolemaica. Ma la concezione del mondo tolemaica in origine era ben altro; era una parte dell’antica rivelazione originaria primordiale; si era introdotta nelle anime umane per la via degli antichi Misteri e non certo attraverso la mera visione esteriore; si fondava dunque sulla rivelazione.
I tempi nuovi ruppero con quella rivelazione e si posero la domanda: «Come dobbiamo guardare il cielo per imparare a conoscerlo con i suoi moti?». Copernico tentò anzitutto di eseguire dei calcoli; fece un semplice calcolo sui moti dei corpi celesti per poi mostrare che le situazioni calcolate si accordavano realmente con la posizione degli astri. Cosí, per via di calcolo, scoprí il suo sistema copernicano, stabilí le tre leggi, che si possono trovare nelle sue stesse opere, sui moti dei corpi celesti in relazione con la nostra Terra. Di queste tre leggi se n’è tralasciata una, e da ciò è derivata l’odierna, confusa concezione copernicana, che non è quella di Copernico stesso. La terza legge era scomoda, ecco perché la si tralasciò! Perciò colui che oggi impara a conoscere la concezione copernicana soltanto dai manuali d’uso, non conosce affatto le vedute di Copernico.
… Cosí nacque la moderna astronomia, la moderna astrofisica, scienza basata totalmente sul riassumere in legge i dati dell’osservazione; vale a dire si volle spiegare il cielo mediante l’osservazione del cielo. Che cosa ci può essere di piú naturale? Sarebbe un pazzo – cosí deve pensare l’uomo moderno – chi volesse conoscere il cielo altrimenti che attraverso l’osservazione. È perfettamente naturale, non vi pare? E tuttavia ciò non è giusto, è una delle grandi illusioni; è un modo di vedere che cambierà totalmente nel futuro. Anche nel futuro, e assai piú di adesso, si interrogherà il cielo; si vorrà conoscere i moti dei corpi celesti e ciò che in essi vive e tesse; si leggerà, si studierà accuratamente il cielo; ma si saprà una cosa che ancora oggi non si sa e che appare del tutto paradossale all’uomo d’oggi; e cioè che nulla si apprende intorno al cielo attraverso l’osservazione. Il metodo piú falso per imparare a conoscere il cielo e i suoi moti è quello di osservarli, come si fa oggigiorno. Sto dicendo una follia, non è vero? Si osserverà il cielo, lo si osserverà in modo sempre piú penetrante, e ci si farà rivelare da esso i suoi misteri.
Ma che cosa sveleranno questi misteri in un lontano avvenire? Sveleranno ciò che accade qui sulla Terra. Questo riveleranno. Si investigherà di certo il cielo, ma da ciò che vi si ravviserà, si spiegherà come crescono le piante sulla Terra, come vi nascono gli animali, come si forma tutto ciò che vive e si muove sulla Terra. Su tutto ciò getterà luce quel che rivelerà il cielo. A nessuno verrà piú in mente di interrogare il cielo per il cielo, ma lo si interrogherà per trovare la spiegazione dei fenomeni sulla Terra. E le leggi piú importanti che si scopriranno studiando il cielo serviranno a svelare i segreti della vita terrestre. L’antica astrologia, di cui oggi ben poco si conosce nel suo significato primitivo, e che è divenuta in massima parte dilettantismo, persino ciarlataneria, risorgerà in forma del tutto nuova. Dai moti delle stelle e dalle leggi degli spazi celesti si cercherà di leggere non soltanto i destini terrestri, ma si spiegheranno le leggi della vita terrestre, ciò che vive e tesse dalle leggi dei corpi celesti. Non si riuscirà a sapere perché il sale si cristallizza in cubi, perché il diamante si cristallizza in ottaedri e cosí via, finché tutto ciò che ha forma qui sulla terra non si spiegherà con le posizioni degli astri. E non si apprenderanno i segreti della vita degli animali, delle piante, degli uomini, come segreti della vita, finché non si trarranno le spiegazioni di ciò che vive e tesse sulla Terra dai movimenti dei corpi celesti, di cui la vita è effetto. Studiando il cielo si spiegherà la Terra.
Rudolf Steiner
Tratto da: La Scienza dello Spirito e il Faust di Goethe – 20 agosto 1916 – O.O. N° 272.