Lux et Umbra potere papale

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Lux et Umbra potere papale

Quando tra il 1997 e il 1998 si procedette al restauro e alla riqualificazione della piazza di Montecitorio, molte cose non furono sistemate secondo le volontà degli antichi protagonisti della fine del Settecento; nell’articolo capiremo il perché. Il termine Montecitorio ha il significato di Mons Septorium, per la vicinanza con i “Saepta“, luoghi ove si riunivano i cittadini, divisi in centurie, per essere chiamati, ovvero citati ad entrare nei recinti per le votazioni.

Di fatto, nei recenti restauri venne ripreso l’antico progetto a “coda di pavone” di Carlo Fontana, che modificò sostanzialmente il progetto originario del Bernini esaltando uno slancio ascensionale sul piano dei sanpietrini che metteva in risalto il palazzo stesso. Carlo Fontana, sotto il pontificato di Innocenzo XII, cambiò la destinazione d’uso del palazzo omonimo allestendo la Curia Pontificia. Il palazzo fu sede all’epoca anche del Governatorato di Roma e della direzione di Polizia.

Ancora piú interessanti, da un punto di vista simbolico, furono i successivi lavori di restauro del 1792 diretti da Giovanni Antinori e voluti da papa Pio VI, laddove nelle quattro colonne doriche del portale del palazzo vennero inseriti due tondi ancora visibili raffiguranti la “Carità” a sinistra e la “Giustizia” a destra. Fu poi posizionato di fronte all’ingresso del palazzo l’obelisco egizio di Eliopolis, già fatto erigere da Cesare Augusto nel 10 d.C. in Campo Marzio come gnomone di un immenso orologio solare di 160 metri di larghezza che segnava l’ora del giorno, i segni zodiacali, i solstizi e gli equinozi, ma che in realtà, nei pensieri di Augusto, era anche un omaggio a Iside, dopo la conquista dell’Egitto e al suo tempio attiguo collocato, sin dai primi secoli, nella stessa piazza ed ancora oggi luogo visitabile. L’obelisco, dapprima posizionato in Campo Marzio, a seguito di un incendio cadde e si ruppe in cinque parti e venne poi recuperato e restaurato dall’architetto Antinori per la nuova e finale collocazione.

 

A sinistra foto dall’alto che raffigura l’orologio solare in giallo nei pressi di Montecito-rio A destra ricostruzione di Roma nel 10 d.C. – Piazza di Campo di Marzio con l’immenso orologio solare di Augusto

A sinistra foto dall’alto che raffigura l’orologio solare in giallo nei pressi di Montecitorio
A destra ricostruzione di Roma nel 10 d.C. – Piazza di Campo di Marzio
con l’immenso orologio solare di Augusto

 

Linea meridiana orologio solare di AugustoLa linea meridiana dell’orologio solare di Augusto fu ritrovata per caso nel 1979, nei pressi della chiesetta di San Lorenzo in Lucina, nello scantinato di una casa in via di Campo Marzio, al civico 48, sotto uno strato di alcuni centimetri d’acqua. Con essa emersero maestose lastre di travertino, lunghe piú di dieci metri, sulle quali erano visibili le tacche di bronzo della meridiana, con le riproduzioni dei segni zodiacali di Ariete, Toro, Leone e Vergine.

MenorahTornando alla sequela di restauri della piazza di Montecitorio, possiamo notare che Pio VI volle come richiamo, con le due sephirot laterali dell’Albero della Vita cabalistico, ma anche come richiamo alle sette virtú di cui tre cardinali e quattro teologali,Cabala ebraica virtú che come i sette corpi celesti occupano in sequenza i sette fuochi della Menorah, il candelabro ebraico a sette braccia, e che risultano essere: Fede, Speranza, Carità e Fortezza, Prudenza, Giustizia e Temperanza. In questo modo la Chiesa di Roma, velatamente ma non troppo, stabiliva un preciso indirizzo del suo legame alla tradizione giudaica e al sacerdozio di Mosè dopo l’esodo egizio, e confermava di vedere nei simboli associati al­l’obelisco sola­re di Eliopolis, alla Cabala e­braica e alla Menorah i tre elementi fon­damentali protettivi cui riferirsi rispetto ai riti e ai simboli delle nuove forze oppositrici dell’Illumi­nismo massonico, che all’epoca dei fatti operavano segretamente in Europa contro il papato.

Citiamo come esempio la ritualità egizia estesa alle donne, queste ultime relegate a ruoli minori e con finalità sessuali di vestali-ierodule. Ricordiamo che Pio VI, dopo la rivoluzione francese e la perdita di Avignone, ebbe a scontrarsi non poco con queste nuove forze emergenti ma anche con lo stesso Napoleone Bonaparte, che nel 1798 dopo l’occupazione dello Stato Pontificio, lo ridusse in cattività forzata prima a Firenze nella Certosa, poi a Siena e infine in Francia, conducendolo nel 1801 alla morte per logoramento fisico.

Ai giorni nostri la nuova meridiana solare (un tempo attiva, allineata, e le cui energie irradiavano l’antica sede pontificia, non risulta piú allineata nel suo asse con l’attuale gnomone egizio e quindi con lo stesso asse portante della Menorah tracciata sul pavimento della piazza.

 

Piazza di Montecitorio con obelisco, linea meridiana restaurata e non allineata e la Menorah ebraica tracciata sull’ingresso del palazzo

Piazza di Montecitorio con obelisco, linea meridiana restaurata e non allineata e la Menorah ebraica tracciata sull’ingresso del palazzo

 

Perché dico tutto questo? Il famoso candelabro a sette braccia oramai disallineato lascia ipotizzare che il potere insito nell’azione del sole sull’obelisco (LUX), che in realtà si traduce in una linea d’ombra piú scura (UMBRA) e con due diramazioni piú chiare laterali, che ancora oggi viene proiettata non correttamente sulla Menorah con lo sfondo delle due sephirot Giustizia e Compassione (Misericordia), in realtà non esplica l’effetto dovuto e voluto dai progettisti originari. I significati esoterici insiti nell’allineamento degli assi, ovvero quello dell’asse centrale (meridiana) della menorah con lo gnomone obeliscale egizio, non sono oggetto di questo articolo, ma verranno affrontati in successivi articoli di approfondimento. 

 

Portale di Montecitorio con la raffigurazione delle due sephirot Giustizia e Compassione

Portale di Montecitorio con la raffigurazione delle due sephirot Giustizia e Compassione

 

Francesco Settimio



GLI OBELISCHI DI ROMA

 

Roma oggi risulta la città che ha il maggior numero di obelischi al mondo, esattamente diciotto, dislocati in punti particolari del territorio urbano. Di questi, nove sono originari dell’antico Egitto, uno dei quali, quello di piazza San Pietro, posizionato sul lato sinistro del Tevere. Gli obelischi egizi furono trasportati a Roma nel periodo imperiale, in seguito alle campagne di conquista dell’Egitto. Sono prevalentemente costituiti di roccia basaltica monolitica. Erano considerati simboli solari, e venivano collocati davanti alle entrate dei templi con incisioni commemorative sui lati.

I diciotto obelischi di Roma

 


I NOVE OBELISCHI EGIZI DI ROMA

 

 Obelisco di Piazza San Pietro Obelisco di Piazza San Pietro

 

Posto al centro della famosa piazza progettata dal Bernini, l’obelisco Vaticano è un monolito a fasce lisce, di granito rosso, alto piú di 25,367 metri, che con il basamento e la croce posta alla sua sommità raggiunge i 40,285 metri. Proveniente da Heliopolis, fu portato a Roma per volere di Caligola nel 37 d.C.

 Obelisco lateranense Obelisco Lateranense

 

È il piú antico obelisco egizio esistente a Roma, nonché il piú alto: misura, infatti, 32,185 metri, che arrivano con il basamento a 45,70 metri. È in granito rosso e proviene da Tebe, dove era dedicato al faraone Tutmosi III e posto davanti al Tempio di Amon. Venne fatto portare a Roma da Costanzo II nel 357 d.C.

 Obelisco Flaminio Obelisco Flaminio

 

Proviene da Heliopolis, dove fu innalzato davanti al Tempio del Sole dai Faraoni Seti I e Ramsete II poco prima del 1200 a.C. Fu uno dei primi ad essere trasportato a Roma da Augusto nel 10 a.C., per celebrare la vittoria sull’Egitto, e fu inizialmente utilizzato come spina nel Circo Massimo.

 Obelisco di Montecitorio Obelisco di Montecitorio

 

Fu costruito nel VI sec. a.C. per il faraone Psammetico II, e proviene da Heliopolis, dove venne fatto prelevare per volere di Augusto nel 10 a.C. L’imperatore decise di utilizzarlo come gnomone per l’enorme meridiana che aveva fatto realizzare in Campo Marzio, a nord dell’attuale piazza del Parlamento.

 Obelisco Agonale di Piazza Navona  Obelisco Agonale di Piazza Navona

 

L’obelisco proveniva dal Circo di Massenzio situato sulla Via Appia. Sulla sua sommità è stata posta una colomba, simbolo dei Pamphilj, ed assunta a emblema dello Spirito Santo che si diffonde nelle quattro regioni dell’universo (simboleggiate dai quattro lati dell’obelisco) e nei quattro continenti (rappresentati dai quattro fiumi). È alto 16,539 metri, ma con il basamento, la fontana e la colomba raggiunge 30,172 metri.

 Obelisco di Dogali.jpg Obelisco di Dogali

 

Eretto ad Heliopolis da Ramsete II e portato a Roma nel tempio di Iside, venne rinvenuto nel 1883 in Via di Sant’Ignazio, presso la tribuna di Santa Maria sopra Minerva. Fu restaurato e utilizzato, quattro anni dopo, per il monumento commemorativo dei caduti della battaglia di Dogali, in Etiopia (1887).

 Obelisco del Pantheon Obelisco del Pantheon

 

Questo obelisco di granito rosso fu fatto erigere ad Heliopolis nel 1200 a.C. circa, e venne portato a Roma in epoca imprecisata per abbellire il tempio dedicato ad Iside e Serapide eretto in Campo Marzio. Si erge al centro di una fontana fatta costruire nel 1578 da Gregorio XIII a Giacomo Della Porta con quattro mascheroni zampillanti su un catino. Nel 1711 la fontana venne fatta modificare da Clemente XI.

 Obelisco della Minerva Obelisco della Minerva

 

Al centro della Piazza di Minerva si erge l’obelisco ritrovato nel 1665 nell’area del vicino Tempio di Iside, detto Iseo Campense, cioè del Campo Marzio. Si tratta del piú piccolo obelisco di Roma.

 Obelisco Mattei Obelisco Mattei

 

L’obelisco Mattei, noto anche come “Obelisco Capitolino” visto che fino al 1952 si trovava in Campidoglio, proviene da Heliopolis, dove era dedicato al culto del Sole dal faraone Ramsete II. Fu trasportato a Roma in epoca imperiale e posto nel Tempio di Iside Capitolina, e successivamente ai piedi dell’Aracoeli, ora a Villa Celimontana, Via della Navicella.