Transito di stagione

Poesia

Transito di stagione

Transito di stagione

I diruti castelli degli amori

consumati in voraci frenesie,

labili giochi di sopravvivenza,

lasciano sulla terra i rocchi gialli

del grano che nutrí di sogni il cuore,

abile mestatore di speranze.

E fu l’estate, la passione, il fuoco.

Ora il tempo declina alla cadenza

dei tamburi di voga, stanno ai remi

i forzati del vivere, si estinguono

gli ultimi ardori delle reste, esalano

incensi di preghiere alle remote

divinità recluse in tabernacoli

interdetti ai fescenni adoratori

del carpe diem. La stagione muore

lasciando tra le stoppie una residua

pietà di chicchi, un’ultima risorsa

esorcizzante il vortice che ingoia

ogni dolce memoria, la preziosa

gioia del sangue, eterizzato ai palpiti

del darsi senza calcolo e misura.

Ora è tempo di indugio, sul crinale

un versante con l’ombra dei rimpianti,

l’altro con vaghi accenni di chiarore.

Erige a nuovo i suoi castelli in cielo,

mai stanco, mai deluso di sognare,

di farsi dono illimitato, il cuore.

 

              Fulvio Di Lieto