VARIAZIONE SCALIGERIANA N° 118
«In verità, la lancia che ferisce Amfortas è tuttora infissa nella ferita: la ferita sanguina sempre e nessuna mano può farla cessare di sanguinare, se non sia la mano che sappia afferrare la magica arma e fare di ciò che ferisce e uccide, ciò che risana e resuscita».
Massimo Scaligero, Magia sacra
L’arcano della ferita, di ogni ferita, sia corporale sia animica, è celato nella feritoia del muro che abbiamo eretto con le nostre resistenze. L’arcano viene svelato quando guardiamo, ed è duro e difficile e scomodo, attraverso la feritoia, di solito usata per uccidere e invece rovesciata per rinascere, per ricominciare daccapo.
La mano che tasta il muro, lo scalza, lo sbreccia, ne apre la fessura, compie un’opera magica: imparare la lezione della vita, farne un balsamo virtuoso e scoprire che per guarire la ferita, c’è solo un rimedio: perdonare.
Il sangue si rapprende, coagula e la ferita cicatrizza, grazie all’Io per-donante.
Angelo Antonio Fierro