Quanto spesso dimentichiamo il cielo
negli ipogei dei nostri smarrimenti,
nei labirinti d’odio e tradimenti,
quanto si fa distante e sconosciuto
l’alto vuoto di stelle e di pianeti
e vaghe nebulose, quanto alieni
al Divino, ce ne dimentichiamo
presi dai nostri futili tormenti
degli amori carnali, dei pensieri
confusi da fallibili rovelli
di avere e dare, e cifre complicate
per saldi inconsistenti, senza frutto
che sazi il nostro chiedere incantesimi.
Ma ora, in questa Notte prodigiosa
di voci e suoni arcani e luci erranti
per la volta serena e senza vento,
guardiamo in alto e riprendiamo il volo
d’anime convocate al grande incontro
con l’Assoluto che s’incarna e sillaba
la Parola capace di mutare
la morte in vita, il tenebrore in luce.
In questa Santa Notte, calma e dolce,
riprendiamo il cammino, ritroviamo
l’attimo in cui la terra e il cielo palpitano
di un rinnovato amore senza fine.
Fulvio Di Lieto