Le forme pensiero in musica e l’estasi mistica nella sinestesia di Scriabin
Una tale scelta di Pensiero è proprio la caratteristica principale di tutta la scuola del pensiero controcorrente che fiorisce nel primo ventennio del XX secolo, dalla fisica alle arti in genere dove il Manifesto Futurista di Balilla Pratella del 1911 invoca proprio la possibilità di superamento delle “strutture” para-logiche e para-estetiche alle quali la mente umana rischiava di cedere l’assoluto controllo a discapito della ricerca della “armonia globale” e fluida entro la quale l’uomo, se pur non cosciente, opera.
Un tale moto di pensiero non poteva non sconvolgere anzitutto il campo dove il metafisico, se pur apparentemente, veniva preso in considerazione: la Religione.
Per un moto globale di coscienze accade improvvisamente qualcosa che travalica prepotentemente, e a giusta ragione, la struttura piú che consolidata della pratica religiosa occidentale; nasce l’urgenza di qualcosa che superi l’algida concettualità della strutturazione metafisica in nome di un rapporto diretto, autonomo, spiritualmente scientifico con l’ordine del metasensibile; in poche parole vede la sua alba il superamento dell’agguerrita opposizione tra il pensiero scientifico, con tutte le sue implicazioni di conoscenza, e il pensiero spirituale.
A ben ricordare, è proprio uno dei personaggi piú affascinanti della nostra storia, Federico II, che, compresa in senso esoterico la natura piú profonda del Cristianesimo, si mise alla ricerca delle fondamenta orientali di tale corrente, scoprendo con fare da Iniziato la terra di mezzo della coscienza umana, ove la remota coscienza sognante e veggente dell’Oriente si unisce alla lucida coscienza dell’Io occidentale, gettando cosí le basi già nel XIII secolo alla esplosiva nascita di un lucido Pensiero che abbattesse qualsiasi barriera, peraltro eccellente fonte di potere per le classi moderne, tra il sensibile e il metasensibile.
Se infatti nei secoli seguenti l’alchimia e altre pratiche di ordine esoterico verranno bandite quali eretiche o antiumane perché magiche, questo non impedisce a tale germe di pensiero ormai nato di progredire verso una giusta affermazione.
Nel XX secolo, conseguenza anche della ricerca della fisica moderna, le “strutture” fisse e fonte di sicuro potere vengono gradatamente messe in discussione da un pensiero anarchico, il quale già dal suo nascere vede grandi difficoltà esistenziali a causa della sua caratteristica essenziale di Libertà e Autonomia.
Le scuole spirituali occidentali di corrente cristiana si avvicinano alle pratiche mediatiche orientali; nasce, sin dalla fine del XIX secolo, una Società globale del tutto rivoluzionaria: la Società Teosofica.
Lo sguardo dei grandi occhi di Helena Petrovna Blavatsky tradisce lo spirito di una donna che avrebbe segnato un fondamentale cambiamento nell’indirizzo del pensiero nel nuovo secolo e avrebbe rappresentato un trampolino di lancio per le grandi menti a venire, e la nascita ad opera sua e di altri collaboratori della Società Teosofica è ben descritta nell’opera Nineteenth Century Miracles, della scrittrice americana E. Harding Britten che cosí scrive: «Un movimento di grande importanza è stato inaugurato a New York per iniziativa del Colonnello H.S. Olcott, che ha organizzato un’associazione con il titolo di “Società Teosofica”. L’idea è nata durante la riunione del 7 settembre nel salotto di Madame Blavatsky, dove un gruppo di diciassette signori e signore si erano riuniti per incontrare l’architetto George Felt, di cui la scoperta dei simboli geometrici della Cabala egizia si può considerare tra le piú sorprendenti scoperte dell’intelletto umano. …I presenti erano persone di vasta cultura e prestigio. …Durante la pausa della conversazione, il Colonnello H.S. Olcott prese la parola, e dopo aver brevemente esposto l’attuale situazione del movimento spiritualista, l’atteggiamento degli antagonisti materialisti e l’inconciliabile conflitto tra Scienza e Religione, disse che il carattere filosofico dell’antica Teosofia è in grado di conciliare l’antagonismo esistente. …Il Colonnello H.S. Olcott allora propose di formare un nucleo intorno al quale riunire tutte le anime illuminate e coraggiose disposte ad operare assieme per raccogliere e diffondere tale conoscenza. Il suo piano consisteva nell’organizzare un’associazione, costituire una biblioteca e diffondere le informazioni riguardanti i segreti della Natura, noti ai Caldei ed Egizi ma sconosciute al nostro mondo moderno della scienza».
I presenti approvarono la proposta, elessero il Colonnello H.S. Olcott quale Presidente e incaricarono due avvocati presenti di redigere lo Statuto, che si ispirava alla Costituzione Federale degli Stati Uniti e alla Società Britannica di Geografia. Dopo settanta giorni e varie riunioni preliminari, il 17 novembre 1875 proclamarono la fondazione della Società Teosofica al “Mott Memorial Hall” di New York, Madison Avenue 64, con il discorso inaugurale del Colonnello Olcott e con i seguenti scopi dichiarati:
«Gli scopi della Società sono:
- Formare un nucleo della Fratellanza Universale dell’Umanità, senza distinzione di razza, credenza, sesso, casta o colore.
- Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze.
- Investigare le leggi inesplicate della natura e i poteri latenti nell’uomo».
È evidente da tali punti come questa corrente di pensiero ritenesse necessario l’abbattimento radicale di tutte le logore strutture sublogiche del materialismo corrente in nome del ritrovamento di quanti si consideravano i “Grandi Maestri Invisibili”, sempre operanti nell’evoluzione umana e portatori all’uomo di facoltà che, se nel tempo Egizio-Caldaico erano a perenne disposizione dell’uomo, nell’epoca moderna si ritrovavano in uno stato di pericolosa latenza.
Nei primissimi anni del XX secolo aderirà alla Società, diventandone Presidente della Sezione tedesca, anche un altro fondamento del pensiero umano moderno, Rudolf Steiner, il quale poi se ne staccherà per fondare la Società Antroposofica Universale, come avremo modo di analizzare piú oltre.
Primo obiettivo del pensiero teosofico è riportare gli individui alla coscienza di una provenienza cosmica, rinnovare nella coscienza la latente memoria della sostanza cosmica di cui si è composti, e tale punto si ricollega in modo eccellente alla questione della sostanzialità eterica affrontata nella trattazione precedente: il principio del suono originario, la sostanza che tutto pervade e di tutto conserva la memoria, e che apre le porte alle facoltà piú latenti nell’uomo.
Tali facoltà riguardano la capacità dell’individuo di superare, in un certo qual modo, se stesso, ovvero dare fondo alle forze che non appartengono piú solo alla sfera del corpo fisico, e dunque alla sfera psico-fisica, ma regnano oltre la condensazione della materia, e, di piú, sono a capo proprio dell’organizzazione degli eventi materiali.
Si potrebbe, in poche parole, dire che tutto questo ha a che fare con la Magia, e questo sarebbe possibile se si restituisse al termine “Magia” il suo piú remoto significato, ovvero di un’azione che, conoscendo le leggi di formazione della materia, interviene per modificare lo stato di un evento sensibile. Un tale processo era operato dai piú antichi “Magi”, i sacerdoti Zoroastriani, in modalità assolutamente naturale, e dunque priva di qualsiasi forma di perversione o egoismo, ed è solo l’evoluzione della coscienza umana che, divenendo sempre piú autonoma e visibile a se stessa, se da un lato ha avanzato la discesa dell’impulso cosmico dell’Io, dall’altro ha donato all’uomo la libertà di poter votare la propria esistenza al soddisfacimento senza freni delle brame piú remote dell’ego, investendo la Magia di un tratto del tutto nuovo e, in verità, temporaneo, trasformandola in un illegale mezzo per il raggiungimento di appagamenti personali a spese di altri individui.
Difatti la medianità, ovvero l’azione magica incosciente, non è considerata dalle moderne scuole esoteriche – dalla Società Teosofica a quella Antroposofica e oltre – un mezzo di conoscenza, proprio perché manchevole della presenza cosciente dell’Io.
Se potessimo spogliare la Magia e il termine “esoterico” da secoli di contrasti da parte delle potenze religiose, in particolar modo cattoliche e para-cattoliche, impaurite dalla possibilità che l’uomo si avvedesse da un giorno all’altro di essere parte di un processo cosmico nel quale la discesa del Christo è un evento del tutto indipendente dall’appartenenza e dall’osservanza di dogmi o altro, allora tutto si rivelerebbe davvero magico, per il semplice fatto che anche una scoperta scientifica, nel senso ordinario, presuppone la partecipazione di una parte dell’uomo per nessuna ragione indagabile con i medesimi mezzi adoperati per la scoperta in questione!
Ebbene, la Società Teosofica si pone proprio questo: il rinnovamento della visione esoterica lucida e posta alla luce della coscienza, ed un tale obiettivo sarà poi in seguito accolto e portato ai piú alti vertici di purezza dalla sapiente chiaroveggenza di Rudolf Steiner.
Helena Petrova Blavatsky, persona dalle mille capacità e peraltro abile pianista, si inserisce ovviamente in un processo cosmico che, presupposta l’esistenza di qualcosa che trascenda la realtà fisica cosí come si presenta all’immediato occhio umano, inevitabilmente coinvolge l’interezza dell’evoluzione umana, investendo tutti i campi di applicazione dell’Intelligenza; come già detto in precedenza, gli anni che vanno dalla fine del XIX secolo al primo ventennio del XX rappresentano un incredibile desiderio di obiettività nella conoscenza umana, desiderio che si traduce nell’immediato in una rottura decisiva con gli schemi, le formule, le incancrenite strutture mentali che si stavano oramai cristallizzando nel pensiero umano.
Come dunque già detto, dall’esoterismo alla fisica, dalla matematica alle arti, dalla filosofia alla psicologia (che peraltro in quegli anni vedeva la nascita di un importante Istituto di Metapsichica a Parigi ad opera del dottor Rocco Santoliquido, medico di origini napoletane coinvolto in ricerche di ordine esoterico) nasce un improvviso desiderio di collaborazione, unione e ricerca. La Musica occupa un ruolo particolarmente predominante in tutto questo processo. D’altro canto, Richard Wagner aveva gettato pochi anni prima le basi per la fusione delle Arti secondo il piú alto spirito del pensiero e della espressione artistica dell’antica Grecia, professando il raggiungimento di una unione dell’individuo con gli eventi cosmici circostanti.
Alexander Scriabin, musicista contemporaneo di Helena Blavatsky, avendo preso in considerazione, sin dalle sue prime produzioni, l’idea di compiere attraverso la musica un percorso che svelasse le realtà piú remote della vita umana, si avvicinò ben presto alle idee della Teosofia, trovando nella sua cosmogonia un esempio perfetto di espressione del microcosmo musicale da lui adoperato e volto alla riproduzione del mondo spirituale umano e dei suoi eventi.
In una lettera al suo amico Sabaneev, Scriabin dice «La musica è il sentiero della rivelazione. Non puoi immaginare quale potente metodo di conoscenza essa sia! Se tu soltanto sapessi quante cose ho capito attraverso la musica! Tutto ciò che penso e che dico, lo apprendo dalle mie composizioni». Ebbene, l’arte dei suoni è per Scriabin mezzo prediletto per l’ingresso negli eventi metasensibili, e peraltro è portatrice della potenza originaria della nascita della vita.
Dagli studi teosofici e da una predisposizione personale nasce nel giovane Scriabin una idea alla quale lavorerà per il resto della sua vita: il Mysterium
Il pensiero teosofico, e il pensiero antroposofico in seguito, hanno alla base del loro nascere il principio del collegamento di tutte le fasi evolutive dell’uomo, dalla presenza nel cosmo in forma di puro Spirito alla condensazione in materia. Il Mysterium è proprio la trasposizione meta-teatrale dell’incommensurabile processo cosmico, ed è, per dirla con un grande musicista e studioso di misteriosofia contemporaneo, Alessio di Benedetto: «Un imponente lavoro che doveva affrontare, attraverso sette giornate, o episodi (Eptalogia), la Cosmogenesi e l’Antropogenesi in una prospettiva multimediale nella quale realizzare una fusione totale, non soltanto di tutte le arti tradizionali, bensí anche della “seduzione dei sensi”, dei profumi e delle luci, secondo una visione radicalmente misteriosofica ed esoterica» (A. di Benedetto, Atto Preliminare, Ed. Carisch).
Prima di tirare le somme del nostro discorso e unire fra loro quanto detto sino ad ora della Teosofia e il discorso sulla substanzialità eterica, è bene sottolineare una delle piú importanti novità che il pensiero teosofico prima e quello antroposofico poi porteranno alla luce: se nella maggior parte delle pratiche religiose occidentali tutta la simbologia oscura e rappresentante le entità piú “malefiche” del mondo spirituale era tenuta in totale segreto al pubblico dalle piú alte caste ecclesiastiche – le quali, per di piú, incitavano all’assoluta lontananza dalla conoscenza di queste – nelle nuove correnti di pensiero è proprio l’autonoma e diretta conoscenza dei princípi opposti, costituenti la vita sovrasensibile umana, a rappresentare il piú nobile scopo dell’individuo.
Dunque non piú un Arcangelo Michele “buono” e un Lucifero “cattivo”, ma un Michele che combatte l’ignoranza profonda del Drago e un Lucifero che con la sua caduta permette all’uomo di avere un corpo fisico, fondamentale all’evoluzione dello Spirito cosmico, purché, e qui risiede l’Intelligenza del “discepolo spirituale”, si comprenda con grande equilibrio e giusto peso la natura di ogni Entità, giocando ad un abile equilibrio di forze opposte ma tessenti una medesima trama di vita. Una tale visione non poteva che essere boicottata e tacciata di imperdonabile eresia dal potere ecclesiastico, il quale considerò dapprima la Teosofia e poi l’Antroposofia (pur fondandosi quest’ultima sulla piú profonda meditazione dell’Entità cosmica del Christo) del tutto incompatibili con la fede cristiano-cattolica.
Ma quale piú potente idea che la partecipazione degli opposti al tessuto umano per un musicista quale Scriabin? Già da Richard Wagner i tessuti armonici erano giunti a un grado di fluidità ed evoluzione che porta molti passi delle sue opere ad essere, inspiegabilmente, dei fotogrammi cosmici di potenza non misurabile e non analizzabile. Presupposta l’esistenza di una meta-sostanza, alla quale diamo il nome del tutto transitorio di Etere, e presupposto che questa meta-sostanza sia sede di perenni eventi spirituali in relazione con la vita fisica umana, l’accordo del Tristano, ad esempio, è sí un abile parto di una mente musicale non comune, ma è in particolar modo il risultato sonoro dell’incontro dell’intramontabile presenza eterica dei due amanti nella coscienza dell’uomo Richard Wagner, il quale partecipa con la sua parte piú sottile alla Forza di un tale incontro, e dona all’evoluzione umana, attraverso il parto di un brano musicale, la possibilità di rinnovare l’incontro degli amanti ad ogni esecuzione della sua musica!
Volendo eccedere con le considerazioni, l’accordo del Tristano può essere il rivolto dell’uno o dell’altro accordo, può essere enarmonico o non, può essere tutto e il contrario di tutto, da un punto di vista essenzialmente analitico, perché esso è piú semplicemente il parto di un evento metafisico reale, piú potente e trascendente ogni considerazione analitica, degna peraltro del massimo rispetto.
A questo punto siamo in grado di collegare il nostro discorso sull’Etere con il pensiero teosofico e introdurre un argomento che chiarirà l’essenza del progetto scriabiniano di metateatro: le Forme Pensiero e il Corpo Mentale.
Rivoluzionaria è la metodologia con la quale la Teosofia analizza tematiche a quei tempi spesso relegate a semplici credenze, trattando la sostanza del metasensibile al pari di una sostanza densa. A questo proposito è bene riportare un passo dal testo di Annie Besant, presidente della sezione inglese della Società Teosofica, peraltro in stretti rapporti con Scriabin, riguardo alla sostanza eterica del Mentale: «Il mentale è, dal lato della vita, manas, e manas è il riflesso, nella materia atomica del terzo piano, il piano mentale. …Denominiamo questa materia, secondo la sua natura e il suo impiego, sostanza mentale o sostanza-pensiero, che costituisce quella gran regione dell’universo che interpenetra la materia astrale e fisica. …Il corpo mentale è composto di sostanza-pensiero appartenente alle quattro piú basse suddivisioni del piano mentale, che corrispondono all’etere inferiore e agli stati gassoso, liquido e solido della materia sul piano fisico. …Comprendere e applicare le leggi di evoluzione e di accrescimento dei differenti stadi del corpo mentale, significa trasformare la lenta evoluzione della natura nel rapido progresso dovuto all’intelligenza auto-determinantesi».
La Besant, con fare del tutto anarchico e rivoluzionario, determina con questo passo la possibilità da parte dell’uomo di penetrare con diretta conoscenza le Leggi universali d’evoluzione macrocosmica, al fine (doveroso!) di dare vita all’oltre-uomo nietzschiano in grado di superare se stesso e donare la propria intelligenza autodeterminante all’evoluzione globale!
Scriabin sente tutto questo profondamente, e comprende che l’azione del musicista deve essere un’azione di esplorazione cosciente del sovrasensibile, e non piú sognante come in tutto il tardo romanticismo, denso comunque di nobile spiritualità, ancora accadeva.
Ma allora, in che modo il concetto di Forma Pensiero si introduce in tutto questo?
Spogliando del tutto il discorso dal rischio di proiezioni concettuali inutili, la Forma Pensiero può essere descritta come una massa nebulosa eterica formantesi nel raggio dell’individuo pensante a seguito di un determinato pensiero o sentimento o rappresentazione; posto che, con un piccolo sforzo della volontà anche da parte del soggetto piú razionale, non è difficile ammettere che la sede del pensiero e delle implicazioni psichiche ad esso correlate non possa essere il solo cervello, possiamo eleggere certamente un corpo mentale che pulsi di sostanza eterica (e mai sarà sufficiente ripetere che, per quanto si tratti di meta-sostanza, essa non va liquidata con una semplice rappresentazione interiore, ma va osservata nella sua piú profonda realtà e sostanzialità, pur trascendente) e che, al pari della sostanza fisica del cervello che nell’atto del pensiero si occupa dell’emanazione elettrica nell’ambito del corpo fisico cosciente, propaghi onde eteriche a seguito del nascere di un pensiero nella coscienza dell’individuo.
Tali onde, di forma e colore rispondente alla natura del pensiero in questione, si aggregano in modo da formare corpi di sostanza-pensiero eterici, i quali, in ambito fisico-elettrico, producono una particolare concentrazione elettromagnetica che sin dai primi anni del ‘900 è stata studiata e ha portato alla nascita di apparecchi elettronici quali la camera Kirlian, messa a punto dall’omonimo scienziato nel 1939, la quale, sfruttando il passaggio di corrente ad alta tensione in una lastra fotografica, sensibilizza la stessa lastra alle piú fini vibrazioni con effetti sorprendenti.
La Forma Pensiero è quindi un corpo vivo, reale e capace di influire, a seguito della sua propagazione eterica, su altri individui coscienti. Nel suo saggio Scienza e Fede Rocco Santoliquido si chiede cosa avverrebbe se ad un tratto l’uomo si avvedesse del fatto che ogni pensiero intenso prodotto dalla coscienza pensante, dal piú contorto al piú limpido (e proviamo ad immaginare quante contorsioni produce la nostra coscienza quotidianamente…) genera un corpo sottile di sostanza-pensiero, che sosta per un tempo non ben definito nella sostanza eterica, investendo le coscienze di altri individui.
La domanda è piuttosto interessante!
Annie Besant nel testo Le Forme Pensiero descrive in questo modo l’azione delle irradiazioni delle Forme Pensiero: «Le vibrazioni irradianti di cui abbiamo parlato or ora, come tutte le altre in natura, diventano sempre meno potenti man mano che si allontanano dal centro produttore; è però anche probabile che questa potenza vari proporzionalmente al cubo della distanza invece che al quadrato, a causa dell’intervento di una nuova dimensione. Come tutte le altre vibrazioni, queste tendono a riprodursi ogni qualvolta se ne presenti l’occasione; quando poi vengono a contatto con un altro corpo mentale, hanno la tendenza a farlo vibrare all’unisono con loro. Vale a dire che – dal punto di vista dell’uomo il cui corpo mentale è toccato da queste onde – esse tendono a produrre nella sua mente pensieri del medesimo tipo di quelli che occupavano la mente del pensatore che emise le onde in questione. …È chiaro, dunque, che chiunque abbia pensieri di carattere elevato fa, sia pure a sua insaputa, lavoro di propaganda».
La domanda di Santoliquido trova dunque facile risposta: nel caso in cui si svegliassero i nostri sensi sovrasensibili, potremmo osservare enormi masse di energia radiante intorno a noi
dai colori e dalle fattezze per le quali riconosceremmo immediatamente la loro natura di concepimento, la loro purezza e la loro levatura.
Scriabin coglie appieno l’appello della moderna scuola spirituale: l’uomo deve partecipare attivamente e coscientemente al progresso spirituale, penetrando con azione diretta l’evoluzione sottile della vita.
Questo processo di coscienza autodeterminante che comincia con il Poema del Fuoco e prosegue con il Poema dell’Estasi, troverà in un altro compositore del XX secolo, Olivier Messiaen, il suo piú alto valore di purezza e nobiltà.
Artur Scriabin sceglie di votare la propria capacità artistica al fine di svelare in azioni meta-musicali la realtà sottile che si cela tra gli eventi visibili; il Mysterium, sua piú alta aspirazione, è l’incarnazione nel tempo umano dei suoni del processo atemporale, eppure ciclico nella sua manifestazione temporale, cosmico.
L’Atto Preliminare del Mysterium, unico atto portato
a compimento, è la vera e propria incarnazione del movimento ciclico cosmico ben descritto dal pensiero teosofico. Nell’evoluzione umana pulsava ovunque, negli anni di nascita dell’Atto Preliminare, un pensiero tendente alla sintesi, alla ricerca delle sottili verità, ed è innegabile che, sommando la totalità dei pensieri espressi dalle piú alte menti di quegli anni, qualcosa di cosmico e globale stava avvenendo nelle coscienze umane. Un tale quid è ben espresso dai primi versi dell’Atto Preliminare: «Ancora una volta voi siete sottomessi dalla volontà dell’Eterno al Canto radioso della Genesi, ancora una volta il Creatore vuole manifestarsi».
Dunque il suono originario, la Musica delle Sfere è tutt’altro che un evento riconducibile al solo momento, peraltro indefinibile, del Big Bang, ma è piuttosto un evento di proporzioni inconoscibili che, pur sempre uguale a se stesso, si evolve e si manifesta ad ogni ciclo cosmico, quasi a voler rinnovare l’atto della Creazione, movendo i pensieri e le coscienze umane ad un sempre piú alto grado di conoscenza autonoma e cosmica; è questo il pensiero scriabiniano, in perfetta armonia con il pensiero teosofico.
La pratica sinestetica di fusione di qualsiasi mezzo espressivo umano, nella redazione del Poema del Fuoco prima e del Mysterium poi, è proprio la concretizzazione dell’idea che ogni evento ha un risvolto eterico, e che un tale risvolto influenza, a seconda della sua natura, il Pensiero umano, considerato non piú come qualcosa di astratto e concettuale ma come una sede metafisica eterica, fluida e in perenne rigenerazione dei princípi governanti la vita manifesta dell’uomo.
Il Mysterium è la sintesi del pensiero che vede l’urgenza dell’uomo di abbattere qualsiasi forma di rappresentazione dello Spirituale in favore di un’auto-Iniziazione alla penetrazione autonoma del principio del Pensiero Vivente, fonte primaria di ogni evento sensibile e via preferenziale per la comprensione della realtà nel visibile e nell’invisibile.
E allora l’invisibile si fa accordo, intervallo, colore, movimento, dinamica, tutto il celato si manifesta, per dirla con Alessio di Benedetto: «Nelle formule magiche del suono» ed è proprio il Poema dell’Estasi, in origine “Poema Orgiastico”, ad abbattere con un atto cosciente e lucido la barriera dello Spazio e del Tempo, portando l’ascoltatore attento, negli ultimi minuti del brano, ad una accelerazione costante del tempo interiore attraverso l’uso di reiterati moduli intervallari ed accordali che, nell’esplosione di suono degli ultimi due minuti, sembrano portarci proprio al di là della velocità della luce, donando un senso all’ascoltatore di una misteriosa e magnificente sensazione di irradiazione luminifera svolgentesi in una dimensione dove velocità massima e stasi sono il medesimo evento, la dimensione oltre lo specchio, la dimensione eterica.
Con questo brano possiamo ritenere che Scriabin abbia inaugurato davvero la musica dei Nuovi Tempi, la musica della lucida coscienza, annunciata gia qualche decennio prima, se pur ancora avvolta da un sottile velo sognante, dal genio di Richard Wagner; la Musica non è piú godimento estetico ed intellettivo, la musica diventa un mezzo vero e proprio di espressione temporale degli eventi cosmici penetrati lucidamente dall’artista che, con fare da chiaroveggente, traduce in suoni udibili la massa luminosa e fluida di radiazioni eteriche impercettibilmente sonore di una dimensione ancora poco conosciuta.
In realtà è proprio un tale principio che getta, a sua volta, le basi del minimalismo. Il vero minimalismo è la descrizione di un evento meta-sensibile, e dunque aspaziale e atemporale, con mezzi temporali: il brano musicale, dunque, che volge la sua attenzione non piú ad uno stato dell’animo in senso romantico, ma vuole descrivere un evento spirituale, cosmico, indipendente dal proprio stato interiore. Esso sarà necessariamente “ciclico” e basato su pochissimi moduli intervallari ed accordali, per il semplice motivo che la ripetizione di tali moduli mai uguali a loro stessi perché ripresentantesi a stadi differenti d’evoluzione (cosí come il ciclo macrocosmico evolutivo insegna) rappresenta l’unica via di temporalizzazione di un evento atemporale.
Con questa musica le barriere del metafisico vengono abbattute, e in questo senso sarà Olivier Messiaen a portare un tale minimalismo chiaroveggente alle sue piú alte vette, riprendendo nella sua tecnica compositiva un elemento intervallare che da Wagner, passando per Scriabin, rappresenta la chiave di volta dell’espressione sonora del trascendente del quale piú avanti parleremo: il tritono, la divisione esatta dell’ottava, l’intervallo della Genesi cosmica.
Andrea Tarantino (3. continua)